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Area vasta: avanti tutta...ma con criterio

Ascoli Piceno | Un progetto che punta ad una riorganizzazione migliore del sistema sanitario ma che dovrà essere affrontato da tutti nei tempi e nei modi giusti.

di Davide Mazzocchi

 

La riorganizzazione sanitaria della vallata, secondo il progetto sanitario dell' "area vasta", è in questi giorni al centro di dibattiti e confronti di ogni genere, sia a livello sanitario che politico. Il  progetto in questione mira ad una migliore razionalizzazione delle risorse medico-sanitarie presenti sul territorio, per rendere più efficiente il servizio ed evitare lo spreco di denaro pubblico.

 

Nel corso di un incontro svoltosi ieri pomeriggio nell'aula magna dell'ospedale "Mazzoni" di Ascoli Piceno, alla presenza di medici e dirigenti sanitari provenienti dalle zone di Ascoli, San Benedetto e Fermo, Roberto Malucelli, direttore generale dell'Asur Marche, ha parlato proprio del progetto "area vasta" e delle possibilità che esso offre.

 

"Ai nostri giorni - ha detto Malucelli - la sanità, come molte altre cose, è immersa in una rivoluzione costante: cambia la produzione di servizi erogati ma soprattutto cambiano le necessità delle persone che sempre di più vogliono un servizio sanitario personale e complesso. Il nostro progetto parte proprio da qui: analizzare i bisogni dei cittadini ed agire al meglio per soddisfarli."

 

"Razionalizzare la struttura sanitaria - ha sottolineato il direttore - non vuol dire perseguire strategie di taglio e razionamento ma riorganizzare il sistema per migliorarlo, per far si che le risorse che abbiamo non vadano sprecate. Per far questo, da un lato verranno costituite delle "cabine di regia" con il compito di analizzare il sistema ospedaliero nel suo complesso e per capire quali i bisogni delle persone e dove sono maggiormente presenti, dall'altro si punterà ad integrare competenze e professionisti evitando che in una zona come quella della Provincia di Ascoli, con un bacino di utenza di circa 200.000 unità, ci siano reparti uguali e concorrenziali, che lavorano al 65% delle loro potenzialità."

 

"Non si tratta in questo senso tanto di uno spreco di soldi, che comunque c'è, quanto di competenze umane (e di attrezzature) che vengono sottoutilizzate senza quindi produrre efficienza. Non ci saranno perciò nè tagli di personale nè cancellazioni di reparti: il problema non si risolve tagliando le spese ma utilizzando meglio le risorse, puntando cioè su una maggiore integrazione che si potrà raggiungere solo attraverso la differenziazione delle specializzazioni dei singoli reparti, evitando così inutili doppioni."

 

"Prima di far questo però, dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare, superando dubbi ed angosce ed iniziando a costruire una realtà unica, formata però da tanti elementi diversi e di qualità. Il fine ultimo sarà non tanto risparmiare, quanto garantire la qualità dell'offerta globale del territorio per impedire che una fetta d'utenza si sposti verso altre realtà regionali o nazionali."

 

Positivo verso questo progetto d'integrazione è anche il dottor Roberto Rossi, primario di Ostetricia e Ginecologia al "Mazzoni": "Ormai nel 2007 questo spreco di risorse non ha più senso. Un fenomeno di integrazione è necessario ma bisogna stare attenti a non fare il passo più lungo della gamba. Si tratta di un processo che richiede gradualità ed un'attenta valutazione delle eccellenze presenti sul territorio."

 

Meno entusiasta risulta essere il sindaco di Ascoli Piceno, Piero Celani: "Il pericolo è quello di una perdita di eccellenze, non di una loro integrazione. Da questo punto di vista bisogna essere molto cauti ed agire attentamente per non ritrovarsi ad avere due poliambulatorii che non siano tra di loro complementari. Per conoscere meglio questo progetto, comunque, io e il sindaco di San Benedetto abbiamo chiesto un incontro con i responsabili delle zone territoriali ASUR presenti nella provincia, incontro che dovrebbe avvenire in tempi brevissimi."

 

Altre preoccupazioni sorgono intorno ad un possibile sentimento campanilistico che potrebbe ostacolare la collaborazione tra i due ospedali e tra le principali forze politiche del territorio. Su questo tema però, mentre un po' di perplessità viene sollevata in ambito sindacale, non hanno dubbi né i medici addetti ai lavori, né tanto meno Roberto Malucelli: "Ho piena fiducia nella professionalità delle persone che formano il ceto dirigente dell'azienda, tutti con lunghe carriere alle spalle. Non dobbiamo mai dimenticare che lavoriamo per la più grande azienda pubblica della regione ed abbiamo una dovere profondo nei confronti del cittadino e dei suoi bisogni.

14/11/2007





        
  



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