Cinghiali, imprese pronte a rivolgersi alla magistratura
Ancona | Chiesti incontri urgenti ai prefetti:problema non solo economico, ma di ordine pubblico.
"Le imprese agricole sono pronte a rivolgersi alla magistratura e denunciare chi permette ai cinghiali di devastare impunemente le colture". E' quanto dichiara Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, dopo le ennesime incursioni degli animali selvatici nelle campagne.
"Nel week end sono stato subissato di telefonate da parte di agricoltori che mentre seminavano si vedevano seguire da branchi di cinghiali che divoravano tutto - spiega Luzi -. Le imprese sono ormai esasperate, e la faccenda è ormai un problema di ordine pubblico, e non solo per i mille incidenti stradali all'anno causati dai selvatici". Da qui la richiesta di Coldiretti Marche e della Federazioni provinciali di incontrare urgentemente i Prefetti.
"Nel corso dell'incontro in Regione, cui hanno partecipato circa duecento agricoltori, abbiamo denunciato come l'emergenza cinghiali sia da considerarsi al pari di una calamità - spiega il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli - ed è per questo che ci siamo rivolti alle Prefetture per denunciare la situazione e chiedere quali provvedimenti urgenti si è stabilito di assumere per tutelare imprese agricole e cittadini".
Secondo Coldiretti Marche, infatti, occorre intervenire immediatamente per risolvere l'emergenza e garantire l'ordine nelle campagne, oltre a programmare assieme alla Regione e alle Province un piano per ridurre la pressione degli animali selvatici sul territorio. Accanto al problema dei sinistri e dei danni alle colture, saliti già oltre il milione di euro nei primi dieci mesi dell'anno, Coldiretti è poi preoccupata per i rischi che il commercio in nero della carne di cinghiale, senza alcun controllo sanitario, possa arrecare alla salute dei consumatori.
"La situazione va risolta e va risolta in fretta, poiché gli imprenditori non sono disposti ad attendere oltre, tanto che stiamo valutando di sostenere la loro intenzione di ricorrere alla magistratura - continua Luzi -. Occorre fermare la proliferazione dei cinghiali, ma per fare questo occorre anche rivedere le regole nelle aree protette. Non è possibile continuare a permettere che i cinghiali colpiscano e si rifugino poi all'interno dei parchi dove possono muoversi indisturbati".
"Nel week end sono stato subissato di telefonate da parte di agricoltori che mentre seminavano si vedevano seguire da branchi di cinghiali che divoravano tutto - spiega Luzi -. Le imprese sono ormai esasperate, e la faccenda è ormai un problema di ordine pubblico, e non solo per i mille incidenti stradali all'anno causati dai selvatici". Da qui la richiesta di Coldiretti Marche e della Federazioni provinciali di incontrare urgentemente i Prefetti.
"Nel corso dell'incontro in Regione, cui hanno partecipato circa duecento agricoltori, abbiamo denunciato come l'emergenza cinghiali sia da considerarsi al pari di una calamità - spiega il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli - ed è per questo che ci siamo rivolti alle Prefetture per denunciare la situazione e chiedere quali provvedimenti urgenti si è stabilito di assumere per tutelare imprese agricole e cittadini".
Secondo Coldiretti Marche, infatti, occorre intervenire immediatamente per risolvere l'emergenza e garantire l'ordine nelle campagne, oltre a programmare assieme alla Regione e alle Province un piano per ridurre la pressione degli animali selvatici sul territorio. Accanto al problema dei sinistri e dei danni alle colture, saliti già oltre il milione di euro nei primi dieci mesi dell'anno, Coldiretti è poi preoccupata per i rischi che il commercio in nero della carne di cinghiale, senza alcun controllo sanitario, possa arrecare alla salute dei consumatori.
"La situazione va risolta e va risolta in fretta, poiché gli imprenditori non sono disposti ad attendere oltre, tanto che stiamo valutando di sostenere la loro intenzione di ricorrere alla magistratura - continua Luzi -. Occorre fermare la proliferazione dei cinghiali, ma per fare questo occorre anche rivedere le regole nelle aree protette. Non è possibile continuare a permettere che i cinghiali colpiscano e si rifugino poi all'interno dei parchi dove possono muoversi indisturbati".
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10/11/2008
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