Un ricordo indelebile
Monteprandone | La scomparsa di Mons. Luigi Giussani è un costante motivo della sua presenza. Quale uomo di profonda cultura e spiccata sensibilità umana intuì che l'azione di evangelizzazione cristocentrica non poteva per nessun motivo prescindere dai giovani.
di Fernando Ciarrocchi
Mons. Luigi Giussani
Non vogliamo certo correre il rischio di essere iper celebrativi, anche perché non sarebbe né corretto, né oggettivo. Il Gius come tutti gli amici di Comunione e Liberazione sono soliti appellarlo non ha rappresentato, ma rappresenta oggi, lo sarà per sempre, una delle figure più limpide e autorevole del cattolicesimo europeo. Ma perché, qualcuno si chiederà? Ovviamente l'operato, la personalità, il pensiero di Don Giussani vanno contestualizzati nel periodo in cui il fondatore di CL si è trovato ad esistere, vivere e testimoniare.
Quale uomo di profonda cultura e spiccata sensibilità umana, artistica ( è stato un grande estimatore di compositori musicali che hanno segnato le varie epoche della storia) , intuì che l'azione di evangelizzazione cristocentrica non poteva per nessun motivo prescindere dai giovani. Da qui iniziò la sua azione pastorale che si concretizzò in GS, gioventù studentesca. Negli anni è diventata ed è la presenza viva di matrice e testimonianza cristiana nelle scuole di ogni ordine e grado, ovviamente, fino all'università.
I suoi giovani Don Giussani li ha formati ed educati non solo all'ascolto della parola di Nostro Signore, ma anche a metterla in pratica con operatività, coinvolgimento personale e collettivo. La parola di Cristo che diventa azione verso il prossimo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, bisognoso di assistenza morale, umana e concreta. Lo sporcarsi le mani per gli altri, gratuitamente, in forza di un incontro che ciascuno di noi ha avuto la grazia di fare con un Qualcuno più grande che ha donato la sua vita per la nostra salvezza.
Questa è la ragione di fondo che ha mosso l'intenzione di aver fondato e attivato numerose cooperative che hanno dato e costituiscono una chance certa di lavoro, quindi, di occupazione per molti giovani che purtroppo hanno esperienze di vita il più delle volte turbolente. L'essere cristiani, così ci ha insegnato e ci insegna, Don Giussani, non è un fatto privatistico, ma un fatto storico, quindi significa riconoscere la Presenza di Cristo, l'incontro con Lui: il dichiararsi cristiani non è aderire a qualcosa ma vivere seguendo un modus vivendi cristianamente ispirato in ogni tempo e circostanza in cui Cristo ci chiama a vivere.
Il paradigma dell'azione quotidiana per ogni cristiano, che consapevolmente si professa tale, è Cristo vissuto e vivo in mezzo a noi: " laddove due o tre sono riuniti in nome mio Io sono in mezzo a loro". Ecco la costante Presenza di Cristo, il FATTO, il fatto per eccellenza. Non a caso il Gius tutte le volte che ne aveva occasione sottolineava, con la sua sana a cristiana veemenza contraddistinta da quella sua voce inconfondibile, che "IL CRISTIANESIMO E' UN FATTO . UN FATTO ACCADUTO OLTRE DUEMILA ANNI FA". Questa è la chiave di volta, questo il primo pilastro imprescindibile dell'esistenza e della grandezza di un movimento ecclesiale, di dimensioni mondiali, come quello di COMUNIONE E LIBERAZIONE.
Una delle più grandi sfide di questo nostro tempo è l'educazione dei più piccoli, dei giovani, in una parola dei nostri amati figli. Cosa fare?, soprattutto, come fare? Chi ha la ricetta? Nessuno, anche perché non esiste alcun manuale che spiega il mestiere di genitori. Non caso, dunque, mons. Giussani ha parlato di rischio educativo e sul tema, oltre a numerose conferenze, ha scritto anche un interessante volume dal titolo "Rischio educativo".
E' vero l'educazione vuol dire si trasmettere sani principi, corretti maniere, i valori fondamentali , ma significa anche avere la consapevolezza del rischio che va affrontato nella certezza che Qualcuno più grande di noi saprà far germogliare quei semi buoni che i giovani cuori sapranno accogliere per far crescere persone nuove e autentiche.
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22/02/2008
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