Una bottiglia in mare per Fiona e Milla
Grottammare | La lettera della mamma che non si arrende alle decisione prese per le bimbe
Maria Pia Maoloni
Riportiamo di seguito la lettera che Maoloni Maria Pia, madre delle 'bambine contese' ha inviato alla nostra redazione.
La vicenda ha colpito molti ed è stata oggetto di cronaca per molto tempo.
"La speranza è la luce che mi fa camminare nel buio. L'amore per le mie bambine, come il sangue che scorre nelle mie vene, mi mantiene in vita in questa intollerabile ingiustizia.
Nell'oceano della violenza istituzionale e della perversione sessuale, le mie braccia che circondano le mie bambine sono come dei salvagenti. Ma nella solitudine della notte nera e davanti all'indifferenza verso le loro grida di dolore, ci sarà una barca che potrà salvare le mie due piccole bimbe, Fiona e Milla e proibire che loro affoghino nelle profondità dell'oblio collettivo e della follia umana ?
Questa lettera è un appello di aiuto per esprimere la disperazione e la paura di una mamma che combatte, da quattro anni, per salvare le sue due bambine dalle grinfie dell'inferno.
La mia storia, la nostra storia, sembra essere un incubo, ma ahimè è ben reale!
Tutto è incominciato nel 2004 quando mia figlia Fiona, che aveva all'epoca quattro anni e mezzo mi ha raccontato quello che subiva da parte del padre, Antonini Rocco e del suo nonno paterno, Antonini Roberto. E' in questo momento che tutto intorno a me è crollato... Io e il mio ex-marito eravamo sposati dal 1998 e abbiamo avuto una seconda bambina, Milla. All'epoca aveva 7 mesi.
All'inizio, non volevo credere alla mia primogenita sulle violenze sessuali che lei mi raccontava con le sue parole di bambina e tutta la sua sofferenza. Ma, ogni giorno, le sue rivelazioni diventavano dettagliate e precise. Ero perduta e non sapevo a chi chiedere aiuto. Mio marito e la sua famiglia sono stati i primi a portare, contro di me, una denuncia per 'alienazione parentale'.
Per quanto mi riguarda, io ero preoccupata per la salute di Fiona e quindi cercavo aiuto dai professionisti; più tardi ho portato una denuncia per stupri e attentato al pudore sui minori contro il padre e il nonno delle bambine.
Le gravi conseguenze di questa 'battaglia giudiziale' sono che le mie bambine sono state collocate, in totale 3 volte, in istituti pubblici. A causa del trauma subito dalla separazione con sua madre, la più piccola, che aveva 18 mesi al momento del suo primo collocamento, si è lasciata morire di fame e ha dovuto essere ricoverata. Non dimenticherò mai le urla delle mie bambine quando le hanno strappate da me.
Nel 1998 e nel 2006, sono stati condannati per truffa, Antonini Roberto e numerosi complici influenti (notai, avvocati, esperti in arte) nel contesto del traffico di false pitture avvenuto nel 1992 a Mons e a Bruxelles (Belgio). Ma malgrado le diverse recidive, sono rimasti sempre in libertà! Per una ragione che ignoro precisamente, ma sicuramente a causa di questa rete influente le decisioni della giustizia a Mons hanno preso sistematicamente un orientamento in favore del padre e della famiglia paterna.
Nonostante l'istruzione per stupri sempre pendente, il padre ha potuto ottenere, in Belgio, un diritto di visita classico.
Nel 2006, Fiona si esprime di nuovo su quello che suo padre faceva subire a lei e sua sorella, quando andavano in visita da lui. Al ritorno dal padre, le piccole avevano vaginite e fissure anali, constatate e denunciate dai pediatri, medici generici e pediatri di turno. In Belgio, la bambina si è ancora espressa su queste atrocità alla sua maestra di scuola (che ha denunciato i fatti alla polizia) e anche ad altri testimoni.
In totale, più di 30 testimoni, ma anche lo psicologo di Fiona che l'ha seguita da più di un anno, hanno portato le loro testimonianze al giudice istruttore di Mons (Belgio) ma anche alla polizia.
Ma tutto questo non è bastato!
Da 'madre alienante', il padre e i suoi 'protettori' mi hanno etichettata 'madre maltrattante'. E' ovvio che il famoso dossier medicale delle bambine dove professionisti attestano le rivelazioni della bambina sugli abusi sessuali che ha subito da suo padre e suo nonno rapresentava un reale pericolo per gli Antonini e dovevano velocemente girare la frittata!
Sui certificati medici, i dottori scrivono: «Durante l'anamnesi, senza l'intervento della madre, la bambina mi ha spontaneamente detto che suo padre aveva messo la sua mano nelle sue mutandine»; «Fiona mi dice che suo padre gli ha fatto delle carezze sulla vagina e a livello del sedere con le mani. Gli chiedo se suo padre fa altre cose, lei mi risponde che gli chiede di toccarlo. Gli chiedo dove e con che cosa. Fiona mi risponde che suo padre gli chiede di toccare il suo pisellino»; «Chiamata per dolore all'ano... Durante l'esame dell'addome..., Fiona mi dice che suo padre gli ha ficcato il dito nel sedere».
