Coldiretti: "Imprese agricole prese in giro dalla Regione"
Ancona | Rotta la trattativa sui bandi che impegnano un miliardo di euro. Luzi, presidente di Coldiretti Marche: "Siamo stufi di promesse, così si produce solo carta: pronti alla protesta su tutto il territorio regionale".
Giannalberto Luzi durante una manifestazione di Coldiretti
"Siamo pronti alla protesta su tutto il territorio marchigiano, poiché la Regione perde il pelo ma non il vizio: prima ha fatto quaranta riunioni con le forze sociali per concertare un Piano di sviluppo rurale talmente condiviso che sono stati presentati ottocento emendamenti, ora prende in giro i 52mila imprenditori agricoli di questo territorio, predisponendo dei bandi ‘blindati' e lontani dalle esigenze delle aziende che rischiamo di buttare all'aria un miliardo di euro di risorse".
L'attacco viene da Coldiretti Marche, che questa mattina ha abbandonato il tavolo del Comitato di Sorveglianza sul Psr dopo la scelta del governo regionale di rifiutare per l'ennesima volta al dialogo.
"Siamo stufi di ascoltare favole sulla concertazione e sul fatto che la Regione coinvolga le rappresentanze nei processi decisionali - denuncia il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. La genesi del Piano di sviluppo rurale è emblematica. Dichiarando di voler ascoltare tutte le forze sociali e di rappresentanza, la Regione ha organizzato quaranta riunioni per costruire il Piano. Quando lo stesso è venuto fuori, tutti si sono accorti che i propri contributi non erano stati presi in considerazione, e ciò ha partorito 400 emendamenti, più altri quattrocento dall'Unione Europea. Dopo che il Psr era stato rimesso ‘in carreggiata' ci avevano assicurato che i bandi, dove si impegnano 460 milioni di euro di risorse pubbliche più altrettanti di investimenti privati, sarebbero stati pensati sulla base delle effettive esigenze delle aziende, ma anche questa era evidentemente una promessa da marinaio".
Le scelte della Regione, secondo Coldiretti Marche, hanno, infatti, privilegiato la produzione di carta, piuttosto che di risultati economici sul territorio, restando sorde alla proposte avanzate perché gli investimenti possano produrre effettivo reddito.
"Basta pensare alla storia del piano di impresa, il business plan, che le imprese devono presentare obbligatoriamente ma che in realtà non verrà mai giudicato - continua il direttore Alberto Bertinelli - per non parlare delle liste bloccate di investimenti possibili, dove in pratica la Regione si sostituisce all'azienda nel valutare e scegliere quali sono gli interventi che potrebbero migliorare la competitività. Senza dimenticare che occorre una maggiore selezione, invece di contributi a pioggia inutili e difficili da spiegare anche alla società".
Coldiretti Marche si riserva di attuare iniziative di mobilitazione delle trentamila imprese associate. Lo scorso dicembre gli imprenditori agricoli si ritrovarono davanti alla sede della Regione, ad Ancona, per manifestare contro la mancanza di scelte sui punti chiave per lo sviluppo dell'economia del territorio.
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13/06/2008
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