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Rigoberta Menchù: lezioni di diritti umani

San Benedetto del Tronto | Nella mattinata ha parlato con i ragazzi, nel pomeriggio con gli adulti; il premio Nobel Rigoberta Menchù ha davvero affascinato ed emozionato il pubblico.

di Francesca Poli

Da sin:Sorge, Menchù, Bocciarelli, Rossi

Il premio Nobel per la pace 1992, la guatemalteca Rigoberta Menchú Tum, ha incontrato questa mattina presso il teatro comunale "Concordia" gli studenti sambenedettesi, provenienti da tutti gli istituti superiori cittadini, accolta ed introdotta dall'assessore alla Pubblica istruzione Margherita Sorge, dal presidente della Provincia di Ascoli Piceno Rossi, dal presidente del consiglio regionale delle Marche Bucciarelli, dalla presidente della fondazione Bizzarri Silla, dalla rappresentante del "Collettivo Guatemala Moie" Antonella Nonnis.

«La visita della Menchú a San Benedetto è stata una straordinaria opportunità per il territorio, oltre che per la nostra città», ha commentato la Sorge, «Le parole del premio Nobel sono state tanto semplici quanto profonde e toccanti, per gli adulti e soprattutto per gli studenti, che certamente porteranno sempre nel cuore il suo messaggio e il ricordo di questo incontro. I ragazzi hanno inoltre rivolto molte domande alla grande pacifista, sviluppando un dibattito che è stata la misura dell'interesse per questa figura straordinaria, e per le lotte che ha portato avanti e ancora conduce, per il rispetto dei popoli e dei diritti umani. San Benedetto prosegue insomma nel percorso già intrapreso, di "città della pace e dei diritti umani"».

Nel pomeriggio la Menchú è stata ospite d'onore per l'apertura anticipata della 15° rassegna "Festival Bizzarri" che si è tenuta sempre al Teatro Concordia. Disponibilissima con tutti i presenti, anche se con breve tempo a disposizione, il premio Nobel per la pace ha ribadito l'importanza dei diritti umani congratulandosi con la nostra provincia per l'impegno e la solidarietà che ha saputo dimostrare in questa giornata, ribadendo che "Non bisogna essere complici del silenzio, bisogna sempre e comunque parlare: di diritti umani, della vita, dei conflitti perchè solo così si può imparare a non ripeterli".

"Il tema dei diritti umani - spiega la Silla - è più che mai attuale. Sono passati 60 anni dalla loro promulgazione ed ancora in molte nazioni sono negati. Questo a dimostrazione che c'è ancora da lavorare. Per questo dobbiamo puntare verso la scolarizzazione seminando il germe della solidarietà".

La Menchù ha lasciato senza parole una platea per lo più sconvolta dai racconti dei 40 anni di guerriglia nel suo Stato, dalla perdita non solo della famiglia ma di una dignità, di una identità, di una individualità e di un diritto alla vita negati: "13 anni fa è stata sancita la pace e da allora il popolo guatemalteca ha cercato di risollevarsi". Ma lo spettro di ciò che è accaduto rimane. "Con la mia fondazione ho voluto ricercare, documentre, avere prove certe di ciò che realmente è accaduto durante il conflitto: torture, morti, sevizie. E' per questo che abbiamo in atto un processo con la polizia spagnola che dura ormai da anni".

"Tutto ciò che voglio ora è ritrovare i resti dei miei cari, dei miei due fratelli, di mia madre e di mia cognata per poter dare loro una sepoltura dignitosa. E come me tanta altra gente sopravvissuta chiede questo".

Devastante, sconcertante la realtà raccontata dalla Menchù che neanche i libri di storia riescono a narrare. Al termine dell'incontro, la guatemalteca ha mostrato al pubblico il suo film/documentario sulla guerra nel suo paese dal titolo "Las Cruces...Poblado proximo", la distruzione di un piccolo villaggio, uno dei tanti, che durante il conflitto armato è stato spazzato via con tutti i suoi abitanti. 

08/10/2008





        
  



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Da sin:Sorge, Menchù, Bocciarelli, Rossi

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