Un casinò per ogni regione: dopo il sì della Camera arriva quello del Senato
San Benedetto del Tronto | Giorgio Fiori: "Così riparte alla grande l'opportunità anche per la Riviera delle Palme".
Il tavolo verde di un casinò (Foto d'archivio)
Dopo la Camera e così come previsto, anche in Senato il governo ha detto sì alla richiesta di nuovi casinò. E questa volta, uno per regione. L`esecutivo ha fatto proprio l`ordine del giorno presentato dal senatore del Pdl Candido De Angelis nell`ambito della discussione del disegno di legge di conversione in materia di sviluppo economico, finanza e tributi.
L`ordine del giorno di De Angelis, ex sindaco di Anzio, una delle amministrazioni fondatrici dell`Anit, impegna il governo "ad assumere iniziative volte a valutare l`opportunità di aprire una casa da gioco in ogni Regione a partire dalle città che abbiano già ospitato strutture similari o, comunque, che abbiano già avanzato richiesta all`istituzione di una casa da gioco sul proprio territorio con attività istruttoria documentata e avente rilevanza giuridica e storica".
La notizia proviene da Giorgio Fiori – vicepresidente Anit nochè coordinatore del comitato cittadino per il casinò di San Benedetto- che sottolinea come il progetto di aperture di nuove case da gioco stia vivendo una nuova stagione, grazie anche al forte segnale dato di recente dalla stessa Anit con la presentazione dello studio “Il Gioco Pubblico in Italia – Dati, Analisi, Proposte”, la prima approfondita inchiesta sullo stato del gioco di sorte nel nostro Paese.
L’iniziativa era stata infatti pensata per sensibilizzare il mondo della politica e dei media sulle contraddizioni e le anomalie di un comparto che – pur figurando tra le prime cinque attività produttive del Paese, con un fatturato di oltre 42 miliardi di euro e un gettito erariale complessivo di quasi 12 miliardi (relazione della Corte dei Conti) – è a tutt’oggi disciplinato attraverso leggi speciali e di urgenza, mancando, caso unico tra i Paesi occidentali, una normativa organica di settore.
Un’anomalia tutta italiana che, soprattutto a seguito della deregolamentazione attuata con il decreto Bersani-Visco del 2006, vede, da un lato, un’offerta di “gioco di stato” iniqua e dai rilevanti costi sociali, con effetti devastanti in particolare sulle fasce più deboli della popolazione; dall’altro, la pervicace riluttanza all’apertura di moderne case da gioco, in grado di soddisfare in modo trasparente e controllato la consistente domanda del mercato. Una situazione paradossale che la stessa Corte Costituzionale ha censurato per ben due volte con le sentenze n.152/1985 e n.291/2001, sollecitando l’intervento del legislatore..
“Ovviamente – conclude Giorgio Fiori - il progetto Anit di aperture di nuove case da gioco,è stato ripensato in toto, alla luce del dilagare del gioco di Stato, ma sempre con la finalità di completamento dell’offerta turistica che è sempre valida anche per San Benedetto”.
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09/09/2008
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