Lo psicologo che ha seguito Fiona durante più di un anno, ha trasmesso numerose relazioni alle Autorità belghe e italiane per segnalare il pericolo che rappresentava il contesto paterno per le bambine. Il 2 novembere 2006, in una delle sue relazioni, segnala : «La bambina mi ha raccontato, spontaneamente e senza che io le abbia posto delle domande, fatti di una gravità indiscutibile (...). Accompagnando e illustrando le sue parole con gesti e disegni espliciti, Fiona mi ha raccontato i fatti che l'avevano turbata e che qui di seguito riporto nei punti essenziali e con le espressioni da lei usate; l'insieme puo' far star male, ma è fedele a quanto mi è stato detto:«Mio nonno Roberto ha messo il suo pisellino nella mia bocca»;«lui ha fatto pipi nelle sue mutande poi mi ha mostrato il suo pisellino tutto colloso»; «il mio papa ha messo il suo pisellino nella mia bocca e io l'ho morso, ma non è uscito sangue»; (...)
Fiona ha raccontato, con la voce che le tremava, che suo padre, la sera, si infilava nel suo letto in slip e le accarezzava la vagina e che baciava la vagina della sua sorellina Milla.(...)
In base alle mie conoscenze sulla psicopatologia dei bambini e la mia esperienza trentennale di lavoro come psicoterapeuta di bambini, vista la maniera in cui la bambina si è espressa, le associazioni spontanee da lei fatte, la coerenza e il quadro contestuale del suo racconto, espressione di una vera sofferenza psicologica, ho la profonda convinzione che quanto racconta la bambina, col suo linguaggio infantile corrisponde a fatti reali».
Essendo di origine italiana e avendo parenti in Italia, sono partita dal Belgio il 3 ottobre 2006, con le mie bambine, nello scopo di trovare aiuto ed assistenza. In questo periodo avevo l'affidamento principale delle mie figlie e il padre non aveva il suo diritto di visita al momento che sono arrivata in Italia. La mia intenzione era di ritornare in Belgio perché sono professoressa di psicopedagogia e quindi non potevo mancare troppo.
Ma due giorni dopo il mio arrivo sul territorio italiano, il padre mi ha denunciata per sottrazione di minori e ha fatto emettere un mandato di arresto internazionale contro di me.
Il 7 ottobre 2006, sono stata arrestata e ho fatto 4 giorni di prigione e 14 giorni di arresti domiciliari. Dopo, sono stata giudicata e liberata dalla Corte d'Appello di Ancona (Italia) che ha considerato che non c'era sottrazione di minori e quindi che non avevo commesso nessun reato.
A causa del mio arresto, le mie bambine sono state collocate, durante 7 lunghi mesi, dentro un istituto in Italia (separate per la terza volta della loro mamma, con delle persone che loro non conoscevano, in un contesto straniero e con una lingua che non era la loro perchè parlavano il francese). Durante i primi due mesi, non ho potuto vederle. Poi, mi hanno permesso d'incontrarle, in presenza del personale dei servizi sociali per 4 ore al mese!
Durante questo periodo, in Belgio, il padre si è precipitato per ottenere tutti i diritti genitoriali (potestà esclusiva e affidamento principale) e l'ha avuti, mentre io l'ho persi ; avendo l'etichetta incollata sulla fronte di 'madre che sottrasse le sue bambine ad un padre innocente!'... malgrado un dossier penale per stupri su minori a carico del padre e del nonno paterno attualmente sempre in corso, in Belgio e in Italia!
Per informazione, sono stata periziata da 6 psichiatri-periti davanti ai Tribunali (in Belgio e in Italia), su mia richiesta. Tutti affermano il mio stato mentale normale e precisano che ho una personalità equilibrata e che non rappresento nessun pericolo né per me stessa, né per le mie bambine, né per gli altri.
Il 19 maggio 2007, durante una passeggiata in compagnia degli altri bambini dell'istituto, le mie figlie sono state rapite dagli agenti di polizia e rimpatriate in Belgio da loro padre. Questo rapimento è stato fatto di nascosto senza che io e il mio avvocato fossiamo avvertiti... quindi nelle condizioni totalmente disumane ed indigniose!
