La chiusura della mente italiana
San Benedetto del Tronto | Uno spettro deprimente si aggira lungo tutto lo stivale: una svolta di chiusura delle idee e di vero e proprio dejavù che porta lontano, fino al regno della nostalgia infantile.
di Renato Novelli
A Ginevra fallisce la trattativa del WTO su regole stabilizzatrici del commercio internazionale. Ruggero scrive che il mondo è economicamente nuovo, ma senza governo dell’economia. Il ministro italiano dell’ agricoltura, dichiara nei telegiornali che, grazie al mancato accordo, i consumatori italiani continueranno a mangiare prodotti italiani e, perciò di qualità. Ciò è ovviamente positivo. Nessuno chiede le dimissioni del ministro per manifesta ignoranza e propaganda padaniese.
Le compagnie aeree di tutto il mondo si consociano, da anni, perché l’organizzazione dei trasporti per volo da anni lo richiede. Le alliance sono oramai realtà consolidate. British Airways firma un accordo con le aviolinee spagnole. In Italia il premier che fece fallire le trattative con Air France, per convergenza dei sindacati che rifiutavano 2500 esuberi circa, vende l’Alitalia ad Air One, in nome dell’italianità. Anche se il piano di risanamento fosse buono, senza alleanze con vettori più importanti di noi, non voleremo lontano.
Avremo in pochi anni, se va bene, una piccola compagnia regionale con un nome nazionale. I licenziamenti oscillano, secondo le voci, tra i 5000 e i 7000. Veltroni definisce la soluzione “abborracciata”. Evidentemente equilibri politici che non capisco, sono più importanti del destino reale dell’Alitalia.
La scuola va riformata, perché ci sono due sfide formative ineludibili: preparare quadri in grado di affrontare il livello mondiale della produzione, del lavoro e del mercato. Anche un impiegato di un ufficio locale, dovrà avere competenze di ampio orizzonte(si pensi ai programmi europei che intercettiamo meno delle quote assegnate all’Italia, per difficoltà organizzative) avere le capacità di rinnovarsi continuamente sul mercato del lavoro perché i giovani di oggi, al contrario di noi anziani, vedranno cambiare gli scenari del proprio lavoro, almeno un paio di volte nella loro vita.
La ministra della Pubblica Istruzione Gelmini, propone la restaurazione del grembiule e molti giornalisti si affannano a tessere l’elogio del grembiule medesimo. Saccà ha scritto che Hitler non aumentò mai le tasse, pur essendo un dittatore senza scadenze elettorali. Nessuno ha ricordato che alcuni milioni di tassati, furono espropriati e gasati.
Il Congresso di Rifondazione Comunista si chiude con il canto di Bandiera Rossa e la nostalgia di una cultura antagonista comunista. Il disagio reale delle società post industriali, che altri partiti in Europa intercettano, non riguarda quello che dovrebbe essere un partito di opposizione.
L’Italia è considerata nelle istituzioni europee il malato di casa. Per motivi economici e politici. Il parlamento vota all’unanimità la nuova costituzione di Lisbona. Colpiti da europeismo dimentichiamo che altri paesi hanno indetto referendum sul trattato sopraddetto e che siamo l’unico membro in aperta polemica con Bruxelles.
L’Europa non è una scelta, ma l’aria stessa che respiriamo, nel mondo sempre più unitario del presente e del futuro. L’ aria può non piacere, ma non possiamo non respirare. Il voto del parlamento assomiglia alla maschera di ossigeno, in un paese che dall’Europa reale si allontana. Con un governo rivendica il conflitto con Bruxelles e non tratta sui temi di contenuto anche conflittualmente. L’opposizione non vuole sembrare un semplice agente dell’Unione Europea. San Dejavù proteggici tu. La chiusura in una dimensione di ritorno al passato, sembra essere il sogno italiano del presente. Un tipico sogno che produce un amaro risveglio.
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07/08/2008
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