Solo fino a qualche decennio fa, la semplice proposta di prolungare l’orario di lavoro (tramite incentivi ora, e poi chissà) avrebbe generato scioperi e dure contestazioni. Il solo pensiero di vedere annullate le conquiste per le quali si erano battute generazioni di lavoratori avrebbe provocato reazioni decise e diffuse. Oggi, invece, si plaude a quell’opportunità.

L’operaio, o l’impiegato, è ben felice di lavorare magari dieci ore al giorno se riesce alla fine del mese ad arrotondare lo stipendio, in modo da poter comprare qualche telefonino in più al figlio imbecille. Oppure se può pagare il corso specializzato per la partecipazione al Grande Fratello alla figlia demente. Ecco il modo in cui la società odierna, incarnata nella fattispecie da questo nuovo governo, riesce in maniera soft, condivisa, ad annullare decenni di faticoso progresso verso la dignità dell’uomo.