La Trilogia della Villeggiatura
Jesi | La commedia goldoniana rappresentata da Toni Servillo.
di Andrea Carnevali

Teatro Jesi
Con una certa ritualità tutta francese è andato in scena lo spettacolo La Trilogia della villeggiatura diretto da Toni Servillo, lo scorso 31 gennaio, al teatro Gian Battista Pergolesi.
La regia ha conservato il tono acceso e di polemica presente nelle commedie, mentre le scene di Carolo Sala sono state ispirate alla pop art. Nella tradizione del teatro italiano - che emerge dalla struttura dei personaggi - ne La Trilogia della villeggiatura (1761) si ritrova l’esperienza del commediografo maturo.
Del resto il testo teatrale di Carolo Goldoni rappresentato a teatro G. Battista Pergolesi è una grandiosa retrospettiva dei vizi e delle debolezze della nuova classe sociale. La scrittura di questa opera è l’eco del teatro precedente al viaggio che Carlo Goldoni fece a Parigi. Ne La Trilogia della Villeggiatura Carlo Goldoni attenua i motivi che ispirano il capolavoro, tra l’altro molto difficile da mettere in scena, soprattutto nella versione originale (testo goldoniane è composto da nove atti).
I dialoghi lasciano pensare alle successive commedie, come sarà per Una delle ultime sere de carnevale di Venezia (1762). L’allegoria degli abiti assume, infatti, il ruolo di maschera – che si indossa o si togliere – per rimanere in società. Le prime battute sono state di Andrea Renzi, squattrinato e indeciso, colto da molti dubbi sul suo futuro.
La rivoluzione sociale in Francia si faceva sentire, anche se lentamente, in Italia. Il soggiorno in campagna ed il rientro dalla villeggiatura dei personaggi sono per Carlo Goldoni il modo con cui fare riflettere sulla società borghese veneziana del ‘700. Con l’esplosione dei sentimenti lo scrittore era riuscito a mettere in luce il forte soffocamento della società attraverso le loro regole sociali.
Così la malinconia della routine della vita in città faceva fuggire verso la campagna. Ma la perdita di identità dei personaggi con il passare del tempo era sempre più profonda. L’interpretazione di Mariella Lo Sardo è stata di grande spessore, perché ha reso vivo il personaggio della madre preoccupata del destino della figlia senza dote.
Le stanze, i rigori delle scene ed i diversi ambienti sono stati di grande impatto nel quadro complessivo della commedia e nella spiegazione dei mutamenti sociali del tempo. Il racconto teatrale - tipico della commedia dell’arte - sull'inquietudine, sull'amore e sulla gelosia si è ampliato ne la Trilogia della villeggiatura (“Le smanie per la villeggiatura”, “Le avventure della villeggiatura”, “Il ritorno dalla villeggiatura”) con un impianto scenico molto complesso tra azioni e temi.
Nell’ opera, l’amore rischia di travolgere l’onore e la morale dei personaggi. Carlo Goldoni sviluppa la vicenda dal nucleo familiare messo in pericolo dalla passione amorosa e dalla dissipazione economica che le contrappone con i limiti del denaro e con la condizione sociale tra i diversi comportamenti.
La scena viene giocata con piccoli sheck che fanno risaltare il sentimento amoroso, in un crescendo passionale. Le ambientazioni sceniche dallo stile europeo sono state l’idea di Toni Servillo e di Betti Pedrazzi che hanno stupito gli spettatori di Jesi. La regia di Toni Servillo al teatro Gian Battista Pergolesi ha restituito alla commedia di Carlo Goldoni un’atmosfera di altri tempi: abitudini e costumi. Anche il vezzo parla dell’Italia nel Settecento.
Nei caffè delle città, infatti, si era formata una grande competizione nelle botteghe per modificare la ricetta esistente inventando nuove versioni. Il rapporto con il mondo nuovo non viene lasciato fuori dalla scena teatrale. Con il tessuto Carlo Goldoni si svela la modernità del testo con i colori, intrecci e l’importanza delle relazioni sociali tra i personaggi femminili. La rottura dello schema del canovaccio è avvenuta nella seconda parte della rappresentazione.
Toni Servillo è riuscito a mescolare esperienze teatrali di genere a quello di prosa in cui compaiono diversi simboli a tratti infantili come piante, fiore ed erba. Ciò va di pari passo con un progressivo deterioramento della situazione psicologica dei personaggi. Con il primo atto in cui compaiono il baule e gli abiti che sputano da tutte le parti – dall’aspetto frivolo – l’pera teatrale tende a rompere gli schemi della commedia dell’arte e scendere lentamente alle influenze del teatro contemporaneo. Lentamente, e in modo graduale, il racconto della villeggiatura va verso una chiusura drammatica con la partenza di Giacinta e del suo promesso sposo Leonardo per Genova e la constatazione di un fallimento generalizzato che coinvolge tutti i protagonisti.
