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I pionieri della “Silicon Valley” guardano con interesse al futuro tecnologico del Piceno

Ascoli Piceno | Per una settimana la delegazione americana, guidata da Penny Pompei, presidente della “Reston Chamber” e da Umberto Pascali, originario di Ascoli), è stata impegnata in un tour di visite guidate nelle realtà produttive picene.

Penny Pompei e Massimo Rossi

La missione nel Piceno di una qualificata rappresentanza della "Reston Chamber", la Camera di Commercio di Reston (cittadina della Virginia vicina a Whashington caratterizzata dalla presenza di numerose imprese vocate all'innovazione tecnologica) si è conclusa ieri a Palazzo San Filippo con l'incontro con il Presidente della Provincia Massimo Rossi.

Per una settimana la delegazione americana, guidata da Penny Pompei, presidente della "Reston Chamber" e da Umberto Pascali, (residente da anni in America ma originario di Ascoli), è stata impegnata in un lungo tour di visite guidate nelle realtà produttive del Piceno con l'obiettivo di definire relazioni sociali, culturali ed economiche di reciproca utilità. Si tratta di un percorso di collaborazione importante avviato dalla Provincia e da "Piceno promozione", l'azienda speciale della Camera di Commercio che si occupa dello sviluppo di rapporti internazionali. Già nel maggio scorso, infatti, una rappresentanza della "Reston Chamber", guidata dalla vice-presidente Valerie Romano Novak era venuta in visita del Piceno e, da quell'incontro, scaturì a giugno la partecipazione della Provincia di Ascoli Piceno con un proprio stand a "Taste of the Town", la fiera di Reston dove le sue proposte territoriali riscossero notevole successo ed interesse tra gli operatori statunitensi.

Ad accogliere la delegazione americana c'erano, ieri pomeriggio, oltre al presidente Massimo Rossi, l'assessore alle Attività Produttive Avelio Marini, Algeo Marcozzi e Laura Melloni (rispettivamente Presidente e Direttore di "Piceno Promozione"), il dirigente del Servizio Politiche comunitarie della Provincia Giampaolo Paoletti, il presidente di TecnoMarche Umberto Alesi e il direttore di "Piceno Sviluppo" Giorgio Rocchi.

"Dal rapporto instaurato con la realtà americana - ha commentato il presidente Rossi - può discendere un protocollo di intesa per individuare terreni progettuali comuni legati allo sviluppo e all'economia del territorio provinciale ". E' infatti di grande attualità il tema di un nuovo modello di sviluppo per il Piceno basato sulla creazione di luoghi della conoscenza e dell'innovazione da applicare ai processi produttivi. Uno di questi luoghi è l'area SGL Carbon e la Provincia è capofila di un progetto che ha come obiettivo la creazione di un polo scientifico e tecnologico avanzato.

 

 

 

 

A tal proposito, alcune riflessioni sulle possibili prospettive per questo tipo di investimenti sono state fatte dal pioniere della Silicon Valley Carl Pompei e dalla scienziata Corinna E. Lathan, intervistati da Umberto Pascali.
Carl Pompei, dopo un passato come titolare di aziende di informatica e semiconduttori nate nella famosa "Silicon Valley", è oggi vicepresidente, amministratore finanziario e nume tutelare nell'AnthroTronix, la ditta di robotica avanzata situata a Silver Spring, a nord di Washington e in questi giorni è ad Ascoli per una visita al modo produttivo piceno.

Tra i tanti impegni in agenda, Pompei è stato principale relatore al convegno sul futuro della SGL Carbon organizzato sabato 11 ottobre da Tecnomarche e nell'intervista ha espresso alcune considerazioni anche a nome di sua moglie Penny, presidente della Greater Reston Chamber of Commerce, la camera di commercio di Reston, nel Virginia, che comprende il "corridoio" delle ditte ad alta tecnologia che si sviluppano attorno al Dulles, l'aeroporto internazionale di Washington.

Dott. Pompei, lei ha le sue idee sui rapporti tra la Silicon Valley e la "Tronto Valley" e sono già in studio progetti per un decollo tecnologico del Piceno. Cosa ne pensa?
Credo che per migliorare il tessuto economico dell'area sfruttando l'opportunità di attrarre imprese e imprenditori del settore ad alta tecnologia siano necessari uno sforzo collettivo e la collaborazione di tutti i vari attori appartenenti alla comunità locale; il settore dell'industria privata, gli enti governativi locali e regionali, le istituzioni universitarie, le forze sociali, i proprietari di immobili, le istituzioni bancarie e così via; ma soprattutto i cittadini. Ognuna delle parti coinvolte ha i propri scopi e obiettivi. Le questioni che emergeranno debbono essere sottoposte a un esame collettivo e a una discussione costruttiva. Si dovrà arrivare all'accordo di tutte le parti coinvolte per orchestrare un piano valido che possa essere sostenuto finanziariamente e realizzato nei fatti. Ciò richiede una grande capacità di leadership da parte di coloro che dovranno realizzare il piano e il sostegno di tutte le parti coinvolte. Non sarà facile ma sarà certamente di un impresa eccitante.

Pascali ha intervistato anche Corinna Lathan, dottorato in Neuroscienze ottenuto al Massachussetts Institute of Technology, numerose lauree e titoli accademici all'attivo, già docente in diverse Università statunitensi ed europee, oggi impegnata nella robotica con "AnthroTronix Inc.", l'azienda di cui è amministratrice delegata e presidente.
La dott.ssa Lathan, dà il suo consiglio per il Piceno che vuole entrare nell'economia del terzo millennio senza rinunciare alla sue bellezze naturali e al suo patrimonio artistico unico: "Mi colpisce che l'area del Piceno abbia riconosciuto la necessità di far leva sulle proprie risorse per diventare una zona di eccellenza. Mettere insieme industrial design con le più avanzate tecnologie credo sia una scelta vincente".

In merito al "processo di incubazione" delle nuove aziende, specialmente se ad alta tecnologia, la dottoressa fornisce qualche suggerimento alla nostra provincia: "Le ragioni per cui il programma di 'incubazione' ha funzionato per noi e molti altri sono diverse. Una delle principali è che le istituzioni, soprattutto quelle universitarie, ci hanno fornito delle infrastrutture che all'inizio non potevamo permetterci. Mi riferisco ai bisogni più basilari, come spazi, telefoni e internet! Un'altra ragione è che lo stare in contatto con la comunità accademica ci ha aiutato a concepire e partorire nuove idee. Penso che entrambi questi fattori si possano replicare anche nella vostra provincia".

17/10/2008





        
  



3+3=
La delegazione di Reston a Palazzo San Filippo

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