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"Buon compleanno mamma!"

San Benedetto del Tronto | Maria Pia Maoloni riceve una letterina d'auguri dalle due figlie: "Mi consola sapere che le bambine pensano a me con tanto affetto- dice la donna- ma mi rattrista il fatto che le autorità belghe non mi consentano neppure di sentirle al telefono!"

Maria Pia Maoloni

Dall'Avv.Gabriella Ceneri, legale della signora Maoloni, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

"La signora Maria Pia Maoloni, madre delle due bimbe rimpatriate in Belgio nel mese di maggio 2007 per ordine del Tribunale per i Minorenni di Ancona e riaffidate al padre ( indagato per pedofilia) in esecuzione della sentenza del Tribunale per i Minorenni di Mons, continua a lottare per rivedere le sue bambine. Un procedimento amministrativo per ottenere il diritto di visita, ai sensi della Convenzione de L'Aja, è stato avviato ormai da parecchi mesi attraverso il nostro Ministero della Giustizia, autorità competente in questi casi, che si è attivato trasmettendo le richieste all'omologa Autorità belga, attraverso i canali ufficiali.

Purtroppo gli esiti sperati sono ancora lontani! Sul fronte delle controversie giudiziarie civili, per il ricorso in appello contro la sentenza di l'affidamento delle minori al padre , pendente davanti alla Corte di Appello di Mons, non è stata ancora fissata la data dell'udienza, benché la causa risulti iscritta al ruolo. Anche i nonni materni delle bambine, che vivono in Belgio, hanno da tempo depositato la richiesta per poterle incontrare; il ricorso verra trattato il 16.4.2008, a distanza di ben 6 mesi dall'udienza introduttiva!

Nel mese di dicembre u.s. i genitori delle bambine venivano convocati a Mons, con l'assistenza dei rispettivi legali, dal Direttore dell'Ufficio Pubblico di Aiuto all'Infanzia - Servizi di Protezione Giudiziaria di Mons,( SPJ) sig.Taoufik Bensaida, incaricato dal Tribunale dei Minorenni di Mons di predisporre gli adeguati interventi per la protezione e la sicurezza delle bambine. E' utile ricordare che le misure di protezione erano state richieste dal Tribunale per i Minorenni di Mons già nella sentenza del 3 Ottobre 2006, laddove veniva proposto all'SPJ di collocarle “fuori dal contesto familiare di vita”.

Tale decisione era stata confermata nella sentenza dell'Aprile 2007, probabilmente in vista del richiesto rimpatrio delle bambine. Ma il direttore dell'SPJ ha convocato le parti per valutare la misura da adottare soltanto nel mese di dicembre 2007! La conclusione è ovvia: nessuna autorità in Belgio, per molti mesi, ha monitorato e verificato le condizioni delle bambine, consegnate nelle mani del padre, che, si ricorda, è sottoposto ad indagine penale per sospetti abusi sulle figlie! All'incontro con l'SPJ per la signora Maoloni, impossibilitata a presentarsi perchè in Belgio su di lei vige un mandato di arresto conseguente all'imputazione per sottrazione di minore, erano presenti i suoi due avvocati belghi.

In tale sede il Direttore dichiarava che riteneva opportuna la ripresa dei rapporti tra madre e figlie, “nell'interesse superiore delle minori” e in tal senso veniva raggiunto l'accordo tra le parti per un successivo colloquio telefonico da effettuarsi il giorno 21 dicembre 2007 alle ore 17, in viva voce, sì da poter essere ascoltato dal padre delle bimbe, dai suoi avvocati e da Bensaida. Come è noto tale colloquio veniva di fatto negato, con la scusa che il padre non si era presentato e che le bimbe avevano bisogno di essere preparate alla ripresa dei rapporti con la mamma, mediante una consulenza terapeutica; tuttavia la vera ragione di tale decisione è emersa dalla lunga conversazione intercorsa tra Bensaida e la signora Maoloni

 Bensaida ha infatti contestato alla signora le azioni di denuncia pubblica, condotte attraverso i media e soprattutto internet, nei confronti delle autorità giudiziarie belghe, invitandola a desistere, meglio ancora a ritirare le accuse nei confronti del padre e del nonno delle bimbe, per dimostrare di “essere cambiata”, rispetto al passato. Precisamente: alla domanda della Maoloni “dovrei ritirare le denunce?” Bensaida avrebbe risposto “sarebbe una cosa buona”.

