Leggere: Il fascino del passaggio dalla Dimensione del reale a quella del possibile
San Benedetto del Tronto | La lettura genera di continuo in chi la frequenta, una mole davvero sorprendente di collegamenti, e costruisce mappe di sensazioni ed emozioni, ragionamenti e deduzioni che proiettano in altri luoghi fisici o mentali
di Maria Teresa Rosini
• l'omologazione e lo scadimento del pensiero, dei "valori", del costume che la televisione prima e un uso poco consapevole e stereotipato di internet dopo, ormai da tempo produce nei più giovani e non solo;
• le strategie e le iniziative che scuola, famiglie, politica dovrebbero adottare o che sarebbe meglio evitare per far sì che leggere non rimanga prerogativa di pochi "eletti" e diventi invece una palestra della mente per molti.
• il penoso primato che annovera l'Italia tra le nazioni dove si legge il minor numero di libri e anche di quotidiani.
Risale all'ottobre scorso la presentazione dei dati della rilevazione Mondadori-Ipsos che offre una fotografia della realtà della lettura nel nostro paese davvero sconfortante:
• Negli ultimi 12 mesi, il 62% degli adulti che vivono nel nostro Paese confessa di non aver letto neppure un libro.
• La disaffezione degli italiani nei confronti dei libri è, in buona parte, legata al ricordo della lettura «pesante», obbligata, fatta sui banchi di scuola.
• La lettura, dicono inoltre gli intervistati, sottrae tempo ad attività più "importanti" e "divertenti"
• Sul totale della popolazione, i lettori deboli rappresentano il 24% (da 1 a 5 libri l'anno), i medi il 4% e i forti l'1%.
• Non legge chi ha un basso livello di reddito e d'istruzione e vive nel Meridione: rispetto al 2003 questi ultimi hanno registrato un'emorragia di lettori pari all'8%.
• Non ci sono abbastanza lettori ma «continuiamo ad essere il sesto mercato editoriale del mondo» perchè sono in aumento gli acquirenti con buona istruzione e buon reddito, passati da 27 a 29 milioni di persone.
• A influenzare l'acquisto di un libro, in ordine, c'è prima il passaparola, poi le visite in libreria e le recensioni, ed infine la pubblicità.
La realtà attuale mostra quindi come la scuola, ancora, almeno ufficialmente, principale agenzia educativa deputata alla formazione dei giovani, non sembri essere riuscita ad incidere in modo significativo sul fenomeno per generare un' inversione di tendenza (come testimoniano anche i deludenti risultati di apprendimento e di conoscenza dei nostri giovani, soprattutto al loro ingresso alla scuola secondaria di secondo grado, sulla base della relazione, non certo determinante, ma neppure ininfluente, tra l'essere buoni lettori e il rendimento scolastico conseguito).
Proviamo a interrogarci allora sulla questione lettura anche se sembra ormai così drammaticamente irrisolta da divenire quasi solo un esercizio di pensiero.
Come ogni passione, perché è di questo che si tratta, al pari dell'amore per la conoscenza, della curiosità per il mondo e i suoi fenomeni o per le persone, la lettura è qualcosa che non ha certo a che vedere con il mondo della razionalità, o almeno non completamente: una passione nasce perché è legata in modo intrinseco e anche inesplicabile alla propria specificità interiore, trova agganci in una parte di noi stessi senza che riusciamo spesso a darne una spiegazione significativa.
Ne è presupposto, naturalmente, una iniziale buona padronanza del linguaggio e dello strumento lettura, inteso come decodifica dei segni alfabetici, ma soprattutto del senso, del significato che dietro ad essi si rivela: e qui entrano in gioco le aspettative, gli echi, i rimandi che ogni significato può trovare o non trovare in chi lo approccia.
La lettura stessa poi genera di continuo in chi la frequenta, una mole davvero sorprendente di collegamenti, e costruisce mappe di sensazioni ed emozioni, ragionamenti e deduzioni che proiettano in altri luoghi fisici o mentali: spalanca insomma un mondo di possibilità che la limitata condizione di vita di ciascuna persona non potrebbe mai diversamente arrivare a frequentare.
Contribuire ad attivare questo straordinario meccanismo è un'operazione difficilissima, ma a mio avviso, non può che compiersi attraverso la capacità di farlo "passare" agli altri manifestando di una passione che è anzitutto personale: non è con le parole della ragione che possiamo contagiare gli altri (i giovani e i bambini in particolare) a leggere, ma con l'espressione, la libera manifestazione della nostra passione.
E' aprendo gli scrigni delle nostre sensazioni ed emozioni, legate alla lettura dei libri che ci hanno in qualche modo costruito per quelli che siamo, che possiamo suscitare negli altri il desiderio di compiere un percorso analogo.
Solo chi è davvero appassionato può cercare di "emanare" intorno a sé l'amore per l'oggetto della sua passione e richiamare su di esso l'attenzione di coloro che sono alla ricerca, come spesso lo sono i giovani, di senso, speranza e orizzonte alla incomprensibilità, alla noia e, a volte, alla durezza del presente.
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25/01/2008
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