L'allestimento è risuscito a conservare il suo carattere anticonformistico di Tartufo e della commedia dell'opera originaria del 1664.

Sicuro della buona fede insinuante e bigotto tartufo, Giacomo padrone di casa, vuole dargli in sposa la figlia Damis e lo lasciarlo libero di fare la corte alla moglie Elmira.

L'allestimento - per tre atti - è stato di poche luci. Ha reso costante la parte più profonda dell'opera d'arte di Molière. L'osservazione acuta di Carlo Cecchi ha colto le nuove l'intreccio tra letteratura e filosofia. Il linguaggio degli abiti indicava il gioco ed i ruoli sul palcoscenico.

Tartufo di nero e grigio, Emira con un abito molto elencate rosso, Damis in ambiti - innocenti - rosa, hanno potuto rendere la viva il gioco delle seduzioni. Forte è abbacinante è stata la luce sulla scena che indagava sui personaggi. Tutti gli spettatori fermi a guardare le caratteristiche e le virtù dei personaggi. I vizi dei personaggi di Molière sono stati radiografati.

La traduzione di Cesare Garbali e la regia di Carlo Cecchi hanno rispettato il testo, ma hanno -in qualche senso fatto perdere - il vigore necessario per il pubblico anconetano. Gli attori di Carlo Cecchi Angelica Ippolito (Madama Pernella), Carlo Cecchi (Orgone), Licia Maglietta (Elmira), Vincenzo Ferrera (Damide), Viola Graziosi (Marianna), Francesco Ferrieri (Valerio), Alessandro Baldinotti (Cleante), Valerio Binasco (Tartufo), Iaia Forte (Dorina), Rino Marino (Il Signor Leale), Diego Sepe (Un Ufficiale), Francesca Leone (Filippina) sono stati applauditi tiepidamente. La rappresentazione rimane ad Ancona fino a sabato 29 marzo. Per informazioni www.stabilemarche.it