Lapedona celebra la Madonna Bruna
Lapedona | Fervono i preparativi nel piccolo centro della Valdaso per il giorno della Madonna Bruna. Riti religiosi e appuntamenti profani in questa festa di origine settecentesca.
di Walter Carelli
Chiesa rurale di Madonna Bruna
La domenica dopo Pasqua per ogni lapedonese è un giorno speciale, è il giorno della Madonna Bruna. La più grande festa paesana dopo quella del 15 luglio del patrono San Quirico.
La chiesa rurale omonima, fulcro delle celebrazioni, venne realizzata sui resti di antiche costruzioni romane grazie alle offerte dei fedeli che intendevano rendere omaggio alla Madonna per l'intercessione compiuta verso il Signore. Particolarità dell'edificio è che l'affresco della pala d'altare era dipinto su un muro di un orto, preesistente alla chiesa stessa, poi segato e posto sull'altare maggiore.
La tradizione di questa sentitissima festa affonda le sue radici nel Settecento, quando le quattro confraternite organizzavano nella domenica dell'Angelo una processione alla frazione della Madonna Bruna.
A mezzogiorno pranzo al sacco, con una pagnotta di pane, un uovo lesso e tanto vino offerto dalle compagnie di religiosi. La giornata molto spesso degenerava causa i litigi provocati dalle numerose sbornie e dalla gelosia per le donne, a tal punto che quasi mai si riusciva a fare la processione di ritorno, anzi qualcuno particolarmente "cotto" tornava in paese a bordo di una carriola.
Dal 1937, grazie all'intervento dell'arciprete don Pierino Venturini, che portò nella chiesa la Madonna del Rosario, la festa assunse toni più religiosi, le processioni divennero serie e devote e anche la scampagnata si fece più civile. Con il passare degli anni la commemorazione della Madonna Bruna è diventata sempre più sentita e devota.
La celebrazione inizia alle ore nove con la processione da piazza Giacomo Leopardi alla chiesa rurale, un percorso di tre chilometri addobbato di rami di alloro ornati di fiocchi di carta colorata, dove viene portata la statua della Madonna su di un carro agghindato con fiori e luci. All'arrivo la solenne messa cantata dalla corale, alle dodici la messa letta e nel pomeriggio musica con il gruppo folkloristico "I fellaccià" e giochi popolari tradizionali per ragazzi.
Fino all'imbrunire, quando riparte la processione alla volta del paese, con i lumini, fuochi d'artificio e canti della banda musicale di Falerone. All'arrivo in piazza la predica e la benedizione eucaristica, prima che la festa si sposti nelle famiglie assediate da parenti e amici, specie emigrati, che rimpatriano per un giorno felici di poter vivere la loro domenica dell'Angelo.
La chiesa rurale omonima, fulcro delle celebrazioni, venne realizzata sui resti di antiche costruzioni romane grazie alle offerte dei fedeli che intendevano rendere omaggio alla Madonna per l'intercessione compiuta verso il Signore. Particolarità dell'edificio è che l'affresco della pala d'altare era dipinto su un muro di un orto, preesistente alla chiesa stessa, poi segato e posto sull'altare maggiore.
La tradizione di questa sentitissima festa affonda le sue radici nel Settecento, quando le quattro confraternite organizzavano nella domenica dell'Angelo una processione alla frazione della Madonna Bruna.
A mezzogiorno pranzo al sacco, con una pagnotta di pane, un uovo lesso e tanto vino offerto dalle compagnie di religiosi. La giornata molto spesso degenerava causa i litigi provocati dalle numerose sbornie e dalla gelosia per le donne, a tal punto che quasi mai si riusciva a fare la processione di ritorno, anzi qualcuno particolarmente "cotto" tornava in paese a bordo di una carriola.
Dal 1937, grazie all'intervento dell'arciprete don Pierino Venturini, che portò nella chiesa la Madonna del Rosario, la festa assunse toni più religiosi, le processioni divennero serie e devote e anche la scampagnata si fece più civile. Con il passare degli anni la commemorazione della Madonna Bruna è diventata sempre più sentita e devota.
La celebrazione inizia alle ore nove con la processione da piazza Giacomo Leopardi alla chiesa rurale, un percorso di tre chilometri addobbato di rami di alloro ornati di fiocchi di carta colorata, dove viene portata la statua della Madonna su di un carro agghindato con fiori e luci. All'arrivo la solenne messa cantata dalla corale, alle dodici la messa letta e nel pomeriggio musica con il gruppo folkloristico "I fellaccià" e giochi popolari tradizionali per ragazzi.
Fino all'imbrunire, quando riparte la processione alla volta del paese, con i lumini, fuochi d'artificio e canti della banda musicale di Falerone. All'arrivo in piazza la predica e la benedizione eucaristica, prima che la festa si sposti nelle famiglie assediate da parenti e amici, specie emigrati, che rimpatriano per un giorno felici di poter vivere la loro domenica dell'Angelo.
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27/03/2008
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