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Presa di posizione di Andrea Quaglietti, RSU di fabbrica alla Manuli

Ascoli Piceno | "Azienda fermi processo di delocalizzazione , sani posizioni e contrasti in (Cig, Interinali, Macchinari) e noi e i lavoratori troveremo un accordo, come da essa stessa richiesto".

Andrea Quaglietti

Ricieviamo dal Sindacato dei Lavoratori intercategoriale di Ascoli Piceno:

"La Manuli ha riconosciuto che il nuovo orario di lavoro impostato nei mesi scorsi non determina dei positivi effetti produttivi e quindi lo stesso nuovo direttore dello stabilimento ascolano ha chiesto a sindacati e lavoratori di trovare degli accomodamenti. Tutti i dipendenti sono disponibili come sempre a trovare delle soluzioni utili e concordate, ma ora l'azienda deve scoprire le carte, e chiarire quali sono i suoi piani per il futuro del sito locale, oltre che sanare tutte le posizioni di contrasto aperte negli ultimi mesi."

Lo afferma Andrea Quaglietti, RSU di fabbrica alla Manuli oltre che membro del coordinamento nazionale del Sindacato dei Lavoratori, due giorni dopo lo svolgimento delle assemblee degli stessi operai, nello stabilimento di Campolungo.

"Nelle assemblee con i lavoratori si sono ricostruite tutte le vicende accadute negli ultimi mesi alla Manuli, dal trasferimento dei macchinari ai licenziamenti degli interinali, dalla cassa integrazione di dicembre fino alla discussioni e ai contrasti sulla nuova organizzazione dei turni di lavoro in fabbrica, con il ripristino delle 5 giornate lavorative di otto ore, invece delle sei giornate per sei ore. Un'organizzazione - continua Quaglietti - che la stessa azienda, tramite il nuovo direttore in carica da questo gennaio, ha riconosciuto che non va bene per lo stabilimento locale del Gruppo.
Il Sindacato dei Lavoratori ( primo sindacato interno) e i dipendenti sono disponibili a rivedere la questione, ma occorre che l'azienda ora passi dalle parole ai fatti, sanando tutte le posizioni negative pregresse."

Per l'SDL la direzione della Manuli deve chiudere tutte le cause pendenti con i lavoratori, fa rientrare nel sito i macchinari prima che partano per l'estero, evitare di allungare la cassa integrazione o di licenziare altri interinali, anzi stabilizzare i precari presenti, e insomma , in definitiva bloccare quel processo di delocalizzazione che sembra in atto, visto che sono rimasti 395 dipendenti, di cui solo 323 operai, processo che preoccupa molto circa il futuro della sua attività nell'ascolano.

"Ci attendiamo delle risposte precise da parte dell'azienda - conclude Quaglietti - che favoriscano il dialogo e gli accomodamenti richiesti alle maestranze. Se invece si continuerà nella stessa politica degli ultimi mesi, e addirittura si chiederanno altre due settimane di cassa integrazione anche a fine febbraio, per lo stesso reparto già interessato a dicembre e gennaio, e per un numero superiore ai 150 addetti, allora non ci potranno essere intese."
Info : 3494103507

25/01/2009





        
  



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