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“Dal Piave alla Prigionia”, una nuova opera sulla Prima Guerra Mondiale

Acquaviva Picena | Esce in tutt'Italia, per le Edizioni Nordpress di Chiari (BS), un nuovo libro sulla Prima Guerra Mondiale. Narra l’ odissea del soldato Settimio Damiani, nativo di Acquaviva Picena (Gennaio 1914 - Agosto 1919).

La copertina del libro

Il volume sviluppa un'approfondita ricerca storica in riferimento ai fatti trascritti durante il conflitto da Settimio Damiani, marchigiano nativo di Acquaviva Picena. Il manoscritto, per anni rimasto sepolto tra foto ingiallite e ricordi di famiglia, solo recentemente venne consegnato dai nipoti, oggi cittadini americani, al presidente del Centro Studi Informatico La Grande Guerra, Alessandro Gualtieri, che con il direttore editoriale del sito www.lagrandeguerra.net, Giovanni Dalle Fusine, sortì l'idea di farne libro. La pubblicazione ha comportato mesi di studio e indagini, portando a compimento un'esaustiva opera sulla realtà bellica patita da milioni di italiani.

Damiani emigrò agli inizi del Novecento negli Stati Uniti in cerca di lavoro, lo scoppio della guerra lo costrinse al rientro per svolgere il servizio militare, quindi, dopo breve addestramento venne inviato al fronte con la Brigata «Roma». La "Spedizione Punitiva" lungo il fronte vicentino colse il fante sul Monte Majo in Val Posina, superata una convalescenza tra gli ospedali militari di Schio e Vicenza a cavallo tra il '16 e '17 tornò a combattere col Brigata «Siena» lungo la Valsugana. Infine, inviato a contenere lo sfondamento degli austro ungarici a Caporetto, fu fatto prigioniero nei lager austriaci, da dove tornerà al termine del conflitto conservando quel piccolo taccuino su cui segnava giornalmente quanto accadeva al suo reparto, più volte decimato dagli scontri col nemico.

Aldilà degli errori ortografici, lasciati integralmente nel testo, l'opera di Settimio Damiani vanta innumerevoli pregi. Si evidenzia il carattere di cronaca nuda e cruda che il fante imprime al racconto; non si tratta di memorie postbelliche, egli è lì, alla guisa di un inviato speciale armato di penna e moschetto, che scrive a getto nell'immediato trascorrere degli accadimenti. Ne scaturisce uno spaccato della vita di trincea, le paure e le ansie della truppa, comandata da superiori spesso incapaci di gestire i subalterni, dove le strategie studiate a tavolino erano lontane dalla realtà che si presentava in battaglia. Toccante risulta il racconto che riguarda la prigionia patita dal Damiani, che solo a fine guerra potrà tornare al piccolo paesino in provincia di Ascoli, e quindi al lavoro abbandonato a Chicago, dove la sua famiglia oggi vive e prospera ben integrata con la realtà americana.

Del volume, già tradotto in lingua inglese, è in programma l'edizione per il mercato statunitense.

04/11/2008





        
  



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