Ned: sì, no... decide la Regione
Fermo | Ieri l'inchiesta convocata da Ancona per ascoltare i dirigenti della ditta di Osimo e gli abitanti di Campiglione. Tra dati, tecnicismi, osservazioni e contestazioni ognuno è rimasto sulle sue posizioni.
di Francesca Pasquali
Cartello di protesta
Riuscirà la Ned Silicon ad avviare l’impianto di produzione di silicio metallurgico nei locali dell’ex Sadam, o avrà la meglio il Citasfe, il comitato che si oppone alla presenza dello stabilimento? La palla passa ora ad Ancona.
In un’infuocata inchiesta pubblica voluta dalla Regione per consentire l’illustrazione della Valutazione di impatto ambientale (Via) curata dalla ditta osimana e per ascoltare le ragioni di chi, ormai da due anni, si dichiara contrario alla sua realizzazione, le due parti hanno tentato di far valere i propri argomenti. Cartelli e striscioni di protesta all’ingresso, uomini della Polizia a scongiurare eventuali scontri e una sala stracolma, al punto da costringere fuori quanti non hanno trovato posto all’interno, lo scenario dell’incontro.
Da Ancona sono arrivati il dirigente dell’ufficio Impatto ambientale David Piccinini e Giuseppe Mariani del dipartimento Territorio e ambiente. Quest’ultimo, dopo aver ricostruito le tappe del procedimento di Via, ha lasciato la parola a Mario Pesaresi, presidente della Ned Holding Spa, la società che controlla la Ned Silicon.
Più volte interrotto dalla contestazioni, Pesaresi ha spiegato che, in base al progetto, i locali dell’ex zuccherificio ospiterebbero la ditta che produce pannelli solari per tre anni. Ed i lavoratori? Secondo il presidente della holding le prime due fasi di attività – raffinazione e trasformazione del silicio in fette – porterebbero all’assunzione di 150 persone; altre 300 troverebbero lavoro nella terza fase (trasformazione delle fette in celle) che però non si svolgerebbe nello stabilimento di Campiglione.
Ad elencare i vantaggi offerti dalla lavorazione del silicio, il presidente di Ned Silicon Spa, Sergio Pizzini che, definendolo il futuro dei pannelli solari, ha spiegato che il silicio è oggi il principale materiale di lavorazione dei moduli fotovoltaici perché garantisce una durata di oltre trent’anni.
Numeri e grafici alla mano, Alberto Cupido, consulente ambientale della Ned Silicon ha parlato dell’impatto che l’impianto – circa tre metri di altezza per due di larghezza – avrebbe sull’ambiente e sul territorio. Stando a studi e ricerche, secondo Cupido, l’attività dello stabilimento non farà innalzare significativamente il livello di inquinamento di aria ed acqua. Quanto all’inquinamento acustico, anch’esso dovrebbe rientrare nei limiti previsti dalla legge.
Termini difficili per i non addetti ai lavori, e ancor più per i molti anziani che riempivano la sala e che non si sono dimostrati convinti dalle dichiarzioni tranquillizanti degli uomini di Osimo e hanno fatto sentire la propria voce attraverso molte osservazioni.
A smentire i dirigenti Ned la dott.ssa Patrizia Gentilizi dell’Associazione italiana medici per l’ambiente. Riportando alcuni dati relativi al rapporto poco confortante tra esposizione a silice cristallina – minerale presente in molti tipi di roccia, sabbia e argilla – e probabilità di sviluppare tumori e altre gravi malattie, l’oncologa ha parlato del rischio a cui verrebbero esposti non solo i lavoratori a diretto contatto con il minerale, ma anche chi vive nelle zone circostanti lo stabilimento. Essendo poi il primo impianto in Italia a svolgere questo tipo di attività, non poter fare confronti e verificare gli effetti è, secondo la dottoressa, un’ulteriore fattore di rischio.
Dello stesso parere Virginio Bettini, docente di Analisi e valutazione ambientale all’università di Venezia. Parlando dell’incongruenza tra la Via curata dalla Ned ed i futuri sviluppi dell’attività produttiva, Bettini ha chiesto, non ricevendo risposta ma generando una piccola baruffa con il presidente Pizzini, se non sarebbe stato più opportuno individuare un altro luogo, magari non abitato, dove avviare l’attività.
Il 9 aprile scadrà il procedimento di Via. Il cerchio si stringe e si avvicina il momento in cui la Regione non potrà più rimandare una decisione.
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27/03/2009
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