Armata scrive in merito alle elezioni politiche nazionali
San Benedetto del Tronto | "Per quello che riguarda il programma, lo avremmo voluto più asciutto e più incisivo, più realista e con meno retorica sul paese che sognamo".

Cari amicicompagni, ad essere franchi i due pilastri della campagna elettorale del PD, il programma e le liste, sono deboli.
Per quello che riguarda il programma, lo avremmo voluto più asciutto e più incisivo, più realista e con meno retorica sul "paese che sognamo" ma che non possiamo al momento permetterci. Sulle liste si può solo convenire che la tenaglia determinata dal sistema delle liste bloccate (non corretta con un abbozzo di primarie) e l'ancora debole struttura organizzativa del Partito, ha schiacciato le volontà di rinnovamento che si sono fermate a qualche suggestiva candidatura (e anche qualche pasticcio). Per il resto, le liste raccolgono nomenclatura, portaborse, portavoce e financo qualche segretaria.
Non siamo mammole per non capire che queste elezioni si giocano anche sulla capacità di portar voti e soprattutto di sottrarli all'avversario, ma la formazione dei gruppi parlamentari, per il ruolo che avranno nel paese e nel partito, è un passaggio fondamentale per imprimere un segno di effettiva novità all'intero progetto democratico. Con gruppi parlamentari tradizionali, impreziositi con qualche personalità di spicco, avremo un partito tradizionale, è la dura legge della politica.
Faccio queste riflessioni non sotto l'effetto del pessimismo e spero di non essere accusato di seminarlo.
Mi permetto di rivolgermi con franchezza agli amicicompagni che in varie occasioni hanno frequentato il Movimento per il Partito Democratico per dire che il nostro impegno politico può e deve svolgersi su due piani: uno tradizionale, come singoli cittadini all'interno delle attività territoriali organizzate dai circoli del PD; un altro associativo, come pungolo alla riflessione civile, di coscienza critica che non si auto-sospende per disciplina di partito, che vuol essere propositiva ma non disponibile a tacere sulle cadute di stile e inversioni di tendenza.
Il contributo del Movimento per il Partito Democratico alla campagna elettorale non può non tenere conto di questa situazione contraddittoria, della distanza creatasi tra le intenzioni della partenza e le realizzazioni. Un incontro per rilanciare la nostra voce fuori dal coro e per recuperare la fascia dei delusi si rende necessario e urgente.
Per quello che riguarda il programma, lo avremmo voluto più asciutto e più incisivo, più realista e con meno retorica sul "paese che sognamo" ma che non possiamo al momento permetterci. Sulle liste si può solo convenire che la tenaglia determinata dal sistema delle liste bloccate (non corretta con un abbozzo di primarie) e l'ancora debole struttura organizzativa del Partito, ha schiacciato le volontà di rinnovamento che si sono fermate a qualche suggestiva candidatura (e anche qualche pasticcio). Per il resto, le liste raccolgono nomenclatura, portaborse, portavoce e financo qualche segretaria.
Non siamo mammole per non capire che queste elezioni si giocano anche sulla capacità di portar voti e soprattutto di sottrarli all'avversario, ma la formazione dei gruppi parlamentari, per il ruolo che avranno nel paese e nel partito, è un passaggio fondamentale per imprimere un segno di effettiva novità all'intero progetto democratico. Con gruppi parlamentari tradizionali, impreziositi con qualche personalità di spicco, avremo un partito tradizionale, è la dura legge della politica.
Faccio queste riflessioni non sotto l'effetto del pessimismo e spero di non essere accusato di seminarlo.
Mi permetto di rivolgermi con franchezza agli amicicompagni che in varie occasioni hanno frequentato il Movimento per il Partito Democratico per dire che il nostro impegno politico può e deve svolgersi su due piani: uno tradizionale, come singoli cittadini all'interno delle attività territoriali organizzate dai circoli del PD; un altro associativo, come pungolo alla riflessione civile, di coscienza critica che non si auto-sospende per disciplina di partito, che vuol essere propositiva ma non disponibile a tacere sulle cadute di stile e inversioni di tendenza.
Il contributo del Movimento per il Partito Democratico alla campagna elettorale non può non tenere conto di questa situazione contraddittoria, della distanza creatasi tra le intenzioni della partenza e le realizzazioni. Un incontro per rilanciare la nostra voce fuori dal coro e per recuperare la fascia dei delusi si rende necessario e urgente.
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10/03/2008
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