Organizzato dalla locale società sportiva ASD Centobuchi, si è tenuto venerdì 18 aprile, un interessantissimo incontro dibattito presso la sala convegni comunale di Centobuchi sul tema “Aspetti educativi e formativi del calcio giovanile”.

Ha presentato i lavori, l’instancabile segretario della società sportiva Giacomo Stasolla davanti ad una platea gremita di ragazzi e genitori.

Presente l’amministrazione comunale di Monteprandone, il parroco don Vittorio, il presidente del Coni provinciale Aldo Sabbatucci, numerosi addetti ai lavori come tecnici, il professor Lattanti, preparatore atletico del Centobuchi, il direttore sportivo Cicchi e tanti altri.   

Ha aperto i lavori il presidente del Centobuchi Claudio Marocchi mettendo in evidenza il gran lavoro che la società sportiva stà sviluppando. Una piccola frazione come Centobuchi, piccola società, si è trovata a giocare con le sue squadre contro grosse realtà nazionali come Campobasso, Macerata ecc. La juniores nazionale ha vinto nel suo girone il campionato, ora si appresta a disputare le finali nazionali. Ha coinvolto oltre 300 ragazzi dai 5 anni in su, con due pulmini coinvolgiamo anche dai paesi limitrofi, portandoli via dalla strada, dandogli un’educazione e formarli prima come uomini, poi come giocatori. Quindi un grosso impegno sociale. 

Il professor Giuseppe Malaspina, delegato provinciale FIGC di Ascoli Piceno ha tenuto la relazione aiutandosi con delle diapositive sulla formazione dei ragazzi che è diversa da quella degli adulti.

Si è soffermato sull’organizzazione agonistica ed l’organizzazione servizi.  Avvicinarsi alla pratica sportiva? Le aspettative? Formare calciatori? Senza pensare ai risultati. Il decalogo per ogni bambino è primario divertirsi e giocare, non essere campione. Tornare come al gioco di strada, all’oratorio, affinché il bambino controlli lo spazio, ciò che ha bisogno per la vita. Ha citato una frase di Herrera leggendario allenatore della grande Inter: “Non uccidere i sogni, spesso si avverano”. 

Il professor Floriano Marziali, collaboratore tecnico regionale FIGC Marche si è soffermato principalmente sull’attività fisica o motoria del ragazzo. Maldestri si diventa non si nasce. Lo sviluppo della persona è un problema di postura. Seguire i processi formativi equilibrati, Bisogna partire dagli errori dei bambini per formarli. Il risultato è secondario. Il processo è lungo e deve essere a 360 gradi, non essere ansiosi per far arrivare a tutti i costi. Mandela diceva: “In una competizione, il primo deve ringraziare il secondo, il terzo e gli altri altrimenti lui non avrebbe avuto modo d’imporsi”. Tenersi lontano dal doping, è l’educazione che dobbiamo inculcare ai ragazzi, anche se una buona percentuale di atleti ha affermato che prenderebbero qualche cosa per migliorasi. 

Il dibattito si è concluso con molte domande da parte dei genitori agli addetti ai lavori.