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Lo scenario di uno "stato in esilio”, quello dei Saharawi

Grottammare | Pur da sempre nomade, il popolo Saharawi ha realizzato una delle esperienze politiche più interessanti del secolo: la costruzione di uno "stato in esilio". Mercoledì 23 luglio festa in piazza Carducci dedicata ai bambini Saharawi ospiti sino al 22 agosto

di Stefania Serino

Lo splendido volto di una giovane donna Saharawi

Se ne sente spesso parlare, alcune volte grazie ad inziative promosse da enti, quali il Comune di Grottammare che da ben 9 anni "combatte" al fianco del popolo Saharawi, la lotta verso l'indipendenza politica e sociale.

Ma Grottammare si aggiunge ad una lunga lista fatta di amministrazioni comunali e provinciali d'Italia e d'Europa attente al problema che affligge da secoli il popolo Saharawi.

Nel pubblicizzare gli eventi di svago promossi dalle amministrazioni come quella grottammarese volta al sostenimento dei bambini saharawi, coinvolgendo inevitabilmente anche i cittadini, si insinua spontaneamente il dubbio sulla reale informazione che circola in merito alla situazione politica che questo popolo in esilio sta affrontando da molti anni, che meriterebbe un po' di attenzione in quanto pur estremamente distante dal nostro sistema democratico, ha saputo raggiungere livelli di modernità sorprendenti.

I circa 200.000 Saharawi, dei campi profughi di Tindourf (Algeria) hanno realizzato una delle esperienze politiche e sociali più interessanti del nostro secolo: la costruzione di uno «Stato in esilio».

Questo modello di Stato si presenta attraverso la suddivisione dei rifugiati in 40 distinte tendopoli, ciascuna delle quali assume ai fini amministrativi, il nome e le funzioni di un distretto regionale (Wilaya): El Ayoun, Smara, Dakhla Ausserd.

Ogni wilaya è divisa in 6 o 7 "province", anch'esse con il nome di una provincia saharawi (daira). In questo modo, attraverso l'organizzazione spaziale dei campi, si ricrea l'identificazione ed il legame con la patria di origine.

I Saharawi hanno voluto costruire un'organizzazione sociale dove tutti sono chiamati a ruolo attivo, dove sono valorizzati gli anziani e soprattutto dove le donne condividono responsabilità a tutti i livelli. 

La priorità spetta all'educazione ed alla sanità, dove il ruolo delle donne è particolarmente importante. Tutti i giovani sono scolarizzati a livello elementare e ora anche medio ed esiste malgrado lo scarso materiale sanitario, una diffusa medicina di base.

Pur avendo dimostrato capacità organizzative nonché una comune identità culturale fatta di lingua usanze, tradizioni, costume, i Saharawi attendono ancora oggi il riconoscimento di uno Stato Saharawi, con un proprio territorio ed una propria identità politica e sociale.

Nel 1988 viene siglato l'accordo internazionale favorevole all'autodeterminazione di popoli e minoranze, ma tutto rimane più o meno paralizzato fino al 1991, quando il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, approva la risoluzione 690 che mette in moto la macchina del referendum.
Si dà il via alle operazioni preliminari e in particolare, all'istituzione della "Missione Internazionale delle Nazioni Unite per il referendum del Sahara Occidentale"
A partire dal settembre 1991 avrebbe dovuto mettersi in funzione il meccanismo per attuare il referendum.
Purtroppo ancora alla fine del 1996 il Marocco aveva di fatto occupato tutto il territorio del Sahara Spagnolo in contrasto con le delibere dell'ONU, e il referendum era ancora molto lontano.

Ad oggi la situazione è pressappoco la stessa, sebbene siano in aumento gli enti che si stanno mobilitando, vuoi per ragioni politiche o ragioni sociali, ma comunque per aiutare un popolo in esilio a vedere riconosciuti i diritti fondamentali di identità ed indipendenza largamente condivisibili.

Il Comune di Grottammare a tal fine ospita un gruppo saharawi composto da una ventina di bambini di varie età, giunti in loco domenica 6 luglio. Sono ospiti (fino al 22 agosto) nella scuola di via Dante Alighieri, sotto la cura dell'associazione Rio de Or, dell'associazione Arcobaleno e della Consulta per la fratellanza tra i popoli.

Uno dei diversi appuntamenti promossi per il gruppo Saharawi è previsto mercoledì sera 23 luglio (dalle ore 21). Ad ospitare la festa sarà piazza Carducci, dove sono invitati tutti i bambini di Zona Ascolani per incontrare, giocare e guardare insieme ai coetanei saharawi uno spettacolo di saltimbanchi.

Per l'intrattenimento dei più grandi, nella piazza è previsto l'allestimento di una tenda dove verrà preparato un particolare the verde, secondo le usanze saharawi, e realizzati tatuaggi alla tintura di henné, a cura degli accompagnatori del gruppo di bambini ospiti in queste settimane del Comune, per programmi di cure sanitarie e riabilitative.

Dunque un'opportunità per i cittadini come per i turisti di unire solidarietà e conoscenza di popoli lontani meno fortunati.

21/07/2008





        
  



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