Autismo: nuove prospettive di diagnosi e cura. Intervista al dottor Franco Verzella
San Benedetto del Tronto | La percentuale di bambini che manifesta oggi la patologia autistica è di 1 su 150, mentre fino al 1980 si registravano 2 o 3 casi ogni 10 mila bambini.
di Maria Teresa Rosini
Prof.Verzella
Una diagnosi di autismo suona spesso come una condanna definitiva e senza appello per quei genitori che, di solito dopo incessanti peregrinazioni nei vari centri presenti sul territorio nazionale, finiscono col trovarsi privi di riferimenti certi e, tra temporeggiamenti e cure spesso inutili, rischiano di sprecare tempo prezioso nell'intervenire in una patologia per la quale oggi sembrano prospettarsi cure efficaci e una migliore condizione di vita (se non addirittura una guarigione completa).
Risale al febbraio scorso la chiusura dei lavori del Tavolo ministeriale sulle problematiche dell'autismo, voluto dal ministro Livia Turco. Ad esso hanno partecipato 55 esperti e rappresentanti di associazioni che si occupano di questo disturbo. Dopo 8 mesi di lavori la relazione finale stabilisce alcuni punti fermi di grande importanza:
• L'autismo non è una psicosi e quindi non va trattato con percorsi di psicoterapia: appare ormai del tutto superata la teoria che attribuiva alla relazione con la madre il disturbo che si manifestava nel figlio.
• Si tratta invece di "un disturbo pervasivo dello sviluppo", "una patologia precoce del sistema nervoso che compromette lo sviluppo relazionale e comportamentale senza avere nulla a che vedere con le malattie psichiatriche".
• E' indispensabile una diagnosi precoce "entro i due anni di età" e un trattamento individualizzato, calibrato sulle forme e sulle caratteristiche che il disturbo può assumere nei diversi soggetti.
• E' assolutamente necessario che le novità emerse relativamente alla diagnosi, alla cura, e alle cause che provocherebbero la malattia trovino conferma e diffusione e si concretizzino in iniziative omogenee nel territorio nazionale. A tale scopo emerge l'esigenza di rendere permanente il tavolo sull'autismo, continuando a lavorare in accordo con le Regioni e i servizi territoriali.
L'iniziativa del ministero della Salute è stata la risposta a quella che viene ormai considerata un' "epidemia", dato il crescente numero di diagnosi di autismo registrate negli ultimi decenni: la percentuale di bambini che manifesta oggi la patologia autistica è di 1 su 150, mentre fino al 1980 si registravano 2 o 3 casi ogni 10 mila bambini. Questo dato allarmante sembrerebbe confermare l'esistenza di una relazione tra aumento dell'inquinamento ambientale, metabolismo e sistema nervoso con le gravi conseguenze nei soggetti predisposti.
In relazione alle novità emerse circa le possibili cause del disturbo infatti, nell'anno 2007 erano stati presentati i risultati di una ricerca effettuata dalla Western University Ontario riguardo alla connessione "intestino-cervello" e sul ruolo che la presenza nella dieta di determinate sostanze (principalmente glutine e caseina) di difficile metabolizzazione per alcuni soggetti a causa di un funzionamento alterato dell'intestino, poteva avere nel condizionare negativamente il funzionamento del sistema nervoso provocando comportamenti che ricadono nelle cosiddette patologie dello spettro autistico.
Anche la dott.ssa Martha Herbert della Harvard Medical School sostiene in un' intervista alla CBC:
" Stiamo capendo che cervello e corpo possono influenzarsi; i bambini autistici sono sempre più visti come "ipersensibili" intendendo con questo che a loro danno fastidio cose che invece non infastidiscono altri".
In realtà precursore di questo approccio all'autismo è stato, già negli anni 60, Bernard Rimland, ricercatore e padre di un bambino autistico. "Per 40 anni Rimland ha intrapreso e sostenuto la ricerca dimostrando che molti individui autistici, possono migliorare modificando la biochimica dell'organismo attraverso specifici regimi alimentari, l'integrazione nutrizionale e la rimozione di tossine".
Rappresentante italiano di questa visione diagnostica e terapeutica dell'autismo è il dott. Franco Verzella presidente del DAN! ( Defeat Autism Now) Europe, un' associazione che, in diverse nazioni, raccoglie medici specialisti di varie discipline (nutrizionisti, immunologi, pediatri, neuropsichiatri, gastronterologi ) che lavorano in modo coordinato affrontando i disturbi dello spettro autistico secondo un approccio multidisciplinare, considerandoli come "patologie di adattamento dovute all'inquinamento ambientale, alimentare e iatrogeno in soggetti con fragilità genomiche riguardanti l'intestino, il sistema immunitario e quello nervoso".
