"Gli anni" di Sciarrone
San Benedetto del Tronto | Venerdì andrà in scena al Teatro Concordia il nuovo lavoro diretto da Alessandro Sciarroni "The years-gli anni".
Si tratta di un progetto ambizioso, prodotto dal Teatro Stabile delle Marche in collaborazione con l'Amat all'interno di "Nuove Sensibilità" e realizzato grazie al sostegno del Comune di San Benedetto del Tronto e "Officina Concordia".
Il lavoro è frutto di un laboratorio di ricerca contemporanea che si è tenuto a partire dal mese di Ottobre presso gli spazi della Scuola Elementare Colleoni, del Centro Giovani Casa Colonica e dell'Istituto Formazione Danzatori Hopera Ballet.
In scena si alterneranno 24 allievi/attori (13 adulti e 11 bambini).
Alessandro Sciarroni firma la drammaturgia del lavoro assieme alla scrittrice e critica d'arte sanbenedettese Alessandra Morelli. Attraverso la trasmissione delle tecniche di base del lavoro dell'attore e del performer contemporaneo, il sistema pedagogico di Corpoceleste ha condotto gli allievi/attori all'interno di un percorso creativo che ha avuto come obiettivo lo studio della percezione dell'identità, intesa come sviluppo della coscienza corporea e vocale e messinperformance dello stato biologico e biografico soggettivo.
Obiettivo del lavoro, sarà quello di condividere con lo spettatore i meccanismi di produzione e di ricerca del linguaggio che Sciarroni ha messo in pratica con i performer.nGli attori si presentano allo spettatore in funzione di loro stessi, in scena si chiamano con il loro nome proprio e non indossano costumi teatrali, ma abiti quotidiani. La messinscena non è costruita attraverso l'attribuzione di "ruoli", ma attraverso delle "funzioni" drammaturgiche.
"É una sfida che mi ha sempre appassionato" dice Sciarroni "mettere in scena degli attori, sebbene molto giovani dal punto di vista artistico e biografico, in funzione di loro stessi. Rinunciare ad una drammaturgia scritta e costruire il lavoro a partire dall'identità di chi mi trovo davanti. Alcuni allievi hanno avuto delle perplessità quando ho detto loro che quest'hanno non avrebbero avuto dei costumi teatrali e che non avrei dato loro un copione. Ma poi hanno capito che poteva essere interessante stare nei propri vestiti mantenendo comunque una funzione rigorosa e personale allo stesso tempo."
La prima parte del lavoro mostra allo spettatore proprio ciò che di solito non viene mostrato su di un palco, e cioè la preparazione fisica di un attore mentre trova la concentrazione e lo stato di cui ha bisogno. A partire da questo "grado zero" dell'attore e grazie all'intervento dei performer bambini, si sprofonda nel mondo dell'infanzia per poi uscirne liberati dal proprio egocentrismo e distinti nella propria identità sessuale, maschile e femminile.
Con grande cautela il performer mette in atto i meccanismi dell'esecuzione di una partitura fisica e sonora, raggiungendo la maturità artistica che gli permette di uscire dal meccanismo che ha creato e di svelare la sua presenza.
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21/02/2009
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