Tempo fa mi trovavo a discorrere con un giovane ingegnere del nostro territorio in procinto di partire per la Germania. Aveva avuto un'offerta di lavoro che non avrebbe potuto rifiutare. E' un vero peccato che un ragazzo talentuoso debba lasciare la sua famiglia, i suoi amici, il luogo in cui è nato e cresciuto. Intendiamoci, non è da considerarsi in assoluto come una vicenda negativa.

Sicuramente questo giovane ingegnere riuscirà a mantenere i legami con il luogo in cui è nato e cresciuto e potrà riversarvi la sua esperienza in futuro, a vantaggio proprio e della collettività.

A meno che il nostro territorio non compia l'errore di farsi trovare impreparato. Sappiamo che, come il giovane ingegnere, anche altri giovani si sono trovati nella medesima condizione e hanno dovuto trasferirsi nelle grandi città o all'estero, dove le opportunità di lavoro sono più favorevoli.

Per questo motivo quanti rivestono ruoli importanti nell'economia, nella politica, nelle istituzioni, nell'imprenditoria, devono concorrere per sviluppare politiche che vadano oltre il mantenimento dei posti di lavoro esistenti. Bisogna dare fiducia ai giovani e ai progetti imprenditoriali innovativi.

Per sviluppare l'imprenditoria giovanile non bastano le idee. Servono capitali, infrastrutture, tecnologia e, soprattutto, la lungimiranza di chi è disposto a mettere in gioco tutto questo. In cambio i giovani di talento possono mettere sul piatto della bilancia le loro idee, la loro capacità di innovare, il loro entusiasmo. Il nostro territorio ha tutte le carte in regola per compiere questo balzo. Basta volerlo.