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Celebrato in Comune il "Giorno del Ricordo"

San Benedetto del Tronto | In apertura il sindaco Gaspari ha portato il suo saluto invitando a riflettere serenamente sulle tragedie del Novecento. Ancora un'iniziativa è in progamma per il 14 marzo con lo storico Raoul Pupo.

Con un'accurata relazione tenuta dallo storico Pierluigi Pallante, che ha accompagnato le parole alla proiezione di un filmato della durata di 13 minuti, è stato celebrato questa mattina dall'Amministrazione comunale, presso l'auditorium della biblioteca (viale De Gasperi 120), il "Giorno del ricordo", ricorrenza istituita dal Parlamento italiano nel 2004 "in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati".

In apertura il sindaco Gaspari ha portato il suo saluto invitando a riflettere serenamente sulle tragedie del Novecento: «questi incontri», ha aggiunto, « sono pensati come momenti di riflessione, soprattutto per le nuove generazioni».

Il dott. Pallante, tra i maggiori esperti in Italia sul tema commemorato con il "Giorno del ricordo", e già autore del volume La tragedia delle "foibe" pubblicato dagli Editori Riuniti nel 2006, ha anche annunciato la recente pubblicazione di un altro volume, dal titolo Foibe, memorie e futuro, da lui stesso curato per la stessa casa editrice, con gli atti di due convegni internazionali che aveva organizzato nel 2007 a Roma e Rovigo, e contenente sia diversi contributi di storici, che testimonianze di persone che hanno vissuto quei fatti, nelle tre nazioni coinvolte (Italia, Slovenia, Croazia), oltre al documento conclusivo dei lavori condotti alla commissione italo-slovena, costituita nel 1993 per indagare sull'argomento.

Nella sua relazione, Pallante ha proposto una "prospettiva di lungo periodo" per inquadrare il fenomeno dei contrasti per il confine orientale tra Italia e Jugoslavia, individuando come momenti salienti sia la modifica delle frontiere dopo la Prima guerra mondiale, che vide il "sacrificio" di territori precedentemente slavi, sia la modifica successiva alla Seconda guerra (il trattato di pace tra Italia e Alleati fu appunto firmato il 10 febbraio 1947), che vide un "sacrificio" stavolta a danno dell'Italia, ma individuando le maggiori responsabilità nella politica di aggressione e snazionalizzazione nei confronti degli slavi portata a lungo avanti dal fascismo, che lasciò dietro di sé e non soltanto in Jugoslavia circa 1300 criminali di guerra, ricercati da molte nazioni.

Sul silenzio intorno ai problemi del confine orientale e delle foibe (dove finirono persone di varie nazionalità: le vittime italiane furono tra le 4 e le 5 mila), Pallante ha affermato che l'Italia nel suo complesso, compresa la sua classe dirigente, ha trascurato per anni la questione, per non ricordarsi di aver perso una guerra per la quale preferiva autoassolversi, senza che questa fosse una strategia di una parte politica o dell'altra. Pallante ha quindi parlato dell'esodo dai territori precedentemente occupati dagli italiani, e tornati alla Jugoslavia dopo la fine della guerra. Al termine della sua relazione, il relatore si è ancora intrattenuto con un testimone triestino di quei fatti.

Dopo il trionfale concerto di sabato 9 febbraio sempre all'auditorium comunale, da parte del violinista Massimo Quarta accompagnato dai "Solisti aquilani", che rappresentava la prima iniziativa nell'ambito di quelle organizzate per il "Giorno del ricordo", l'ultimo appuntamento è fissato per venerdì 14 marzo alle ore 18, sempre all'auditorium, con il prof. Raoul Pupo dell'Università di Trieste e il dott. Costantino Di Sante (Isml Ascoli Piceno) sul tema Oltre le foibe: i soldati italiani in Jugoslavia 1941-1947.

Anche questo appuntamento, per il livello dei relatori, che sono appunto tra i massimi specialisti italiani sull'argomento,e autori di diversi volumi, è raccomandato dal Provveditorato degli studi ai docenti, oltre che agli studenti.

11/02/2008





        
  



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