Il procuratore Baschieri parla di droghe in un consiglio aperto alla cittadinanza
Montegranaro | il procuratore Baschieri racconta l'evoluzione del fenomeno malavitoso dello smercio di droga con riferimenti di traffici locali, nazionali e internazionali.
di Simone Menin
Montegranaro si fa portavoce di messaggi contro la droga invitando il procuratore Baschieri a parlarne in un consiglio aperto alla cittadinanza. Il messaggio è unanime, "l'unione fa la forza", quando per unione si intende la comunione di intenti sia fra i vari enti che fra i vari assessorati ed associazioni per togliere terra ad un fenomeno che impoverisce se non distrugge le menti e i corpi dei nostri ragazzi. "Mens sana in corpore sano", lo dicevano i latini ed il detto riecheggia nel convegno fra le teste degli auditori quando si compie un tam tam di interventi volti a valorizzare chi la cultura, chi lo sport, chi il tempo libero, secondo i vari ambiti di pertinenza.
Insomma, con la mente impegnata in cose concrete e fruttuose si creano meno problemi nelle persone e meno debolezze. Infatti sarebbe proprio la debolezza, secondo i relatori, la causa del primo tentativo di un uomo di drogarsi, dopo di che, ricorda Baschieri, subentra la schiavitù, ossia l'assuefazione. Poi si cerca qualcosa di più forte fino all'overdose. La sicurezza, secondo il sindaco Basso, non è da considerarsi solo per quanto riguarda fenomeni di rapine o furti ma sotto la serie di aspetti più vari che inducono alla mancanza di obiettivi nella vita. Sempre secondo lo stesso primo cittadino, convegni come questo servono per sapere cosa si può fare in più di quello che già si fa e per correggere il tiro in caso di errori.
La Polizia Municipale presenta una galleria di comportamenti, operazioni, provvedimenti attuati per contravvenire il malessere che genera isolamento da parte dei ragazzi ma ciò che più importa è la partecipazione vera, con incitamento alla integrazione di tutti ispirandosi al principio della legalità. A sorpresa interviene con un discorso piuttosto articolato il neo-sindaco portosangiorgese Agostini che scandisce a chiare lettere la missione della valorizzazione di ogni spazio delle città, per fare lotta dura contro lo spaccio, con punizioni severe per chi delinque. Sempre secondo Agostini, la chiave vincente è quella di innestare nella mente dei giovani che farsi è da falliti. Come? Per il frizzante sindaco rivierasco la ricetta è subito pronta! Presenza nelle scuole facendo sentire che i problemi della collettività sono problemi di ciascuno. Anche per Agostini scuola e sport sono i punti cardine e termina il discorso con una frase che funziona da monito per chi ha cattive intenzioni: "Se la droga emargina, noi emarginiamo la droga". Ancora una volta, sembra che l'unica via possibile sia fare terra bruciata.
Se ci si pensa, il secondo punto di Agostini, la condivisione dei problemi sarebbe proprio la panacea di tutti i mali ma in molti si ostinano a non capirlo, credendo, e non sempre dichiarandolo, che le ghettizzazioni, tramite il fenomeno dell'emarginazione, riescano a "pulire" una parte di società "sporca" da una parte di società "pulita". E' il mondo di chi spesso afferma "questo è un problema tuo!" non appena gli si chieda di condividere ansie o timori. Vedasi il caso Padova con la creazione di un muro divisorio fra la città "per bene" e quella della malavita. E' poi Gismondi, assessore ai servizi sociali, che illustra quanto sia importante il lavoro di squadra fra tutti i tutori dell'ordine, ricordando che nel suo comune il 17% delle spese viene devoluto in opere a favore delle attività sociali. Una grande percentuale, che andrebbe confrontata di comune in comune, per verificare quanti comuni hanno un reale interesse nei confronti della cittadinanza e dei suoi bisogni. E' fuori di dubbio che infatti questa tipologia di assessorato sia forse la prima in quanto a capacità di tutela e relazione diretta con il cittadino che richiede servizi dallo Stato a cui paga le tasse!
Baschieri invece, sembra esordire, dopo il discorso di alcuni giovani della politica come Gismondi, da buon padre o da zio della situazione, ricordando i tempi, forse migliori (chi può dirlo?) in cui la grande piaga della società era l'alcolismo. Inizia quindi col parlare del periodo di inizio della seconda metà del Novecento per passare subito a collegarsi a tematiche internazionali di traffici illeciti. Afferma chiaramente come l'Italia, purtroppo, erediti troppo spesso dall'America, grazie a Dio con un ritardo di almeno una decina d'anni, le rogne evolutive di un continente, che nella pangea internazionale è visto ancora come il ragazzino adolescente fra l'adulto Europa ed il nonna Asia, e che, non avendo maturato ponderatezza e senilità, sperimenta sempre nuove strade poco sicure creando problemi alla famiglia. E' il caso della sintesi chimica di sostanze stupefacenti.
Altra piaga, che il procuratore lascia intendere sia oggi praticamente superata almeno nelle grandi città, è stata quella dell'etichettatura da tossico di colui che subiva evidentemente le conseguenze sociali legislative di una cattiva condotta, ossia la perdita della patente, la cura adeguata ecc... E' quindi il secondo grande punto toccato all'interno del consiglio comunale aperto: dopo Agostini con "i problemi del singolo sono problemi di ciascuno" aggiungiamo Baschieri con "l'etichettatura è un male". Se ci ragioniamo sono proprio questi i problemi degli adolescenti di oggi, il credersi un super-uomo o una super-donna e non parte integrante di un tutto e l'emarginazione causata da una etichetta prestampata a scatola chiusa.
Prima del '75 chi assumeva droga, chi la spacciava e il tossico erano delle entità indistintamente punite in un'unicum di sanzione generale che non distingueva i reati ma in quell'anno, come ricorda Baschieri, la legge salvifica numero 687 crea differenziazione dei reati, punendo distintamente ad esempio chi tiene le fila di traffici internazionali con chi viene trovato con una quantità di sostanza leggermente eccedente la dose personale. Poi Baschieri incalza di nuovo contro l'additamento, la stigmatizzazione di chi si droga, perchè il soggetto drogato non è irrecuperabile. La storia recente lo dimostra, si considerino le comunità terapeutiche e di recupero quale quella di don Gelmini, Villa Maraini del Dr. Barra, la comunità di Muccioli e quella di don Vinicio a Capodarco (che non fa solo questo): tante realtà diverse con lo scopo del recupero di persone che non sono più tali.
Il procuratore termina il suo intervento dichiarando che siamo condizionati da chi "vende" questa società, dal denaro, dalla compravendita, dal fattore business dei prodotti. Terza grande nozione della giornata la distinzione che il procuratore fa fra i "marginali", ossia persone che volontariamente si tirano fuori dal sistema, e gli "emarginati", ovvero gli esclusi dal sistema. Sono due categorie a rischio, secondo Baschieri, ma allora il problema sta nell'andare alla ricerca di chi emargina e del perchè si emargina, innestando magari una catena di riflessioni positive e riscattanti per la popolazione. Inoltre aggiungiamo una considerazione ulteriore per cui spesso il marginale si autoelide dal gioco sociale per non essere visto come emarginato.
Conclude il convegno la dottoressa Sanchini dell'Asur zona 11 che parla delle attività del servizio dipendenze a livello locale.
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27/05/2008
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