"I cittadini di Grottammare- scrive Stefano Fabbioni di Rifondazione Comunista- hanno ormai imparato a riconoscere le fanfaronate e l'arroganza di Raffaele Rossi, ma questa volta crediamo abbia superato i limiti della decenza. Infatti:

1. dopo aver presentato numerosi ed infondati esposti in Procura, si sostituisce al giudice ed emette sentenze e rinvii a giudizio, nella realtà inesistenti;

2. si accanisce contro un uomo, reo di essere stato, molto tempo prima di diventare assessore, sfrattato ed, essendo anche padre di 4 figli, sistemato dagli amministratori comunali di allora, che il Rossi rimpiange tanto, in un alloggio assolutamente inadeguato (ex ospizio) e che si è dovuto sistemare a proprie spese; spese che ora sta recuperando attraverso il pagamento di un basso affitto;

3. vorrebbe impedire che il comune contribuisca in piccola parte allo svolgimento di una manifestazione sportiva che si tiene da circa 15 anni, cioè da molto tempo prima che il suo organizzatore diventasse assessore allo sport, e che vede sempre la partecipazione di molte centinaia di persone;

4. vorrebbe essere lui a stabilire quali clienti un assessore dovrebbe avere nello svolgimento della propria attività professionale;

5. ed infine, dulcis in fundo, vorrebbe emanare liste di proscrizione verso i figli dei comunisti, i quali, anche se capaci e vincitori di concorso, non possono essere assunti dal Comune, neanche a tempo determinato.

Il tentativo di Rossi è evidente: vuole impostare la campagna elettorale "buttandola in cagnara" in modo da evitare un confronto sulle idee e sulle proposte di cui è assolutamente privo.

Ma forse, a pensarci bene, è anche da comprendere e compatire: deve sfogare la propria frustrazione in quanto costretto a vedere, anche questa volta, mortificata la sua smisurata e ambiziosa boria e a dover fare da gregario al potente di turno di qualche altro partito".