Il PD della Vallata del Tronto: un progetto innovativo per il territorio
Offida | Valerio Lucciarini: "E indispensabile continuare nel cammino intrapreso dalla classe dirigente che oggi rappresenta la Vallata nelle istituzioni comunali, provinciali e regionali".
di Valerio Lucciarini *
Valerio Lucciarini
La nascita del Partito Democratico, ha certamente stravolto, in senso positivo, l'attuale panorama politico italiano che da anni non attraversa un periodo florido di propositività ma, soprattutto, che incontra difficoltà croniche nel praticare legittimamente e concretamente le scelte di governo con le quali ci si presenta alle elezioni.
La prospettiva di stabilità del sistema istituzionale nazionale attraverso la semplificazione dovuta ad una volontà opportuna e necessaria da parte dei partiti, di sinistra, di centro e di destra, relativa ad un accorpamento di più soggetti in identità unitarie nuove, rappresenta senz'altro un effetto domino causato dal processo messo in atto dal Partito Democratico.
Vocazioni maggioritarie di autosufficienza rappresentativa che alimentano queste volontà danno la giusta cifra di un binario da percorrere al fine di addivenire ad una, seppur tardiva, conclusione della transizione politica-rappresentativa italiana.
Questo è quello che oggi riusciamo ad apprendere dalla cornice nazionale.
Disorientati e meno chiari appaiono invece i processi che faticano a mettersi in cammino a livello locale, non tanto sotto il profilo organizzativo e di metodo ma, evidentemente, come approccio nuovo di fronte ad un soggetto politico nuovo.
Da tale constatazione possono derivare due riflessioni opposte ma non per questo difformi: da una parte si ha come l'impressione che, per la prima volta dopo anni, i processi politici di cambiamento (e mi riferisco soprattutto a quelli concernenti il centrosinistra) non siano partiti dal territorio ma da una importante presa di coscienza "dall'alto" delle classi dirigenti nazionali; allo stesso tempo, però, tale impianto ci mette di fronte ad una responsabilità autorevole e legittimamente giustificata che deve vedere il territorio stesso protagonista di un cambiamento politico autoctono, il più autentico, il più calzante, il migliore per riuscire ad esprimere le aspettative del popolo democratico e progressista del Piceno.
Su quest' ultima riflessione io credo che le Primarie prossime (che richiameranno a decidere coloro che, lo scorso storico 14 ottobre, hanno voluto con la propria partecipazione poter esprimere la propria volontà rispetto alla scelta di traduttori di un nuovo progetto politico nazionale chiamato, appunto, Partito Democratico) dovranno essere l'occasione più ricca per il confronto, la discussione e, soprattutto, per proporre una politica nuova anche per i nostri territori.
Partendo da qui, è necessario lavorare ad un partito nuovo anche in Offida e nella Vallata del Tronto. Un Partito Democratico che consolidi una crescita che in questi anni i DS e la Margherita della Vallata del Tronto hanno saputo mettere in campo ponendosi in discussione costantemente e misurandosi esclusivamente con i problemi dei cittadini, lavorando per creare le progettualità migliori per rispondere alle più svariate esigenze di crescita e di progresso, salvaguardando e valorizzando ulteriormente quel tessuto di sostegno sociale ed universalistico a servizio di tutti.
Da qui bisogna partire senza improvvisarsi innovatori cercando di buttare alle ortiche esperienze che risultano essere oggi patrimonio non solo del Partito Democratico del Piceno e delle Marche ma, classe dirigente di un intero territorio. Dentro a questa cornice occorre costruire un partito nuovo che si apra ai nostri concittadini in modo semplice, condiviso e naturale ascoltando le necessità nuove e cercando di mettere in condizione il Pd di avvalersi di risposte e soluzioni che diano il senso del cambiamento rispetto a problematiche vecchie ed attuali.
Ma un punto, rispetto al quadro nazionale, io credo debba essere chiaro nella proposta politica del PD dei territori: dobbiamo partire dall' alleanza tra tutte le forze progressiste e democratiche presenti perché, non dobbiamo dimenticarcelo, in un nuovo avvio che si caratterizzi con slancio verso una proposta innovativa, non possiamo pensare che il Partito Democratico possa fare a meno di un'alleanza larga con tutti i partiti di centrosinistra all'interno di una soggettività che sostanzi la pari dignità.
Questo per due motivi essenziali e determinanti: il primo è che il progetto politico di una forte ed omogenea alleanza di centrosinistra è risultato, negli anni, un progetto valido in grado di far avanzare complessivamente il territorio Piceno ed in particolare quello della Vallata del Tronto grazie anche ad un sistema elettorale diverso che dà stabilità agli enti locali a differenza di quello che avviene a livello nazionale; in secondo luogo il PD deve avere, si l'ambizione, ma non la presunzione di poter rappresentare individualmente la maggioranza di un territorio importante, variegato e complesso che ha sempre saputo rispondere positivamente con progettualità politiche unitarie tra le forze democratiche e progressiste.
Anche in Offida, esempio di laboratorio politico di un centro sinistra dinamico e di crescita costante, e nei comuni che oggi il centrosinistra amministra, occorre dare un impulso nuovo e di prospettiva concreta che guardi al costante rinnovamento nella continuità attraverso quell'indispensabile cambio generazionale avviato e praticato dalle personalità del Pd che oggi rappresentano le istituzioni comunali, provinciali e regionali.
Se non riuscissimo a tradurre la volontà di cambiamento che i nostri cittadini e la nostra gente sente viva per continuare a credere ad un'alternativa possibile al passo con i tempi, avremmo perso un'occasione unica e straordinaria; un'opportunità che ha interesse a raccogliere le sfide del lavoro, delle nuove generazioni, dell'ambiente e delle politiche produttive e culturali di un territorio ricco di eccellenze e specificità da valorizzare.
