Un sistema integrato per migliorare le condizioni di vita dei detenuti
Ancona | Ecco la proposta di legge della Giunta Regionale: Sviluppare le opportunità di reinserimento sociale degli ex reclusi e consolidare i percorsi rieducativi dei minorenni autori di reato.

Migliorare le condizioni di vita dei detenuti, sviluppare le opportunità di reinserimento sociale degli ex reclusi e consolidare i percorsi rieducativi dei minorenni autori di reato: sono gli obiettivi della proposta di legge presentata dalla Giunta Regionale per un "sistema integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e a favore degli ex detenuti".
Prendendo spunto dalle principali leggi nazionali in materia, il provvedimento è mirato a riordinare e mettere a sistema i servizi pubblici e del privato sociale presenti sul territorio regionale. La proposta stessa, infatti, è frutto di un lavoro sinergico che ha coinvolto un insieme di forze: servizi regionali, amministrazione penitenziaria, Centro di giustizia minorile, enti locali, privato sociale, centri per l'impiego, sistema scolastico ed esperti del settore.
Un tavolo concertato, nel rispetto delle reciproche competenze, dove è stata definita un'organizzazione del sistema territoriale integrato a tutela delle persone coinvolte, per migliorare le loro condizioni attraverso il recupero delle qualità individuali e lo sviluppo della consapevolezza della dignità.
La realtà dei cittadini detenuti è ancora poco nota, considera l'assessore ai Servizi Sociali della Regione, Marco Amagliani: "Non si parla di carcere e detenuti - circa 55 mila nel Paese, 938 dei quali reclusi nei sei istituti marchigiani - se non per evasioni o rivolte. Il vissuto quotidiano, sia dei reclusi che del personale a loro addetto, come agenti di polizia penitenziaria, educatori, medici, infermieri o amministrativi, sfugge in gran parte all'attenzione dei cittadini. Sfugge, a volte, anche agli eletti nelle istituzioni, che pure sono tenuti a governare, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, anche la condizione penitenziaria e post penitenziaria.
Una scarsa attenzione al fenomeno che rende difficile il controllo del rispetto della legge e dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Da queste considerazioni ha preso avvio il necessario riordino del sistema nella nostra regione con questa importante proposta di legge".
Il Comitato regionale di coordinamento, composto da tutti i soggetti, pubblici e non, che agiscono nell'ambito penitenziario, avrà funzioni consultive e propositive nei confronti della Giunta regionale per l'attuazione degli interventi. Verrà convocato almeno quattro volte l'anno e, nel corso della legislatura, eserciterà attività di monitoraggio, promozione di conferenze sulla condizione penitenziaria e di modelli operativi di rete, elaborazione di progetti di studio e ricerca.
La legge proposta esamina, inoltre, tutte le adempienze a favore dei detenuti ed ex detenuti: dalla tutela della salute all'istruzione, prevedendo percorsi di educazione culturale, fisica e sanitaria; promuove il lavoro e la formazione professionale, prevede la realizzazione di iniziative culturali e l'adozione di misure alternative alla detenzione.
Gli enti locali, d'intesa con gli istituti penitenziari e con gli Uffici per l'esecuzione penale esterna, creeranno inoltre interventi di supporto alle famiglie, in particolare a tutela del ruolo genitoriale promuovendo colloqui in istituto con i figli minorenni.
In via sperimentale, infine, verrà sostenuto finanziariamente per tre anni il potenziamento quantitativo di educatori professionali e psicologi da destinare al supporto del personale in carico all'Amministrazione penitenziaria e ai servizi minorili dell'Amministrazione della giustizia; verranno poi promossi interventi di mediazione penale per adulti e realizzati progetti sperimentali di giustizia riparativa con attività gratuite a favore della collettività di persone in esecuzione penale esterna.
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05/12/2007
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