Le maestranze della Foodinvest pretendono chiarezza
San Benedetto del Tronto | Dopo i colpi di scena susseguitesi negli ultimi giorni di settembre, le maestranze della Foodinvest vogliono risposte nitide sul loro futuro.
di Cristian Ciarrocchi
I fatti alla fine stanno dando ragione ai lavoratori e a chi ha creduto nella validità del Sito produttivo di Porto d'Ascoli, tecnologia e know-how compresi: difatti ormai risulta chiaro che diversi imprenditori appetiscono allo stabilimento.
Come riportato da un comunicato stampa delle maestranze "È stata quindi smentita di fatto la posizione della vecchia proprietà (famiglia Malavolta), che architettando i 4 concordati,grazie anche alla consulenza del Dott. Pietro Ortenzi, riteneva lo stabilimento obsoleto, improduttivo e da smembrare e smantellare immediatamente; le maestranze si chiedono come sia stato possibile che la famiglia Malavolta nonostante la disfatta economica del proprio gruppo possa ancora tenere in mano il pallino e decidere sulla sorte di Porto d'Ascoli".
Le maestranze hanno ribadito inoltre che chiunque desideri le chiavi dello stabilimento di Porto d'Ascoli deve presentare alle Istituzione, alle forze sociali, ai lavoratori e al territorio Piceno un piano industriale,un piano finanziario, livelli occupazionali e retributivi e contrattuali adeguati.
Ricordiamo inoltre che la Malavolta Corporation in diversi tavoli ministeriali,ha ribadito che avrebbe affittato lo stabilimento a chi avrebbe garantito l occupazione di tutti gli 82 dipendenti Foodinvest.
Ironica la battuta rivolta al dott. Ortensi da parte delle maestranze "Forse per questo il Dott. Pietro Ortenzi si sta tanto prodigando ed ha gia ottenuto un nuovo contratto di cui non si conoscono piano industriale,finanziario e produttivo?".
Le maestranze ribadiscono inoltre che "sia ben chiaro alla famiglia Malavolta & Co. che noi maestranze vigileremo affinché il sito possa essere rilevato sia in fase concordataria che eventualmente in una fase successiva; ci adopereremo con tutte le azioni possibili affinché l'asseto dello stabilimento ritorni ad essere quello del 2005/2006 e che quindi vengano verificate la bontà e la regolarità delle operazioni intra gruppo avvenute negli ultimi anni".
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04/10/2008
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