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Consiglio Provinciale, rendiconto 2007 approvato

Ascoli Piceno | La divisione dei beni è rimandata al 17 luglio, dopo la lunga seduta del Consiglio che ha trattato diversi temi.

Un momento del Consiglio Provinciale

Il primo punto all'ordine del giorno del Consiglio Provinciale svoltosi ieri è stato il rendiconto di gestione del 2007, un atto obbligatorio che riassume l'attività dell'Ente condotta nello scorso anno.

Il documento è stato presentato dal presidente Massimo Rossi che ha messo in evidenza il forte impegno speso per sostenere "la ripresa, il consolidamento e lo sviluppo economico del territorio". Grande importanza ha avuto l'elaborazione corale del documento "Una possibile strategia dal basso per sostenere l'economia della Provincia di Ascoli Piceno a medio e breve termine" che ha coinvolto tutti gli attori locali dello Sviluppo.

Ulteriori esempi di azioni strategiche ricordati dal presidente sono il Piano di azione per supportare le PMI del territorio (PAIRI), il Piano unitario di supporto alla internazionalizzazione delle PMI e il Piano integrato di sviluppo degli Enti locali da finanziare con le risorse dell'Asse 5 del FESR 2007/2013. Dopo aver sottolineato le iniziative più significative messe in campo dai vari assessorati, Rossi ha concluso parlando di un bilancio strutturalmente sano che ha visto il pieno rispetto del patto di stabilità, l'invarianza della spesa per il personale e il contenimento dell'incidenza del debito grazie anche alla rinegoziazione dei mutui.

E' stato poi il turno dell'assessore al Bilancio Offidani che ha dettagliato le cifre del consuntivo dimostrando come, nonostante il momento di crescita inferiore, sia stato possibile attuare il programma di mandato nel rispetto del patto di stabilità con un avanzo di gestione di appena 10.000 euro su un bilancio di 150 milioni. A queste due relazioni sono seguite le osservazioni dei consiglieri: Giuseppe Mochi (FI) ha espresso perplessità sul futuro dell'Ente che, a suo dire, avrà un bilancio sempre più rigido, sulle entrate tributarie che sono già aumentate del 3%, sull'aumento della spesa corrente per più di 6 milioni di euro, sull'aumento della spesa per il personale e sui contenziosi in essere.

Raffaele Tassotti (DCA) ha parlato di un Piceno in sofferenza e di uno sbandierato miglioramento della qualità della vita difficilmente dimostrabile mentre Vittorio Crescenzi (AN) ha sottolineato la rigidità della spesa corrente e la spesa in crescita per il personale. Giacomo Beverati (PRC) ha quindi spiegato come l'aumento della spesa corrente abbia consentito all'Amministrazione di erogare gli stessi servizi e di preparare il terreno alla divisione dei due Enti. Bruno Belleggia (FI) ha poi posto l'accento sugli sperperi dovuti spesso alla cattiva esecuzione dei lavori, con riferimento specifico a quelli eseguiti sulla "Mezzina", mentre Lucio Ventura (PD) è intervenuto per chiarire che le spese per il personale sono aumentate in relazione alle doverose trasformazioni dei contratti CoCoCo in tempi determinati e che i contenziosi a cui ha fatto riferimento Mochi sono vecchi e derivano solo dai ritardati pagamenti dello Stato. Livio Botticelli, infine, (UDC) ha auspicato una diminuzione delle società e consorzi gravitanti intorno all'Ente che potrebbero essere, almeno in parte, assorbiti e gestiti dalla struttura dell'Ente.

In sede di replica, il presidente Rossi ha spiegato l'aumento di spesa corrente con il trasferimento completo di competenze alla Provincia sul trasporto pubblico locale. In merito alla rigidità della spesa, il Presidente ha fatto presente che, con un valore del 38,4% ,la nostra Provincia è perfettamente in media mentre per quanto concerne il personale valgono le considerazioni di Beverati e va detto che le unità lavorative sono passate da 759 a 718.

