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Per un'attenta gestione delle batterie al piombo esauste

Ancona | In un seminario svoltosi nella sede della Regione sono state analizzate forme di illegalità più o meno diffuse che si stanno riscontrando sul territorio da parte di operatori occasionali interessati alle batterie al piombo esauste.

Una batteria al piombo esausta (Foto d'archivio)

Combattere forme di illegalità nella gestione delle batterie al piombo esauste. Dopo la firma del protocollo d'intesa tra Regione Marche, Upi e Anci Marche, Legambiente e Cobat (Consorzio obbligatorio delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi), un'altra iniziativa per incentivare la raccolta e il successivo riciclo di questi rifiuti considerati pericolosi e altamente inquinanti per l'ambiente.

In un seminario svoltosi oggi ad Ancona, nella sede della Regione, sono state analizzate forme di illegalità più o meno diffuse che si stanno riscontrando sul territorio da parte di operatori occasionali interessati alle batterie al piombo esauste, specie a seguito dell'aumento delle quotazioni del piombo metallo. "Un fenomeno - dichiara l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani - che ha favorito la nascita di un mercato attorno alle batterie esauste e da cui possono derivare gravi rischi per la salute e per l'ambiente. E' dunque fondamentale impegnarsi per contrastare e prevenire situazioni di illegalità, attraverso una corretta gestione dei rifiuti e un efficace sistema di controllo".

L'intesa che la Regione ha sottoscritto con il Cobat e Legambiente è un passo avanti in questa direzione. Ad oggi sono 129 i Comuni convenzionati con il Cobat che usufruiscono del servizio di ritiro periodico delle batterie (corrispondenti al 78% della popolazione regionale). il Consorzio opera sul territorio regionale attraverso i proprio raccoglitori incaricati di zona e nel 2007 ha raccolto e inviato a riciclo nelle Marche oltre 5700 tonnellate di batterie, con una crescita del 12,9% rispetto al 2006. Dati che confermano come le Marche siano tra le regioni più attive dell'Italia centrale.

Complessivamente, il Cobat riesce a garantire la raccolta e il riciclo della quasi totalità delle batterie d'avviamento esauste prodotte sul territorio nazionale. Tuttavia, ancora diverse tonnellate di queste sfuggono a un corretto riciclo di recupero, andando ad alimentare sacche di dispersione in alcuni settori specifici, tra cui i centri urbani dove spesso le batterie sono abbandonate o depositate all'interno dei contenitori adibiti alla sola raccolta dei rifiuti solidi.

L'obiettivo è pertanto quello di evitare che le batterie al piombo esauste possano erroneamente rientrare nel circuito tradizionale della raccolta dei rifiuti urbani o essere abbandonate o portate dai cittadini presso i centri urbani di raccolta differenziata.

26/06/2008





        
  



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