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UDC e Berlusconi, interviene la Ceneri

San Benedetto del Tronto | "Com'è noto, Berlusconi non intende concedere all'Udc uno spazio come alleato, ma pretende che il nostro partito rinunci a simbolo e ad identità per confluire adesso in un listone dalla composizione molto eterogenea".

Gabriella Ceneri, Gianni Contri

Sono uno dei 67 componenti la Direzione Nazionale UDC, convocata per domani 14 febbraio a Roma; insieme al Consigliere Regionale Luigi Viventi rappresento il partito delle Marche.

Come correttamente ribadito dal Presidente Casini, solo da questo organo verrà espressa la posizione ufficiale e definitiva dell'Udc in merito alla richiesta di Berlusconi di far parte della lista unica che ha formato con Alleanza Nazionale ed altri piccoli partiti. Nel mio ruolo anticipo alcune brevi riflessioni, dettate dalla situazione politica attuale, che esprimo a titolo personale e che porrò anche domani all'attenzione degli amici della Direzione.

Com'è noto, Berlusconi non intende concedere all'Udc uno spazio come alleato, ma pretende che il nostro partito rinunci a simbolo e ad identità per confluire adesso in un listone dalla composizione molto eterogenea, domani ( dopo le elezioni) in un gruppo parlamentare unico e dopodomani ( subito dopo le elezioni) nel nuovo partito, chiamato Popolo delle Libertà.

Nel frattempo ha già definito autonomamente il programma della campagna elettorale e lo presenta ai media. E' evidente che Berlusconi intende mostrarsi da subito leader autorevole e decisionista, in grado di guidare una nuova formazione politica che ingloba, secondo quanto da lui stesso affermato, ben 18 simboli.

Nel quadro della legge elettorale vigente, che vincola al bipolarismo e vista la novità della concentrazione delle maggiori forze politiche in due liste, in questo contesto, mi chiedo, che ruolo può avere l'Udc?

Qualora confluisse nel listone avrebbe senz'altro il merito di contribuire all'affermazione e forse alla vittoria del Partito delle Libertà sul Partito Democratico, permettendo, con il premio di maggioranza, l'elezione di larga parte dei componenti della lista ( con le note differenze tra Camera e Senato). Questo è l'obiettivo principale del popolo di centrodestra, vincere le elezioni ed andare al governo del paese. Lo stesso può dirsi del Partito Democratico, che si presenta alle elezioni da solo per riscattarsi dal fallimento di una politica condizionata dalla sinistra estrema. Qual è, però, in questo contesto, la contropartita, il prezzo da pagare per una vittoria conquistata in questo modo?

La perdita del pluralismo politico, della ricchezza delle diverse identità, dell'appartenenza. Attenzione, io non mi riferisco certamente ai partitini che nascono dalle costole di altri per esigenze personalistiche di qualche personaggio frustrato, ma a quelle formazioni con una solida storia alle spalle, repubblicani, liberali, socialisti, socialdemocratici, democristiani e perchè no, anche radicali, comunisti e conservatori che si vorrebbero divorati e digeriti da un nuovo soggetto politico, contrapposto, in perfetto stile americano, ad altro soggetto.

Siamo consapevoli che se avalliamo questo processo , ci avvieremo inevitabilmente al bipartitismo, che lo schema di questo sistema elettorale verrà sostanzialmente confermato nella prossima legislatura, magari con qualche piccola modifica, per non correre il rischio di andare al referendum? Vogliamo questo? Credo di no.

Il partito che noi abbiamo in mente, il vero Partito Popolare Europeo, basato sulla condivisione di valori e non su di un cartello elettorale, potrebbe formarsi ed operare in Italia soltanto con una legge elettorale diversa, proporzionale tipo tedesco, in grado di favorire aggregazioni omogenee.

Questo è e deve rimanere il vero progetto politico dell'UDC! Forse se avessimo avallato la proposta di Marini... ma la fedeltà all'alleanza dello schieramento di centro destra ci ha portato ad una scelta responsabile, della quale possiamo ora vantarci, soprattutto in questo momento, in cui qualcuno vuole farci passare per quelli che impediscono l'aggregazione unitaria e mettono a rischio la vittoria.

Perchè non vogliono permetterci di correre da alleati con il nostro simbolo e con la nostra lista? La risposta ce l'ha data Berlusconi ieri sulla stampa e in tv a Porta a Porta, affrontando il tema dell'aborto,ed affermando che le questioni morali ed etiche non devono essere affrontate dalla politica, "nel nostro schieramento c'è la libertà di coscienza".

Evidentemente l'UDC dà fastidio perchè la pensa in maniera diversa, ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa: sulle questioni morali ed etiche occorre pronunciarsi e prendere posizione per il bene comune. Dunque ci vogliono tappare la bocca! Pensiamoci bene, cari amici, il nostro presente è l'eredità dell'impegno di tanti personaggi che hanno lasciato il segno nella storia del Paese, che hanno lavorato per costruire una politica per l'Uomo, sotto l'insegna dello scudo crociato, anche con il sacrificio della propria vita.

Alla precedente Direzione Nazionale abbiamo approvato il nostro simbolo per la campagna elettorale, dunque non torniamo indietro. E se il prezzo da pagare è la perdita di qualche poltrona al Senato, vale la pena di affrontare il rischio. Gli italiani sapranno comprendere le ragioni delle nostre scelte e sono sicura, ci seguiranno nella nostra campagna elettorale, in contrapposizione alle sinistre ed al Partito Democratico, con candidato premier Pier Ferdinando Casini.

Gabriella Ceneri componente Direzione Nazionale Udc

13/02/2008





        
  



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