Pubblici dipendenti, la Cisl dice la sua
Ascoli Piceno | Il sindacato afferma: "Dietro la strumentale campagna sui fannulloni ed assenteisti ci sono ben altri provvedimenti che mettono a rischio i servizi pubblici che ogni giorno i cittadini utilizzano".
Palazzo S.Filippo ad Ascoli PIceno
Nell’ambito delle iniziative di protesta dei dipendenti del Pubblico Impiego, la Cisl di Ascoli Piceno ha programmato per il prossimo lunedì 6 ottobre una manifestazione davanti alla Direzione Provinciale del Lavoro della città, manifestazione portata avanti dai lavoratori degli Enti Pubblici.
Le motivazioni della protesta, secondo un comunicato della Cisl di Ascoli, sono da imputare ai tagli della spesa pubblica. I tagli ai Comuni vogliono dire "meno risorse che incideranno direttamente sui servizi e si tradurranno in meno servizi sociali, meno istruzione pubblica, meno cultura, meno sport, meno trasporti locali eccetera"; i tagli alla Sicurezza: "circa 3 miliardi in meno e quindi circa 40.000 uomini in meno, meno mezzi, meno presenza sul territorio"; i tagli alla Giustizia "di oltre 375 milioni e quindi meno personale e processi più lunghi"; i tagli alla Sanità: "quindi saranno ancora a carico dei cittadini molte prestazioni ed a rischio molti dei Servizi esistenti"; i tagli al reddito dei lavoratori: "mentre dicono di voler aumentare la produttività vengono tagliati proprio i fondi ad essa destinati senza nessuna redistribuzione e distinzione. Tutto ciò comporterà meno salario in busta paga che va da 1000 a 6000 euro !!"; i tagli alle Assunzioni: "vengono compromesse le stabilizzazioni dei precari già avviate e possono chiudere diversi Servizi Pubblici per mancanza di personale"; soppressione di Enti Pubblici: "si chiudono gli Enti senza dire che fine faranno e chi darà al cittadino i Servizi a Lui necessari"; i tagli al Contratto Nazionale di Lavoro: "l’inflazione viene calcolata per il 2008 al 1,7% e per il 2009 al 1,5% mentre quella reale è già al 4,1% solo per il 2008. - tagli al salario: nei giorni di assenza il lavoratore perderà dal 10% al 30% del proprio salario senza possibilità di recuperarlo".
Il sindacato ha le idee chiare su cosa significhino questi tagli e infatti, sempre nella nota inviata dichiara: "Questa non è una riforma come si vede, dietro la strumentale campagna sui 'fannulloni ed assenteisti' ci sono ben altri provvedimenti che mettono a rischio i servizi pubblici che ogni giorno i cittadini utilizzano".
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03/10/2008
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Kevin Gjergji