Come se fosse un ricordo da dimenticare insieme a quelle tre vite spezzate all'improvviso. Come se non avessero il diritto di essere celebrate perché i brutti momenti si sa, si vogliono lasciare alle spalle. Ma la tragedia del Rita Evelin, il peschereccio che due anni fa, il 26 ottobre 2006, affondò trascinando negli abissi i corpi di Francesco Annibali, Luigi Luchetti e Ounis Gasmi. Non può essere snobbata così.

Non un mazzo di fiori, non una parola per ricordare, né in città né al porto. E pensare che il giorno del naufragio se lo ricordano tutti, ne hanno parlato tutti e c'erano tutti.
Tutti lì al porto ad aspettare il ritrovamento dei cadaveri, tutti lì a dare conforto ai familiari, a mostrare la faccia bella della nostra personalità.
Ma si sa, la gente dimentica in fretta e gira pagina pensando "ormai è passato molto tempo e i familiari non hanno più bisogno di conforto, lo avranno dimenticato, il tempo passa e cancella tutto..." ma non è così, le famiglie spezzate restano tali e la ferita dell'anima resta per sempre.

Tutti vogliono sapere perché è successo, come la tragedia possa essere avvenuta, aspettando i processi fagocitati da un desiderio irrefrenabile di curiosità. Ma nel momento del ricordo nessuno ricorda...strano.
Siamo in un momento di crisi economica, meno si spende meglio è, ma una corona di fiori e un incontro con i familiari per due parole di conforto, da parte del comune o dei marinai, non sarebbe costato davvero nulla.