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'Caso Ballarin': gli scenari di domani, l'incertezza di oggi

San Benedetto del Tronto | Il Sindaco Gaspari riconosce le sue responsabilità per come ha gestito la vicenda. La Fondazione sarebbe pronta ad investire in un'altra area. Intanto il Consiglio Comunale di lunedì 17 si presenta come un grande punto interrogativo.

di Marco Braccetti

Il Sindaco Giovanni Gaspari

Un progetto morto nella culla. Morto per cause naturali o, per meglio dire, per cause giuridico-legali. Ma non è detto che non possa resuscitare. "Venuto meno lo strumento giuridico della donazione modale è naturalmente venuta meno la proposta della Fondazione - che poneva le sue basi proprio nella donazione del terreno interessato ndr - ma non decade la volontà dell'ente di investire nella nostra città".

A parlare è il Sindaco Giovanni Gaspari che nel pomeriggio di martedì 11 novembre ha incontrato il Presidente della Fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini, all'indomani del dietro-front dell'ente ascolano in merito al progetto di riqualificazione del Ballarin targato Tschumi. Il primo cittadino ha relazionato sugli ultimi sviluppi della vicenda davanti alle Commissioni Consiliari Lavori Pubblici ed Urbanistica riunitesi in seduta comune nella serata dello stesso giorno.

La Fondazione quindi non avrebbe perso l'interesse ad investire una cifra importante (probabilmente ancora 10 milioni di euro) sul territorio sambenedettese. Ma da Ascoli attendono che il Consiglio Comunale si pronunci e dica chiaramente dove vuole che questo investimento venga fatto. Tale proposta dovrà scaturire da un intenso dialogo tra tutte le forze che compongono l'Assise cittadino in modo tale di arrivare ad un'indicazione forte ed il più possibile condivisa. Una volta che il Consiglio avrà formulato una proposta il Direttivo della Fondazione si riunirà per decidere se ed in che misura investire. Resta da vedere se a firmare l'opera sarà ancora il professore franco-svizzero, vate mondiale dell'architettura. "Dovrà essere una proposta interessante per le finalità della Fondazione ed interessante per la collettività", precisa il primo cittadino.

"La città ha bisogno di una prova di maturità. L'opportunità fornitaci dalla Fondazione non è del tutto perduta e potremo coglierla a pieno solo se prenderemo delle decisioni collegialmente condivise", afferma il Sindaco. Ma così facendo espone il fianco agli strali della minoranza. ‘Ti ricordi solo ora della collegialità mentre per oltre un anno - da quando la vicenda Ballarin ha preso il via - hai sempre agito da solo'. Questo il senso di diversi interventi dei Consiglieri di minoranza. "Nella gestione dei rapporti con la Fondazione Carisap Gaspari ha dimostrato di essere la quinta essenza dell'individualismo", taglia corto Pasqualino Piunti.

Inoltre, da indiscrezioni di stampa, si evince che un gruppo di imprenditori sambenedettesi sarebbe pronto ad occuparsi del restyling del Ballarin. Il Sindaco vede di buon occhio questa evenienza: "Invito questi filantropi a farsi avanti. Ma non lo facciano sui giornali, vengano da me in Comune, non ho alcuna preclusione verso di loro".

La possibilità che i vincoli che impediscono la donazione modale dell'area Ballarin alla Fondazione possano essere superati è ridotta ad un lumicino. Il Sindaco ha annunciato che l'avvocato Luigi Romanucci, noto giurista e più volte consulente del Comune per questioni legali, sta studiando le carte e sta tentando un salvataggio in extremis. A tal riguardo ci sarebbero dei precedenti capaci di ‘fare giurisprudenza'.

Ma anche se si trovasse un escamotage per aggirare i vincoli la Fondazione sarebbe ancora disponibile ad investire sull'ex Fossa dei Leoni? Questo non si sa. Come ripetiamo la situazione è incerta e l'incontro di martedì sera non è certo servito per fugare i tantissimi dubbi che avvolgono la vicenda.

Il primo cittadino ha pubblicamente riconosciuto di aver compiuto dei passi falsi nella gestione del ‘Caso Ballarin': "Non ho mai pensato che fare il Sindaco volesse dire camminare su un tappeto di petali di rose. - ha dichiarato Gaspari - Per questo non ho problemi a riconoscere le mie responsabilità".

Ma la domanda da un milione di dollari è questa: Alla luce dei nuovi sviluppi di cosa si parlerà nel Consiglio Comunale convocato alle ore 20,00 di lunedì 17 novembre? L'atto d'indirizzo che abbiamo avuto modo di conoscere in questi ultimi giorni ormai non ha più senso e dovrebbe lasciare il passo ad un documento meno particolareggiato con il quale in Consiglio riconosce semplicemente la necessità di recuperare la zona del vecchio e fatiscente stadio. Nel vecchio atto (ormai possiamo chiamarlo vecchio), infatti, si sprecavano riferimenti alla Fondazione ed al monumento architettonico griffato Bernard Tschumi. "L'atto d'indirizzo è da rivedere globalmente", precisa Lina Lazzari del Pd. "Era un documento che parlava a tutti ma guardava alla Fondazione - ammette lo stesso Gaspari - Il nuovo atto, invece dovrà essere una semplice manifestazione di volontà con cui il Consiglio si dice favorevole alla riqualificazione dell'area Ballarin". Ci sarà tempo e modo per indicare le modalità con le quali tale fine verrà perseguito. Project-financing? Accordo di programma? Al momento sono tutte strade percorribili.

"Dobbiamo procedere nell'intento di riqualificare il Ballarin, anche perché il Comune ha speso 900mila euro per acquistarlo dal Demanio e se non si realizzerà un restyling dell'area saranno soldi pubblici buttati. - afferma Bruno Gabrielli di Forza Italia - Nel contempo dobbiamo trovare insieme un'altra area da proporre alla Fondazione".

‘Prima avevamo un atto non condivisibile e potenzialmente illegittimo. Ma ora in mano non abbiano proprio nulla ed il tempo stringe, di che cosa discuteremo il 17?', si chiedono dai banchi della minoranza. E poi, visto che il documento è stato praticamente svuotato di ogni riferimento che abbia rilevanza politica (sul fatto che il Ballarin vada riqualificato sono tutti d'accordo) vale la pena discuterne in un Consiglio ad hoc? Ricordiamo infatti che il Consiglio Comunale di lunedì prossimo avrà all'Ordine del Giorno solo quel punto. Ma potrebbe essere un'opportunità per iniziare la ricerca di una nuova area da sottoporre al vaglio della Fondazione. Mai come in questo caso occorre dire, citando Battisti: lo scopriremo solo vivendo.

12/11/2008





        
  



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