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Santo Natale 2007: La lettera del Vescovo Gestori

San Benedetto del Tronto | "Gesù viene a Natale. Egli viene per portare Dio e per donarci la possibilità di sperare. La sua è una speranza vera, che viene donata ad ogni cuore credente e che è capace di abbattere ogni nostro inutile pessimismo".

Vescovo Gestori

Carissimi,
arriva anche quest'anno il Natale! Arriva il 25 dicembre, il compleanno di Gesù. Una festa ancora vivamente attesa da molti, piccoli ed adulti, per le sane emozioni che l'accompagnano e per il suo fascino di bellezza e di bontà. Una festa desiderata come occasione privilegiata per sentimenti di pace, come felice momento da vivere serenamente in famiglia, come forte richiamo alla preghiera ed alla gioia.

La festa del 25 dicembre è soltanto una celebrazione esteriore, tradizionale e simpatica, pur bella e ricca di buoni sentimenti, o è anche il ricordo di un evento, che non può limitarsi ad una memoria del passato e che è in grado di donarci una speranza affidabile?

Nella sua recente Lettera Enciclica Spe salvi il Papa Benedetto XVI afferma a questo proposito che "solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente" (n.2). Sperimentiamo anche noi, quasi ogni giorno, che soltanto un futuro sicuro e bello ci può dare serenità e pace, mentre quando l'avvenire appare incerto e si presenta con prospettive preoccupanti, allora il vivere presente rimane dominato dalla paura e siamo tentati di andare in crisi.

Se dunque abbiamo bisogno di poter sperare con certezza, che cosa può sostenere questa nostra primaria necessità di vita? La scienza è certamente importante, ma da sola non basta per rispondere alle nostre attese, afferma il Papa, anche perché essa potrebbe distruggere l'uomo, qualora venisse usata male. Anche la politica dovrebbe aiutare la nostra sana convivenza, ma la storia ampiamente conferma che talvolta essa è stata causa di ingiustizie e di oppressioni. Le buone strutture economiche certamente aiutano a vivere bene, ma spesso tante persone rimangono emarginate dalla ricchezza di pochi e costrette alla povertà ed alla miseria.

C'è una bellissima affermazione di Benedetto XVI in questa Enciclica: "L'uomo viene redento mediante l'amore" (n.26). Se è vero che la persona umana è fatta ad immagine di Dio e se Dio è amore, allora solo mediante l'amore l'uomo si sentirà realizzato. Egli vivrà in maniera umanamente riuscita, se saprà amare e se si sentirà amato, qualunque sia la sua posizione sociale ed economica. Il Papa porta l'esempio di Giuseppina Bakhita, una ragazza africana rapita a 13 anni, venduta sui mercati del Sudan per cinque volte, picchiata a sangue, e poi comprata e liberata da un diplomatico italiano. Si converte al cristianesimo e scriverà: "io ora sono definitivamente amata e qualunque cosa accada - io sono attesa da questo Amore. E così la mia vita è buona" (n.3). Nonostante tutto quello che aveva patito ella viveva felice, perché si sentiva amata da Qualcuno.

Tutta la nostra vita chiede l'infinito, abbiamo bisogno di sentirci veramente amati in maniera piena, perché solo in questo modo possiamo sempre sperare, nonostante le cose che ci possono capitare. "La vera grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio...Chi viene toccato dall'amore comincia a intuire che cosa propriamente sarebbe vita"(n.27). L'amore vero ci fa comprendere la vita in tutti i suoi momenti, ce la fa amare come valore e ce la consegna ogni giorno come qualcosa di gioioso e di prezioso.

Arriva il Natale! La nascita di Gesù è il momento grande in cui l'Amore divino tocca l'umanità, è l'evento storico in cui il Dio invisibile si fa uomo come noi, è il gesto impensabile dell'Infinito che viene incontro proprio a noi, in questo mondo e su questa terra, troppo spesso percorsa da violenze e da ingiustizie. Vuole dirci una cosa semplice e fondamentale: che siamo persone amate, che il presente è vivibile, che c'è per tutti una speranza certa, perché il futuro non è il nulla, ma è l'incontro con l'Amore.

Cito dalla Lettera del Papa: "Dio entra veramente nelle cose umane solo se non è soltanto da noi pensato, ma se Egli stesso ci viene incontro e ci parla" (n.23). Questo è avvenuto a Betlemme con la nascita di Gesù. Ed ancora: "Avremmo potuto credere che la tua Parola fosse lontana dal contatto dell'uomo e disperare di noi, se questa Parola non si fosse fatta carne e non avesse abitato in mezzo a noi"(n.29). E così possiamo credere che "Dio è il fondamento della speranza - non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano" (n.31). Il volto umano di Dio invisibile è quello di Gesù, figlio di Maria e Figlio del Padre, il nostro Salvatore.

Dobbiamo allora pensare che la causa radicale della mancanza di speranza del mondo, la radice profonda di tanta tristezza sul volto della gente, il motivo ultimo e vero del pessimismo e della paura del futuro, è la mancanza di Dio. "Un mondo senza Dio è un mondo senza speranza" (n.44). Al contrario, quando sentiamo la presenza di Dio sulla terra, accanto alla nostra vita, dentro il cuore, allora l'orizzonte diventa diverso, si allarga, si fa luminoso, scompare la paura, l'angoscia è vinta.

Gesù viene a Natale. Egli viene per portare Dio e per donarci la possibilità di sperare. La sua è una speranza vera, che viene donata ad ogni cuore credente e che è capace di abbattere ogni nostro inutile pessimismo. Non è poco quello che il Natale ci ricorda e ci porta in dono.

Allora, che il dono della speranza sia accolto senza timore e da tutti vissuto in questo Natale di Gesù! Auguri di cuore!

+ Gervasio Gestori
Vescovo

21/12/2007





        
  



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