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Le donne di ieri e di oggi

Offida | Mostra-mercato ad Offida, città culla dell'imprenditoria femminile, la valorizzazione del lavoro delle donne dal passato ad oggi.

Ieri , presso l'Enoteca Regionale delle Marche di Offida, si è inaugurata la mostra fotografica e mostra-mercato di prodotti inerenti i mestieri artigianali d'eccellenza riservata a ditte di titolarità femminili. La mostra resterà aperta al pubblico da oggi fino al 24 del mese corrente.

Si è tenuto, successivamente un convegno su "Il valore della differenza" al quale hanno preso parte il sindaco di Offida Lucio D'Angelo, l'Assessore Regionale alle Pari Opportunità Loredana Pistelli, l'Assessore Provinciale alle Pari Opportunità Licia Canigola, l'Assessore Provinciale alla Cultura Olimpia Gobbi, la Consigliera Provinciale di Parità Paola Petrucci e il Consigliere comunale con delega Pari Opportunità Angela Capretti.

È intervenuta, in oltre, la Docente di Sociologia dei Processi economici e del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino Patrizia David e in conclusione la Sottosegretaria di Stato per i Diritti e le Pari Opportunità Donatella Linguiti con "L'imprenditoria femminile nella nuova Finanziaria".

Si tratta di un'iniziativa che intende mettere in risalto non solo l'apporto femminile all'identità del territorio e della comunità provinciale, ma anche il suo impulso all'imprenditoria e al mondo del lavoro sotto il profilo sociale ed economico.

Non è casuale la scelta di presentare "Le donne picene ieri ed oggi" proprio nella città di Offida ove l'economia da anni o meglio secoli, si è retta su attività commerciali al femminile. Infatti è conosciuta come "città del merletto a tombolo" e divenuta meta turistica per questo ed altri mestieri tramandati dal passato, ma attualmente sta vivendo un momento difficile. Pare sia la città che ha subito il numero più alto di donne" lasciate a casa" per il fallimento di aziende, donne che tra l'altro non sono in età pensionabile perché troppo giovani , ma non più sfruttabili perché troppo anziane, esse pertanto si appellano all'art.4 della Costituzione che prevede il lavoro come un diritto e vogliono avere la voce in capitolo anche sul fatto che troppo spesso lo vedono decurtato.

Secondo studi recenti, che hanno sciolto la matassa dell'intervento femminile sui lavori del passato, sembra abbia riscontro un po' ovunque, come nei settori della calzatura, della ceramica, del tessuto, dell'enogastronomia, della marineria, dello sport, della "Pajarola"( o meglio fabbricazione di cappelli in paglia documentabili con foto antiche appunto esposte), la presenza proficua e costante della donna.

Dopo l'adesione alla Carta Europea che prevede interventi in tutti i settori e il Patto di Lisbona che mira a raggiungere per il 2010 il 60% di occupazione femminile ed altre iniziative a partire dallo scorso anno ad oggi, si sta cercando di avviare in tutti gli Enti uno scambio di conoscenze su tutto il territorio e di creare quindi una "Rete di Sostegno" non ideologica, ma concreta, aperta alle proposte che richiede una consistente collaborazione di donne.

Ci faccia riflettere il fatto che ancora oggi il 97% delle violenze nelle mura domestiche e nell'ambiente di lavoro non vengano denunciate per una serie di motivi molto spesso di necessità che portano le donne al silenzio.

Sulla base di ciò possiamo dire che non c'è un avanzamento paritario nel nostro territorio tra uomini e donne e che quindi non si è raggiunta la "parità".

Ci fa notare l'Assessore Olimpia Gobbi, come la discriminazione fosse forte in un tessuto sociale e patriarcale del passato che ha voluto per anni non riconoscere alcun merito al lavoro femminile riportando ad oggi riflessi pregiudizievoli errati, si pensi solo al luogo comune di portatrici di disordine sociale in quanto lavoratrici.

Un processo di retrospezione ci conferma che fino all'età della rivoluzione industriale esse non siano state impiegate alla produzione manifatturiera esclusivamente per uso domestico, ma per l'intero mercato e che da sole e non in gruppo guidate da un uomo come si pensi, migravano in altri territori lasciando le case per andare a lavorare come donne delle pulizie o badanti a sostegno economico delle proprie famiglie.

Oppure che fossero scarsamente portate ad usare macchinari tecnologicamente più avanzati, anche questo errato principalmente per tre motivi, primo il settore cappelli di paglia richiedeva l'uso di macchinari e riscontriamo che nel 1860 venne esposta per opera di una società femminile di Falerone una macchina inventata e brevettata per la cucitura dei cappelli, secondo il settore tessile che nel 1905 vedeva, a Macerata, premiata una donna per l'invenzione del telaio meccanico e terzo il settore biologico che vedeva un gruppo esclusivamente femminile qualificato usare il microscopio per la selezione del baco da seta.

Secondo la docente di Sociologia Patrizia David, è sbagliato l'approccio di impresa al femminile considerata debole imitazione a quella maschile. Uomini e donne, ribadisce, sono diversi biologicamente, eticamente e culturalmente quindi si deve guardare a ciò con considerazione di fondo nelle loro differenze se si vuole guardare ad una ripresa economica del nostro paese,quindi, si deve per forza di cose, sviluppare le migliorie che esse producono e in eccellenze e in qualità. Un distinguo di capacità, come afferma la Consigliera Paola Petrucci , in uomo-quantità e donna-qualità.

Potrebbe essere questa una delle causa della retrocessione femminile nel mondo del lavoro attuale che richiede sempre di più la quantità nei tempi veloci di mercato che la qualità. Svantaggiata per necessità famigliari, vedono la donna assentarsi frequentemente sul posto di lavoro. Tale assenza va ad incidere sulla produzione per quantità, quindi se si scegliere chi deve stare a casa bene si scelga la donna, perché è quella che da più problemi, se ha figli da problemi, se non né ha vene vincolate ad averli, se fidanzata deve aspettare almeno un anno prima di sposarsi, se in cinta è improduttiva per lungo tempo, comunque a parità di qualifica sempre sottopagata costretta spesso ad accettare lavori precari e subire la non valorizzazione del suo operato .

Conclude la Sottosegretaria Linguiti, di non sapere quanto il modello di società attuale possa essere capace di sviluppare queste abilità e costruire un futuro diverso, ma siamo sicuramente in netto ritardo sulla ripresa economica non facilitata dall'arrivo della crisi finanziaria Americana. Altro non possiamo fare che unire le forze lavoro sia maschili che femminili nelle loro specificità e competenze.

Ci troviamo, aggiunge, in una fase contraddittoria che vede da un lato la necessità europea di investire sull'imprenditoria femminile per innovazioni e dall'altro un' Italia che fa di tutto per lasciare le donne a casa. Ricordiamo esse eccedono nel rispetto dell'ambiente,eccedono nella qualità, curano la formazione del personale, sono più qualificate degli uomini, rispettano e fanno rispettare le regole, sono più attente e sensibili alle richieste di mercato, valorizziamo il loro lavoro quindi in un tornaconto sull'economia.

21/03/2008





        
  



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