Archiviata la "Formula 1 del mare" - su cui circolano voci di occasione mancata - che aria tira da mare?

 

In questi giorni sentiremo una decina di concessionari spiaggia, coprendo "a campione" - ma senza pretese di valore statistico - tutto il lungomare.
Per correttezza non citeremo luoghi precisi e nomi.

 

Infine, se possibile, sentiremo Comune e organizzazioni di categoria.

 

Il primo gruppo di concessioni (scelti tra le prime 30) non è molto confortante per istituzioni e sindacati.

 

Il ripascimento con materiale di "ri-porto", ci si passi la battuta, non è piaciuto e non solo per i tempi.

 

Rimangono dubbi sui contenuti potenzialmente tossici delle sabbie dragate dal porto, pur con l'esito negativo delle analisi; dubbi legittimi: la "sabbia" si presenta più scura, come ovvio, ma con un colorito a tratti grigiastro cenere e con possibili tracce chimiche (come ci aveva ricordato su questo giornale il "Pasquino brodettato" PGC). Va anche detto che più arenile significa più spazio disponibile e più soldi.

 

Quasi tutti i sentiti lo valutano un inutile "palliativo", almeno nel medio periodo. Per esperienza, dicono, basterà anche solo una forte "mareggiata da nord" per perdere gran parte del lavoro fatto e indicano come soluzione la costruzione di altre scogliere. Vecchia questione.

 

Un "umile venditore di sole", come si autodefinisce una delle figure storiche della categoria, ci racconta una famosa mareggiata degli anni 70 che gli portò via tutto lo chalet e per l'oggi se la prende con Confesercenti e Comune.

 

Una proprietaria ricorda che l'erosione non era così forte, prima dell'inizio della costruzione delle scogliere. Opinioni credibili da parte di persone di esperienza, ma che vanno verificate.