Una condizione inaccettabile, che suona come un ricatto. Alla fine del mese di gennaio 2008 viene comunicata alla signora Maoloni la decisione dell'SPJ: le bambine restano affidate al padre “sotto il controllo dell'SPJ”, si dispone un percorso terapeutico per le bambine, si invita il padre a far trasmettere dalle bambine alla mamma “un biglietto di auguri”, si invita la signora Maoloni a iniziare una “terapia individuale capace di aiutarla a ricostruirsi uno stato d'animo positivo e favorevole ad una ripresa dei contatti con le sue bambine”.

La sottoscritta ritiene che nessuna madre nei panni della Maoloni potrebbe riconquistare la serenità d'animo senza conoscere le reali condizioni di vita delle proprie figlie e soprattutto senza avere la certezza di poterle riabbracciare , inoltre è incomprensibile sotto il profilo giuridico l'assoluta “indifferenza” da parte dell'SPJ rispetto alla pendenza dell'indagine penale a carico del padre e del nonno delle bambine davanti alla Procura di Mons, circostanza che avrebbe dovuto indurre il sig. Bensaida ad adottare provvedimenti per proteggere le bambine da un pregiudizio anche solo eventuale.

Invece Bensaida afferma: “quello che appare inconfutabile è che loro non sembrano per niente in pericolo nel contesto familiare paterno. La signora Maoloni precisa che il Sostituto Procuratore di Mons, titolare dell'indagine penale a carico del padre e del nonno delle bambine, è in attesa di dare corso alla decisione del Giudice Istruttore che di recente ha accolto alcune richieste della sua difesa di acquisizione al fascicolo penale di ulteriori precisi elementi di prova, per le dovute valutazioni.

“A seguito di questo importante passo avanti nelle indagini, il nonno delle bambine ha chiesto attraverso i suoi legali, con un'apposita procedura, che l'indagine venga trasferita ad altro magistrato! - dice la Maoloni - Sembra comunque che la richiesta sia stata respinta e che il fascicolo sia tornato nella disponibilità del Giudice Istruttore, presto sarà consultabile dai miei avvocati belgi”. Nella posta del 15 febbraio la signora Maoloni ha trovato una vera sorpresa: una letterina di auguri delle figlie per il suo compleanno.

La missiva, datata 2 gennaio 2008, appare effettivamente scritta dalle bambine e contiene oltre a tanti cuoricini, anche alcuni significativi disegni spontanei della figlia maggiore, che ha quasi 9 anni. “ Stanotte ho dormito con il biglietto sotto il cuscino – dice la signora Maoloni – mi consola sapere che le mie figlie pensano a me con tanto affetto, ma mi rattrista il fatto che le autorità belghe non mi consentano neppure di sentirle al telefono! Una cosa è certa: io non mi rassegno e continuerò a lottare con tutte le mie forze, per difendere le mie bambine”.

La sottoscritta invierà nei prossimi giorni il provvedimento dell'SPJ al funzionario del Ministero della Giustizia incaricato di seguire la pratica del diritto di visita, perchè metta in campo le più opportune azioni volte a rimuovere la decisione presa, pregiudizievole per le bambine. In base alla Convenzione di New York del 1989 per i diritti del fanciullo, i minori hanno diritto a conservare rapporti significativi con entrambi i genitori, anche in condizioni estreme".

17/02/2008





        
  



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