Tengo a precisare che qualche giorno prima del rimpatrio delle mie bambine, mia figlia Fiona si è di nuovo espressa sul suo doloroso vissuto alla sua maestra italiana. Nella sua relazione datata del 16 maggio 2007 e trasmessa al Tribunale dei minori di Ancona, la maestra scrive: « ...c'erano molti bambini, più grandi, più piccoli di me, e qualche adulto compreso mio padre e mio nonno Roberto... Questi bambini erano in costume da bagno in una grande piscina... Lei raccontava che questi bambini erano condotti in piccoli gruppi verso le camere. Poi li spogliavano e poi li accarezzavano e li baciavano...Fiona mi risponde che con lei, c'era suo padre che si alternava con suo nonno. Lei precisa che i bambini piagevano perchè «avevano male»...Lei mi segnala che loro erano fotografati...»
Voglio precisare che questa relazione non è stata per niente presa in considerazione dal giudice dei minori di Ancona, Manzoni Giovanni Maria, che ha mandato le mie bambine diritto all'inferno rimpatriandole in Belgio nel contesto paterno.
Oggi, sono passati precisamente 185 giorni (più di 6 mesi) che non ho notizie delle mie bambine. Il padre non accetta neanche un contatto telefonico con le mie figlie: lui ha mandato un email al mio avvocato in Italia per proibire ogni contatto possibile (anche telefonico) tra la madre e le bambine.
E' qui che vince il Male e che la crudeltà si installa con tutti i suoi vizi!
Perchè proibire questo contatto tra madre e figlie?
Che cosa devono pensare le mie bimbe?
Che la lora madre non le ama più? Che le ho abbandonnate?
Non c'è un minuto, uno secondo in cui non penso a loro!
Non so dove sono, come stanno?
Come si puo' cancellare una madre da un bambino?
E soprattutto con quale diritto possiamo pretendere questo da lui?
Se non è in nome del Male, non ne vedo la ragione!
Questa ingiustizia si trasforma in dolore intenso, che vivo al quotidiano... ma che continuo ad esprimere. Sono libera in Italia e nel frattempo prigioniera di questo paese che non posso lasciare per il momento poiché c'è questo mandato di arresto internazionale.
Al di là della mia sofferenza personale vorrei che le mie figlie sappiano che mai le abbandonero' e che le amo infinitamente. Questo amore è proporzionale a questa sofferenza. Ma niente e nessuno mi proibirà di amare i miei due angeli. E' tutto quello che mi rimane ed è prezioso. E' il senso della mia vita!
Vi chiedo, supplicandovi, di portare un'attenzione particolare alle mie due bambine, che sono attualmente senza protezione e quindi, in grave pericolo dove si trovano adesso. Non avendo più notizie delle mie bambine da maggio 2007 e conoscendo il contesto dove si trovano attualmente, sono molto preoccupata e ho tanto paura che la lora integrità fisica e mentale sia minacciata.
Il loro benessere, la lora sicurezza e sopratutto il rispetto dei loro diritti, del loro corpo, dei loro sentimenti e desideri sono stati finora calpestati.
Non è il dovere di ogni cittadino di proteggere un bambino?
In questo caso, ci sono due bambine, Fiona e Milla che hanno bisogno di essere protette e di vivere in sicurezza. Che cosa aspettiamo ad aiutarle a trovare questa serenità che tutti i bambini del mondo meritano?
Dobbiamo aspettare il peggio? Quando è troppo tardi?
Fiona e Milla aspettano che le aiutiamo e che le liberiamo dalle loro sofferenze e dalla loro inascoltata solitudine.
La sera, prima di addormentarvi o di addormentare i vostri bambini, pensate a Fiona e Milla che piangono disperatamente la loro mamma. Fate in modo che loro siano presenti nelle vostre preghiere perché solo le forze del Bene e dell'Amore possono alzare le montagne del Male!
Noi dobbiamo rimanere uniti tutti insieme, per combattere la violenza sui nostri figli. E' l'unico modo per continuare a rivendicare la loro protezione nel rispetto dei loro diritti più fondamentali.
Sarà la nostra perseveranza e la nostra intolleranza contro la pedofilia che salveranno Fiona e Milla e anche tutti i bambini che hanno bisogno di noi per vivere con dignità in questo mondo.
La pedofilia è come un cancro sociale perché al di là della perversione individuale, dobbiamo combattere le persone ed a volte anche le istituzioni intere che, dietro la loro funzione sociale legittima e rispettata, proteggono e quindi cauzionano la pedocriminalità in tutte le sue forme.
Il cammino della verità è lungo quando la giustizia non è libera !
E' per questo che faccio appello a voi tutti:
madri, padri, giudici, politici, educatori, medici, magistrati, giornalisti, artisti, avvocati, ministri, banchieri, operai, direttori, presidenti, re, regine... cittadini del mondo intero,... le anime sensibili ed altruiste,.... Gli angeli....affinché le mie bambine rimangano continuamente presenti nella vostra mente.
Vi ringrazio per l'attenzione o l'aiuto che apporterete alle mie figlie.
Grazie pure per avere avuto la volontà di percorrere per qualche istante i cammini del nostro inferno".
Maoloni Maria Pia
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21/11/2007
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