La storia di Alessio Persico è ancora nella memoria di molti. Il bambino, di appena cinque anni, si trovava al Bricofer di Porto d'Ascoli e giocando fuori era caduto nel vano ascensore che doveva essere costruito come collegamento con il previsto parcheggio sotterraneo. Il vano in realtà era coperto da una tavola di legno alta meno di un metro, che il bimbo ha scavalcato. Stava cercando di recuperare un pallone che galleggiava in quella che si è rivelata non una pozza ma un metro e mezzo di acqua freddissima. Il bimbo è morto annegato. Questo è accaduto nell'ottobre di due anni fa.

Oggi la prima udienza davanti al Gup, nella quale l'avvocato Gionni, che rappresenta la famiglia Persico si è costituito parte civile e ha presentato al giudice la richiesta di citazione del responsabile civile. Tale richiesta è stata ammessa e il giudice Panichi ha pronunciato il provvedimento da notificare ai responsabili legali delle due società coinvolte nel fatto: la Pulcinelli Spa proprietaria dell'immobile dove è avvenuto il fatto e la Cosmo Srl, che lo aveva in locazione in quel momento.
L'udienza è stata quindi rinviata al prossimo 14 febbraio.

Sette sono le persone ritenute responsabili della morte di Alessio, alcune di queste lavoravano per le due società menzionate.
Dopo le indagini, la Procura di Ascoli con il pubblico ministero Carmine Pirozzoli ha chiesto il rinvio a giudizio per Nicola Di Nicola (titolare dell'immobile), Giuseppe Nobilioni (ha costruito il cemento armato del vano ascensore), Giacomo Ulissi (responsabile della sicurezza), Martiniano Martinelli (direttore dei lavori), Massimo Pulcinelli (amministratore della società), il geometra Riccardo Riccardi (incaricato esecuzione dei lavori) e Riccardo Aureli (geometra della ditta che ha realizzato il cemento).