Tu che insegnavi a volere le stelle
Sant'Elpidio a Mare | Ricorre un anno dalla prematura scomparsa del prof. Antonio Santori; è mancato tanto a chi l'ha conosciuto e stimato, la sua città è mancata totalmente nel ricordarlo come avrebbe meritato.
di Pierpaolo Pierleoni
Antonio Santori
Era un anno fa. Mentre le prime luci del mattino svegliavano Civitanova Marche, il 30 agosto Antonio Santori se ne andava. Aveva 46 anni, riempiti di impegni, sogni, idee, progetti, senza mai fermarsi. Fino a quella malattia, breve e folgorante, che lo portò via troppo presto.
Era un anno fa. Che sarebbe mancato era ovvio, da subito. Non nasce ogni giorno un poeta, non nasce ogni giorno una mente geniale. Poeta, saggista, insegnante, animatore ed organizzatore culturale, direttore artistico, assessore. Mille facce di un solo, vasto amore per la cultura, a cui aveva dedicato la vita.
Mi è mancato, Santori, com'è mancato a tutti quelli che l'hanno conosciuto e stimato. Com'è mancato ai suoi studenti, e scrivendo vengono in mente le decine di ragazzi in lacrime, inconsolabili, ai suoi funerali. No, non capita spesso che un professore venga pianto così dai suoi allievi. Anzi, non capita mai. Mi è mancato come a chiunque abbia imparato qualcosa da lui, ragazzi di tutte le età che si erano fatti trasportare da un maestro vero, che tanto sapeva e tutto voleva condividere.
Mi è mancato, Santori, ogni volta che per la testa mi è balenato un progetto, un'idea da realizzare, perché non c'era un ‘pazzo' a cui dire "Ho pensato..." per subito sentirsi rispondere: "Si può fare. Facciamolo". Mi è mancato quello che è stato il più grande motivatore che abbia conosciuto, come manca a quei ragazzi che sui banchi di scuola esortava a "volere le stelle". Mi è mancato il suo entusiasmo al telefono quando chiedeva un articolo per una delle sue tante iniziative, i suoi "Aoh", i "Fuori de testa" e i "Micidiale" con cui riempiva ogni discorso. Mi è mancato Santori, ed è mancato a Sant'Elpidio a Mare, che ha perso quella singolarità, quel protagonismo, quelle idee capaci di volare alto, quel clima che si respirava quando ne timonava la cultura. Sia chiaro, non è una critica a chi c'è dopo di lui. I paralleli sarebbero ingenerosi, non esiste un altro Santori.
Ma proprio perché non esiste, proprio perché è stato una pianta rara in un territorio fatto di gente pratica e laboriosa, ma poco usa a volare ed a "volere le stelle", Antonio, ora che un anno dalla sua scomparsa se n'è andato, meritava di più. Non si può dimenticare una figura del suo calibro, non si può cancellare chi è stato, la sua dimensione di artista, di intellettuale, di uomo che per la sua città si è speso e che alla sua città ha dato. Chi quella città oggi la guida, non può addormentare in un irritante silenzio ciò che Antonio ha lasciato.
Un anno fa qualcuno pensò di seppellirlo nel famedio dei benemeriti al cimitero elpidiense. Serviva una delibera di Giunta, c'era poco tempo, si disse, non se ne fece nulla. Pazienza. Poco dopo si dissolvevano nel disinteresse generale i Teatri di Marca, l'associazione di rete da lui ideata. S.Elpidio faceva prontamente la sua parte nel de profundis, ritirando la quota annuale da investire nell'organizzazione. Scelta legittima, per carità. Si promise però di intitolare presto a Santori qualcosa per onorarne la memoria. Si parlò della Biblioteca comunale, che era di fatto una sua creazione. Ma scese presto il silenzio. Si assicurò che a margine della stagione teatrale si sarebbe organizzata, fuori cartellone, una serata al Cicconi tutta dedicata a lui. Nulla. Oggi ricorre il suo anniversario, proprio nel cuore dei festeggiamenti patronali. E Sant'Elpidio a Mare tace. Altrove, fuori provincia se non fuori regione, amici, poeti, intellettuali hanno organizzato durante quest'anno incontri, serate, appuntamenti in memoria sua e della sua poesia. Altrove, Antonio Santori è riconosciuto come il più importante poeta italiano della sua generazione. A Sant'Elpidio a Mare questo non si sa. E' una città dove non c'è memoria per chi insegnava a volere le stelle.
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30/08/2008
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