La storia ci mette di fronte ad una necessità di cambio sostanziale di uno sviluppo economico condiviso e fattibile: il Partito Democratico, insieme alle forze politiche progressiste e democratiche, non può permettersi di perdere questa chance.
La prospettiva di stabilità del sistema istituzionale nazionale attraverso la semplificazione dovuta ad una volontà opportuna e necessaria da parte dei partiti, di sinistra, di centro e di destra, relativa ad un accorpamento di più soggetti in identità unitarie nuove, rappresenta senz'altro un effetto domino causato dal processo messo in atto dal Partito Democratico.
Vocazioni maggioritarie di autosufficienza rappresentativa che alimentano queste volontà danno la giusta cifra di un binario da percorrere al fine di addivenire ad una, seppur tardiva, conclusione della transizione politica-rappresentativa italiana.
Questo è quello che oggi riusciamo ad apprendere dalla cornice nazionale.
Disorientati e meno chiari appaiono invece i processi che faticano a mettersi in cammino a livello locale, non tanto sotto il profilo organizzativo e di metodo ma, evidentemente, come approccio nuovo di fronte ad un soggetto politico nuovo.
Da tale constatazione possono derivare due riflessioni opposte ma non per questo difformi: da una parte si ha come l'impressione che, per la prima volta dopo anni, i processi politici di cambiamento (e mi riferisco soprattutto a quelli concernenti il centrosinistra) non siano partiti dal territorio ma da una importante presa di coscienza "dall'alto" delle classi dirigenti nazionali; allo stesso tempo, però, tale impianto ci mette di fronte ad una responsabilità autorevole e legittimamente giustificata che deve vedere il territorio stesso protagonista di un cambiamento politico autoctono, il più autentico, il più calzante, il migliore per riuscire ad esprimere le aspettative del popolo democratico e progressista del Piceno.
Su quest' ultima riflessione io credo che le Primarie prossime (che richiameranno a decidere coloro che, lo scorso storico 14 ottobre, hanno voluto con la propria partecipazione poter esprimere la propria volontà rispetto alla scelta di traduttori di un nuovo progetto politico nazionale chiamato, appunto, Partito Democratico) dovranno essere l'occasione più ricca per il confronto, la discussione e, soprattutto, per proporre una politica nuova anche per i nostri territori.
Partendo da qui, è necessario lavorare ad un partito nuovo anche in Offida e nella Vallata del Tronto. Un Partito Democratico che consolidi una crescita che in questi anni i DS e la Margherita della Vallata del Tronto hanno saputo mettere in campo ponendosi in discussione costantemente e misurandosi esclusivamente con i problemi dei cittadini, lavorando per creare le progettualità migliori per rispondere alle più svariate esigenze di crescita e di progresso, salvaguardando e valorizzando ulteriormente quel tessuto di sostegno sociale ed universalistico a servizio di tutti.
Da qui bisogna partire senza improvvisarsi innovatori cercando di buttare alle ortiche esperienze che risultano essere oggi patrimonio non solo del Partito Democratico del Piceno e delle Marche ma, classe dirigente di un intero territorio. Dentro a questa cornice occorre costruire un partito nuovo che si apra ai nostri concittadini in modo semplice, condiviso e naturale ascoltando le necessità nuove e cercando di mettere in condizione il Pd di avvalersi di risposte e soluzioni che diano il senso del cambiamento rispetto a problematiche vecchie ed attuali.
Ma un punto, rispetto al quadro nazionale, io credo debba essere chiaro nella proposta politica del PD dei territori: dobbiamo partire dall' alleanza tra tutte le forze progressiste e democratiche presenti perché, non dobbiamo dimenticarcelo, in un nuovo avvio che si caratterizzi con slancio verso una proposta innovativa, non possiamo pensare che il Partito Democratico possa fare a meno di un'alleanza larga con tutti i partiti di centrosinistra all'interno di una soggettività che sostanzi la pari dignità.
Questo per due motivi essenziali e determinanti: il primo è che il progetto politico di una forte ed omogenea alleanza di centrosinistra è risultato, negli anni, un progetto valido in grado di far avanzare complessivamente il territorio Piceno ed in particolare quello della Vallata del Tronto grazie anche ad un sistema elettorale diverso che dà stabilità agli enti locali a differenza di quello che avviene a livello nazionale; in secondo luogo il PD deve avere, si l'ambizione, ma non la presunzione di poter rappresentare individualmente la maggioranza di un territorio importante, variegato e complesso che ha sempre saputo rispondere positivamente con progettualità politiche unitarie tra le forze democratiche e progressiste.
Anche in Offida, esempio di laboratorio politico di un centro sinistra dinamico e di crescita costante, e nei comuni che oggi il centrosinistra amministra, occorre dare un impulso nuovo e di prospettiva concreta che guardi al costante rinnovamento nella continuità attraverso quell'indispensabile cambio generazionale avviato e praticato dalle personalità del Pd che oggi rappresentano le istituzioni comunali, provinciali e regionali.
Se non riuscissimo a tradurre la volontà di cambiamento che i nostri cittadini e la nostra gente sente viva per continuare a credere ad un'alternativa possibile al passo con i tempi, avremmo perso un'occasione unica e straordinaria; un'opportunità che ha interesse a raccogliere le sfide del lavoro, delle nuove generazioni, dell'ambiente e delle politiche produttive e culturali di un territorio ricco di eccellenze e specificità da valorizzare.
La storia ci mette di fronte ad una necessità di cambio sostanziale di uno sviluppo economico condiviso e fattibile: il Partito Democratico, insieme alle forze politiche progressiste e democratiche, non può permettersi di perdere questa chance.
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13/01/2008
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