Un tragico volo nel vuoto, una giovane vita spezzata: il male di vivere che miete una nuova vittima. Il teatro è ancora una volta il ponte dell'autostrada nel tratto in corrispondenza con la strada statale che da Porto San Giorgio sale verso Fermo, anche le modalità del suicidio accomunano il 36enne Cristiano Scoccia ad altre vittime che in passato hanno deciso di mettere un precoce punto alla loro vita buttandosi da questo ponte, compiendo un inquietante e tragico volo di 50 metri.

La tragedia si è consumata ieri mattina. La vittima, Cristiano Scoccia, ha lasciato la macchina nella corsia di emergenza lungo la A 14, ha scavalcato la rete di protezione che lo divideva dal baratro e con un incredibile coraggio si è lasciato cadere nel vuoto lasciando nella completa disperazione la giovane moglie, i due figli di due e quattro anni oltre ad amici, parenti e conoscenti.

Difficile spiegare cosa può aver portato questo giovane papà ad un così estremo, terribile, gesto.
I suoi amici lo descrivono come un gran lavoratore, innamorato della vita e dei suoi figli, al punto di aversi tatuato le loro iniziali. Un ragazzo senza vizi, senza svaghi, molto dedito al lavoro e che si dedicava alla sua famiglia, non appena il tempo libero glielo consentiva. Un apparenza di normalità ma evidentemente un grande tormento interiore, mascherato, e talmente forte da portarlo a togliersi la vita.

Era originario di Fermo ma da un anno circa un anno si era trasferito ad Osimo, perché si era sposato con Valeria, una ragazza di Ancona. Continuava comunque a frequentare la cittadina di origine anche per motivi di lavoro: era impiegato infatti nell'azienda idraulica di famiglia, la "Termoconfort". Scompiglio e incredulità nelle due cittadine per l'ennesimo, inspiegabile, suicidio dal ponte dell'autostrada