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Lo aggrediscono allo chalet e tentano di accoltellarlo: illeso

Porto Sant'Elpidio | Antonio Avino, 20 anni, proprietario del Movida Beach, stabilimento all'estremo sud di Porto Sant'Elpidio, racconta la sua serata terribile: "La coltellata mi ha strappato la cinta e mi ha colpito alla cintura, poteva andare molto peggio".

di Pierpaolo Pierleoni

Lo chalet Movida beach di Porto Sant'Elpidio

"La criminalità non diventi un'abitudine, altrimenti sarà come nella mia Napoli". E' l'appello di Antonio Avino e dei suoi familiari, gestori dello chalet Movida beach di Porto Sant'Elpidio. L'altra sera, il giovane è stato aggredito mentre era in procinto di chiudere il suo locale. Sono stati due giovani,intorno ai 30 anni, stranieri con accento est europeo, con uncappello abbassatosugli occhi, a fargli visita mentre era solo all'interno dello stabilimento. Gli è andata bene, perchè una coltellata poteva costargli cara. Invece lo ha solo sfiorato, strappandogli la camicia e colpendo la cintura dei pantalon. Per lui nessuna conseguenza. 

Antonio ricostruisce così quei momenti drammatici. "Erano due balordi sui 30 anni. Uno alto, rimane all'ingresso. L'altro più piccolo di statura, entra con un coltello ed il cappello abbassato. Dall'accento sembrano stranieri, dell'est Europa. Mi chiedono di dargli tutti i soldi. In cassa è rimasto poco, il resto l'ho già messo via. Gli do 20 euro, inizia ad urlare. Ho l'impressione che si tratti di un tossico, è molto nervoso. Aggira il bancone e mi viene contro. Reagisco, impugno una bottiglia e tento di colpirlo in testa, ma si sposta e viene preso alla spalla. A quel punto risponde con una coltellata che mi prende sulla cintura e mistrappa la camicia. Poi i due scappano e salgono su un auto".

Una brutta storia, che poteva davvero avere risvolti drammatici. Antonio Avino, dopo un paio di giorni, si sente arrabbiato e in pericolo. "I carabinieri si sono sorpresi che fossi così calmo mentre raccontavo quello che mi era successo - ricorda Antonio -Il fatto è che vengo da Napoli, laggiù gestivo un pub. Lì certi episodi sono all'ordine del giorno. Una volta mi hanno puntato una pistola addosso. Ma qui non siamo a Napoli. Siamo andati via proprio per fuggire da una vita del genere, per cercare tranquillità. Lavoriamo dalla mattina alla sera e non è facile andare avanti, anche in un periodo di crisi come questo. Non si può faticare per dare i soldi a qualche delinquente, magari rischiando di prendersi una coltellata. Non si può accettare che la delinquenza prenda piede anche in una zona tranquilla come questa. Mi hanno detto che qualche giorno fa anche in un bar del centro si sono presentati rapinatori armati di coltello. Nel locale alcuni mesi fa ho dovuto installare l'allarme, perché avevo subito alcuni piccoli furti. La situazione sta peggiorando".

Il titolare del Movida beach auspica un intervento fermo e massiccio per arginare il problema criminalità. "Serve un segnale forte, far sentire che la delinquenza non può vincere - conclude Avino - Ho fiducia nelle forze dell'ordine, spero che i controlli siano serrati. Perché se certi episodi diventano normali, non ce ne libereremo più".

13/02/2009





        
  



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