Rifondazione: "Il Piano di Spiaggia così non s'ha da fare"
San Benedetto del Tronto | Il direttivo di Rifondazione Comunista esprime attraverso il consigliere Daniele Primavera il suo dissenso agli aggiustamenti del prossimo Piano di Spiaggia.
di Matteo Pagnoni
Arriva oggi un comunicato ufficiale da Rifondazione Comunista, nel quale troviamo una posizione ben definita all'interno della "rotta" del prossimo Piano di Spiaggia.
Una presa di distanze da un "toccasana" generale per i concessionari di spiaggia. Le strutture cosiddette removibili, per il partito del Consigliere Daniele Primavera e dell'Assessore Settimio Capriotti sarebbero un ulteriore miglioria ai servizi di completamento di uno chalet.
Si intende dire che verande, gazebo e tettoie removibili, tanto per fare un esempio, migliorerebbero la qualità di un concessionario di spiaggia con ristorante annesso.
Perchè Rifondazione Comunista non vuole accettare tali aggiustamenti nel Piano di Spiaggia? Perchè crede nell' "effetto depressione", nella distorsione del mercato, nei confronti soprattutto delle attività che esercitano sul Lungomare.
Per completezza pubblichiamo di seguito il comunicato integrale firmato dal Consigliere Primavera, che si fa portavoce del direttivo del suo partito:
"Il direttivo di Rifondazione Comunista intende chiarire la propria posizione in merito al piano spiaggia di cui più volte si è parlato nei giorni scorsi.
Vogliamo sottolineare come tale piano spiaggia non sia mai stato affrontato dalla maggioranza, e quindi come non si possano certo esprimere proposte e considerazioni a nome di tutti i partiti che la compongono. In particolare, Rifondazione Comunista ritiene che non sia affatto utile concedere ai concessionari la possibilità di inserire nuove strutture negli spazi loro assegnati, benchè removibili, in quanto tali possibilità avrebbero come unico effetto quello di deprimere ulteriormente l'economia della parte della città che non si sviluppa sul lungomare, che negli ultimi 15 anni è stata fortemente penalizzata dall'apertura di decine di attività di ristorazione all'interno degli stabilimenti balneari.
Stupisce anzi che le associazioni di categoria dei commercianti siano tanto impegnate nella difesa dei concessionari e contemporaneamente siano così poco sensibili alle difficoltà di chi deve sobbarcarsi spese per il mantenimento di attività aperte 365 giorni l'anno nella restante parte di città, che creano lavoro continuativo e contribuiscono in modo determinante alla leadership economica di S. Benedetto.
Spesso si è detto che gli stabilimenti balneari debbano essere meglio attrezzati per rispondere alle esigenze di un turismo che cambia e chiede servizi sempre maggiori; niente di più vero.
Quello che però impedisce tale miglioramento non è l'attuale piano spiaggia, ma il nanismo congenito di queste concessioni, i cui proprietari e gestori in 25 metri di fronte o anche meno pretendono di far tutto, dalla balneazione, al ristorante, al bar, al locale notturno e persino discoteca. Per quanto ci riguarda tale pratica va contrastata con tutti i mezzi per evitare una evidente distorsione del mercato a favore di una categoria che dalla città ha avuto tantissimo, a cominciare dalla spesa enorme di riqualificazione del lungomare.
Tale categoria secondo il nostro parere - con alcune importanti eccezioni - non ha saputo sviluppare un senso imprenditoriale maturo, restando ancorato al modello dell'attività familiare e pretendendo, però, di fare concorrenza con i ben più organizzati ed estesi stabilimenti di Rimini.
Non è da trascurare, infine, il pesantissimo impatto ambientale di queste strutture, che tra muri, gazebo, siepi di separazione e cabine spesso non permettono di scorgere il mare, la nostra vera ricchezza, neppure dal lungomare.
Rifondazione ribadisce dunque la sua contrarietà ad una revisione "al rialzo" del piano di spiaggia, contrarietà che manifesta oggi pubblicamente e che sottoporrà agli alleati se e quando tale problematica sarà affrontata".
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29/01/2008
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