Sull'argomento il dott. Verzella ha pubblicato quest'anno il libro "Uscire dall'autismo: un approccio biologico e medico", Maggioli editore.
In occasione di un incontro con alcuni medici operanti nel nostro territorio, il dottor Verzella ha accettato di rispondere ad alcune domande riguardo le nuove prospettive di diagnosi e cura dell'autismo.
Che si intende per disturbi dello spettro autistico? Qual è la percentuale
di bambini che oggi manifesta questi disturbi ed entro quale età se ne possono cogliere i segnali?
I disturbi dello spettro autistico compaiono tipicamente tra il primo ed il terzo anno di età in soggetti ritenuti fino ad allora normali. Comprendono sintomi comportamentali:
• perdita del contatto oculare,
• indifferenza nei confronti dell'ambiente,
• isolamento,
• aggressività,
• arresto dello sviluppo cognitivo comportamentale,
• scomparsa del linguaggio,
e fisici, quali
• immunodeficienza,
• gastroenteriti croniche,
• otiti,
• bronchiti-polmoniti,
• malassorbimento,
• perdita di peso,
• arresto o rallentamento dello sviluppo fisico.
Oggi si parla di Epidemia Autistica: 1 caso su 150 nella fascia compresa entro i 12 anni ed una prevalenza del sesso maschile = 4/1 (Center for Disease Control 2007).
Dove e da quanto tempo sono state avviate le ricerche sulla relazione tra alimentazione, metabolismo e autismo? In che cosa consistono?
Il rapporto tra autismo, alimentazione e funzione intestinale è stato intuito da Bernie Rimland negli anni 60 ed ha trovato una conferma scientifica definitiva attraverso gli studi e le ricerche svolte all'interno del Progetto Defeat Autism Now, iniziato nel 1995 (www.autism.com)
Che tipo di terapia è prevista?
La terapia prevede: un programma alimentare privo di glutine, caseina, soia, zuccheri, lieviti; in alcuni casi si tolgono completamente anche tutti i cereali, altre volte gli alimenti contenenti alte concentrazioni di ossalati (semi e alcune verdure) In aggiunta vengono trattati i disturbi intestinali, che sono pressoché costanti e molto impegnativi, richiedono spesso l'esame endoscopico e sono caratterizzati da
• disbiosi (candida e clostridi),
• diarrea/stipsi,
• insufficienze enzimatiche,
• maldigestione e malassorbimento,
• ileite iperplastica linfoide,
• ulcera duodenale ed esofagea,
• reflusso esofageo.
La seconda fase prevede la personalizzazione del programma alimentare con integratori a dosaggi farmacologici per attivare circuiti metabolici bloccati o depressi. La terza fase prevede la terapia chelante per la detossificazione nei confronti dei metalli tossici, che questi bambini accumulano in grande quantità per ridotta capacità detossificante.
Entro quale età deve essere effettuata la diagnosi e iniziata la terapia perché ci siano risultati apprezzabili?
Se la terapia medica e la riabilitazione iniziano al comparire dei primi sintomi oggi abbiamo concrete possibilità di recupero e, comunque, tutti migliorano perché viene applicata una terapia personalizzata che corregge le difficoltà metaboliche e funzionali.
Qual è l'atteggiamento della comunità scientifica internazionale (medici e neuropsichiatri) nei confronti di questa nuova visione dei disturbi dello spettro autistico? Ci sono delle resistenze nell'accettare questa nuova impostazione della malattia?
Le resistenze della Comunità Medica in campo internazionale, che sono state molto intense negli anni passati, si sono sensibilmente attenuate in rapporto ai risultati ottenuti ed alla ragionevolezza scientifica dell'approccio multidisciplinare, che è stato ufficializzato recentemente in Italia e USA.
In Italia la relazione conclusiva del Tavolo Nazionale, febbraio 2008, rappresenta il documento di riferimento ufficiale ed in alcune Regioni si stanno organizzando gruppi di Lavoro. Fondamentale è il contributo delle Famiglie, che hanno promosso questo nuovo corso attraverso una pressione continua nei confronti della autorità sanitaria e di sensibilizzazione attraverso i media.
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28/09/2008
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