La regia ha conservato il tono acceso e di polemica presente nelle commedie, mentre le scene di Carolo Sala sono state ispirate alla pop art. Nella tradizione del teatro italiano - che emerge dalla struttura dei personaggi - ne La Trilogia della villeggiatura (1761) si ritrova l’esperienza del commediografo maturo.
Del resto il testo teatrale di Carolo Goldoni rappresentato a teatro G. Battista Pergolesi è una grandiosa retrospettiva dei vizi e delle debolezze della nuova classe sociale. La scrittura di questa opera è l’eco del teatro precedente al viaggio che Carlo Goldoni fece a Parigi. Ne La Trilogia della Villeggiatura Carlo Goldoni attenua i motivi che ispirano il capolavoro, tra l’altro molto difficile da mettere in scena, soprattutto nella versione originale (testo goldoniane è composto da nove atti).
I dialoghi lasciano pensare alle successive commedie, come sarà per Una delle ultime sere de carnevale di Venezia (1762). L’allegoria degli abiti assume, infatti, il ruolo di maschera – che si indossa o si togliere – per rimanere in società. Le prime battute sono state di Andrea Renzi, squattrinato e indeciso, colto da molti dubbi sul suo futuro.
La rivoluzione sociale in Francia si faceva sentire, anche se lentamente, in Italia. Il soggiorno in campagna ed il rientro dalla villeggiatura dei personaggi sono per Carlo Goldoni il modo con cui fare riflettere sulla società borghese veneziana del ‘700. Con l’esplosione dei sentimenti lo scrittore era riuscito a mettere in luce il forte soffocamento della società attraverso le loro regole sociali.
Così la malinconia della routine della vita in città faceva fuggire verso la campagna. Ma la perdita di identità dei personaggi con il passare del tempo era sempre più profonda. L’interpretazione di Mariella Lo Sardo è stata di grande spessore, perché ha reso vivo il personaggio della madre preoccupata del destino della figlia senza dote.
Le stanze, i rigori delle scene ed i diversi ambienti sono stati di grande impatto nel quadro complessivo della commedia e nella spiegazione dei mutamenti sociali del tempo. Il racconto teatrale - tipico della commedia dell’arte - sull'inquietudine, sull'amore e sulla gelosia si è ampliato ne la Trilogia della villeggiatura (“Le smanie per la villeggiatura”, “Le avventure della villeggiatura”, “Il ritorno dalla villeggiatura”) con un impianto scenico molto complesso tra azioni e temi.
Nell’ opera, l’amore rischia di travolgere l’onore e la morale dei personaggi. Carlo Goldoni sviluppa la vicenda dal nucleo familiare messo in pericolo dalla passione amorosa e dalla dissipazione economica che le contrappone con i limiti del denaro e con la condizione sociale tra i diversi comportamenti.
La scena viene giocata con piccoli sheck che fanno risaltare il sentimento amoroso, in un crescendo passionale. Le ambientazioni sceniche dallo stile europeo sono state l’idea di Toni Servillo e di Betti Pedrazzi che hanno stupito gli spettatori di Jesi. La regia di Toni Servillo al teatro Gian Battista Pergolesi ha restituito alla commedia di Carlo Goldoni un’atmosfera di altri tempi: abitudini e costumi. Anche il vezzo parla dell’Italia nel Settecento.
Nei caffè delle città, infatti, si era formata una grande competizione nelle botteghe per modificare la ricetta esistente inventando nuove versioni. Il rapporto con il mondo nuovo non viene lasciato fuori dalla scena teatrale. Con il tessuto Carlo Goldoni si svela la modernità del testo con i colori, intrecci e l’importanza delle relazioni sociali tra i personaggi femminili. La rottura dello schema del canovaccio è avvenuta nella seconda parte della rappresentazione.
Toni Servillo è riuscito a mescolare esperienze teatrali di genere a quello di prosa in cui compaiono diversi simboli a tratti infantili come piante, fiore ed erba. Ciò va di pari passo con un progressivo deterioramento della situazione psicologica dei personaggi. Con il primo atto in cui compaiono il baule e gli abiti che sputano da tutte le parti – dall’aspetto frivolo – l’pera teatrale tende a rompere gli schemi della commedia dell’arte e scendere lentamente alle influenze del teatro contemporaneo. Lentamente, e in modo graduale, il racconto della villeggiatura va verso una chiusura drammatica con la partenza di Giacinta e del suo promesso sposo Leonardo per Genova e la constatazione di un fallimento generalizzato che coinvolge tutti i protagonisti.
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