Merlonghi e la divisione della provincia, quella ascolana deve reagire con orgoglio
Ascoli Piceno | L'esponente dell'Italia dei Valori: "La divisione ci riconsegna purtroppo un territorio quello della Provincia di Ascoli Piceno formato da 33 comuni, molto più povero, molto più insicuro, e senza dubbio molto più indebitato".
Dante Merlonghi
Di seguito pubblichiamo la nota di Dante Merlonghi dell'Italia dei valori sulla prossima divisione della Provincia, con Ascoli Piceno e Fermo.
L'avvicinarsi ormai irreversibile della divisione del territorio della Provincia di Ascoli Piceno è una questione per la quale da una parte dobbiamo metterci il cuore in pace, dall'altra prendere coscienza e agire di conseguenza. Una divisione è sempre un fatto doloroso, traumatico, finisce quasi sempre per non fare felice nessuno, lo è anche nella separazione tra moglie e marito, tra due amici e così via.
Nel caso di un territorio il dolore è più forte, penetrante e lo sarà sempre di più quando purtroppo sarà troppo tardi, quando appunto ne prendiamo coscienza e conoscenza perché coinvolge i cittadini, le loro famiglie, la vita di intere generazioni.
La divisione ci riconsegna purtroppo un territorio quello della Provincia di Ascoli Piceno formato da 33 comuni, molto più povero, molto più insicuro, e senza dubbio molto più indebitato.
Questa analisi può conseguentemente avere delle ripercussioni sociali e politiche che sono nelle cose e non hanno l'intenzione di criticare nessuno, ma ovviamente pongono degli interrogativi e delle risoluzioni che possono sembrare critiche.
Ovviamente tutti i cambiamenti debbono essere vissuti con la tranquillità d'animo che contraddistingue gli uomini e le donne intelligenti, che al momento opportuno senza nessun trauma e per il bene collettivo sono disposti a fare un passo indietro.
E' questo il punto, almeno per due ordini di ragioni. La prima, viviamo in un tempo dove non possiamo più ragionare come coalizione l'Unione (così come nei giorni scorsi ha cercato di fare il segretario regionale di Rifondazione Comunista), che non c'è più nei fatti, che è ormai un concetto superato per i cittadini elettori che a torto o a ragione hanno scelto un sistema diverso per farsi rappresentare e di questo dobbiamo tenerne conto. La seconda ragione, è moralmente e politicamente non giusto che chi ha gestito la divisione di un territorio in questi 5 anni possa oggi pensare di candidarsi per gestire una parte di quel territorio oggi diviso.
Abbiamo ovviamente bisogno di uomini e donne liberi da compromessi, da vincoli partitici e che siano rimasti fuori dai processi di divisione che comunque possono indurre a sospetti politici che finirebbero inevitabilmente a produrre altri divisioni.
La provincia ascolana ha bisogno di unirsi e di ritrovarsi dietro l'orgoglio, che è quello di rendere oggi il nuovo territorio formato da 33 comuni autosufficiente, con uno stimolo in più che è quello di ritrovare tutti insieme quella voglia di lavorare per la nostra comunità capace di autogestirsi per il proprio sviluppo, coinvolgendo tutti quelli che oggi hanno voglia di riscattare un territorio che chiede con forza di essere protagonista.
Anche noi dell'IDV nei prossimi mesi attraverso gli organismi chiederemo ai nostri iscritti, ai nostri simpatizzanti di decidere per il nostro futuro, ma con un obbiettivo mi auguro che è quello di aprire il più possibile a movimenti, ad associazioni, ad idee e progetti che stimolino sogni e speranze per le nuove generazioni.
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26/08/2008
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