Anche sul fronte dell'indebitamento la Provincia si rivela perfettamente in regola con una percentuale che, pur considerando ogni aspetto, non supera l'8,5%, "come se una famiglia con un reddito netto di 2.000 euro al mese spendesse 170 euro mensili di rate". I contenziosi infine, grazie a un lavoro certosino, sono tutti risolti o in fase di risoluzione. Sono seguite le dichiarazioni di voto contrario di Botticelli, Mochi e Crescenzi mentre Ezio Donzelli ha espresso il parere positivo ed "estremamente convinto" del Pd che riconosce all'amministrazione di "aver governato il territorio con grande capacità anche in momenti difficili sul piano finanziario, utilizzando al meglio le risorse e ottenendo ottimi risultati sul piano politico. Un vero e proprio esempio di un diverso modello di amministrare che ha dato impulso alla democrazia partecipata e allo sviluppo sostenibile e che permette di guardare al futuro con ottimismo". Il consesso ha quindi approvato il rendiconto.

La seduta è proseguita con la discussione sullo "Schema di deliberazione preliminare" per avviare le attività di suddivisione di patrimonio e personale tra le due nuove province. Il presidente Rossi ha introdotto l'argomento parlando dei principi alla base della divisione: la piena e assoluta imparzialità, l'equilibrio finanziario dei due nuovi Enti, la garanzia di funzionalità amministrativa e la riduzione dell'impatto sociale conseguente alla divisione. Dopo aver ricordato le quote di ripartizione (56,53% ad Ascoli e 43,47% a Fermo), Rossi ha illustrato i criteri alla base della valutazione del patrimonio, anche sulla base delle esperienze delle Province istituite nel 1992.

Quindi ha affrontato il nodo del personale: le unità lavorative sono 718, di cui 145 a tempo determinato e, di queste, 105 sono stabilizzabili. A pieno regime, i due Enti avranno bisogno di 790 unità complessive, cioè 447 per Ascoli e 343 per Fermo. Per garantire a Fermo autonomia nelle assunzioni, si è pensato di trattenere ad Ascoli la maggior parte dei dipendenti e destinarne a Fermo solo 275, di cui 118 già residenti nel Fermano e 26 individuati tra dirigenti e posizioni organizzative. I restanti 131 saranno ulteriormente ridotti con triangolazioni e prepensionamenti fino ad arrivare a soli 70 trasferimenti, che saranno effettuati sia su base volontaria che attraverso graduatorie stilate sulla base di criteri concertati con i sindacati. L'onere supplementare gravante su Ascoli sarà compensato con un corrispettivo che Fermo pagherà in cambio di servizi essenziali che sarebbero così immediatamente attivi.

Dalla simulazione del bilancio che è stata effettuata risulta che le due nuove Province non andranno in dissesto finanziario ma quella di Ascoli avrà solo una sofferenza di bilancio quantificabile in circa un milione e mezzo di euro da ripartire tra i dieci assessorati. "Sfido chiunque a trovare una soluzione per il personale migliore di questa" ha dichiarato il presidente Rossi. Per quanto concerne la questione Start-Steat, la Giunta scioglierà le sue riserve dopo aver analizzato a fondo i processi con cui si sono formati i capitali delle due società. "So che non riceverò applausi da nessuna parte ma sento di dovermi assumere delle responsabilità - ha concluso Rossi - perché indugiando ancora si rischia solo di danneggiare la comunità e, nel caso si sciogliesse il Consiglio provinciale, la ripartizione avverrebbe solo sul rigido criterio del 57/43, con tutte le difficoltà che ne deriverebbero per le due nuove amministrazioni".

All'intervento di Rossi è seguita la replica di Raffaele Tassotti che ha puntato il dito sul peso economico effettivo annuale dei dipendenti in più a carico della Provincia ascolana, chiedendo chiarimenti in merito. La seduta si è conclusa con la richiesta di rinvio, accolta, del vice presidente del Consiglio Cinzia Peroni che ha rimandato la discussione alla prossima seduta di Consiglio del 17 luglio.

01/07/2008





        
  



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