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Lettera "aperta" del presidente della Provincia Massimo Rossi

Ascoli Piceno | "IConsiglieri Castelli e Brugni, piuttosto che “pesare le parole” dell’ing. Pignoloni, farebbero bene a darci una mano per sbloccare la situazione, stimolando l’Amministrazione Comunale".

di Massimo Rossi

Dopo aver letto sulla stampa della presunta "diffida" che, secondo i Consiglieri Castelli e Brugni, sarebbe stata inoltrata dal dirigente del Servizio Urbanistica della Provincia al Sindaco di Ascoli circa la realizzazione della pista ciclabile sul Castellano sono andato a leggere i contenuti della lettera "incriminata".

In realtà nella missiva, indirizzata al Sindaco, in quanto capo dell'Amministrazione comunale, e al dirigente del settore Pianificazione e Progettazione del Comune di Ascoli, non solo non ho trovato traccia di diffide ma, leggendola, si comprende bene perché l'ing.

Pignoloni abbia scritto testualmente che "codesta Amministrazione (non il Sindaco, quindi, n.d.a.) sarà comunque ritenuta responsabile di ogni eventuale inerzia o atteggiamento dilatorio che comporterà un ritardo dei lavori in corso di esecuzione".

Va infatti ricordato che la Provincia da tre anni sta conducendo una lotta contro il tempo e contro le complicazioni burocratiche per non perdere i circa 1,9 milioni di euro di fondi CIPE stanziati dal Ministero dell'Economia per realizzare una pista ciclopedonale di 1,2 km lungo il torrente Castellano.

Per rispettare i tempi previsti dalla stessa delibera CIPE, questo Ente riuscì in poche settimane, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, ad approvare il progetto, fare la gara ed aggiudicarla.

Ma poi i fondi rimasero congelati per oltre un anno e solo il 24 giugno 2006, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un decreto del Ministero dell'Economia, lo stanziamento è stato riconfermato.

Quindi, anche su richiesta del Comune di Ascoli, si ritenne opportuno modificare il progetto originario spostando una parte del tracciato della pista ciclabile dalla sponda destra, potenzialmente soggetta a movimenti franosi, alla sponda sinistra del torrente, accanto al già previsto percorso pedonale.

Ma per questo era necessario istruire una nuova variante urbanistica che la Provincia richiese al Comune il 14 gennaio 2007. In attesa dell'approvazione di questa variante i lavori furono comunque avviati nella parte conforme al progetto iniziale anche per evitare un contenzioso con l'impresa aggiudicataria e non rischiare di ricominciare dall'inizio la procedura di gara con il rischio di perdere il finanziamento. Ciò anche perchè v'era la ragionevole speranza, supportata da assicurazioni del Comune, che la variante sarebbe stata approvata nel giro di qualche mese.

E invece, dopo l'adozione in prima lettura da parte del Consiglio comunale, avvenuta il 4 giugno scorso, a distanza di quasi un anno tutto è ancora fermo.

Ora, se l'Amministrazione Comunale di Ascoli, certamente oberata da tanti impegni, non completerà rapidamente l'iter della variante, il rischio è che il cantiere venga chiuso, la ditta affidataria dei lavori rinunci all'appalto dei lavori chiedendo i danni alla Provincia, si perdano i finanziamenti e, soprattutto, i cittadini di Ascoli si scordino la tanto attesa pista sul Castellano.

Alla luce di ciò mi permetto di dire che i Consiglieri Castelli e Brugni, piuttosto che "pesare le parole" dell'ing. Pignoloni, farebbero bene a darci una mano per sbloccare la situazione, stimolando l'Amministrazione Comunale affinché, pur nel pieno rispetto della sua sovranità ed autonomia, compia il proprio dovere consentendo alla Provincia di dotare finalmente la città di Ascoli di un primo, significativo e suggestivo tratto di pista ciclopedonale... A meno che questo, paradossalmente, non dia fastidio a qualcuno!!!

15/11/2007





        
  



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