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Cultura e crisi economica a San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto | Osservazioni su un convegno del circolo culturale "Riviera delle palme".

di Felice Di Maro

Felice Di Maro

Sabato 18 aprile presso la sala del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto il circolo "Riviera delle palme" ha organizzato un convegno sul tema "La cultura e la crisi economico-finanziaria: problematiche e prospettive". Amministratori locali e docenti universitari hanno presentato relazioni veramente degne di rilievo. Le osservazioni che seguono penso che possono in qualche modo contribuire e su alcuni punti s'intende al dibattito che in omaggio alla peggiore tradizione della città non c'è stato per niente. Chi ha partecipato è stato spettatore passivo e su un tema di grande attualità.

In primis alla professoressa Olimpia Gobbi, Assessore alla cultura della provincia di Ascoli Piceno, che ha messo in evidenza la "trasversalità" da parte dei vari gruppi di consiglieri provinciali nel bocciare fondi in bilancio riservati alla cultura.

Professoressa Gobbi se ciò è avvenuto è perché forse non è stato presentato un articolato programma di iniziative culturali accettabile? Non mi pare che la provincia di Ascoli Piceno abbia realizzato in questi anni eventi culturali di rilievo! Quindi non mi scandalizzo della bocciatura che viene presentata in perfetta autonomia da ciò che si è fatto ed anche da ciò che si voleva fare e poteva interessare.

Interessare! Ma a chi? Quanti cittadini del Piceno hanno partecipato alle iniziative culturali della Provincia? Purtroppo nel Piceno si oscilla tra propaganda di interpretazioni ideologiche sapientemente gestite e pressapochismo di maniera ritmata da quella superficialità tipica dei circoli accademici della peggiore specie.

Su vari temi che a volte vengono presentati con campagne mediatiche e che hanno rassomiglianza con un profilo medio di evento culturale si fa in modo che non bisogna partecipare in quanto o non si fanno mai in giorni normali intesi di lavoro o semifestivi e in orari normali intesi in mattinata o in primo pomeriggio ma di sera (ore 21,30) o sono solo per addetti ai lavori: i relatori sono presenti solo quando parlano loro.

In pratica non bisogna mai disturbare il manovratore! Chi non ha auto personale non può mai partecipare a niente. A fronte di tutto si dichiara con pratiche mediatiche collaudate che si fa tutto per tutti. Peraltro, alle iniziative della Provincia non c'è quasi mai dibattito al quale possono partecipare i cittadini e in pratica si è quasi sempre spettatori passivi. Il convegno del circolo "Riviera delle palme" non ha fatto eccezione! Per quanto mi riguarda ben vengano le bocciature in consiglio provinciale. Un grazie di cuore a questi consiglieri.

Per quanto riguarda la relazione del prof Carlo Carboni, ordinario di sociologia economica presso l'Università Politecnica delle Marche, credo che siamo veramente messi male. Mettere insieme ciò che di buono ci sarebbe o c'è (Sinceramente non ho ben compreso!) dell'economia keynesiana e di quella liberista per superare la crisi significa che non si hanno non solo idee ma che non si vuole neanche tentare di fare ricerca per avvicinarsi a qualcosa che possa quanto meno condurci verso un equilibrio economico per ridurre le differenze economiche di certe famiglie e di aziende in difficoltà.

Le divisioni a tutti livelli e in particolar modo di reddito debbono restare tali. Ma come è possibile riferirsi alla crisi attuale in funzione dell'interpretazione teoretica dei cicli economici e non pronunciare neanche una volta la parola "trend" e cioè "tendenza di crescita e decrescita. Per il prof. Carlo Carboni "economia pubblica" e "economia locale" non sono campi di studio che non esistono. Siamo messi male! Globalizzazione! Globalizzazione! Solo questo si è sentito e più volte e senza diritto di replica. Sui temi della crisi gli accademici farebbero bene a strare zitti! Ovviamente si consiglia che parlino solo nelle aule universitarie che non sono luoghi di conflitto.

L'Italia è l'unico paese tra i più industrializzati che oltre alla social card e cose simili non sta facendo nulla per uscire dalla crisi. Ovviamente i Tremonti Bond sono un ottimo regalo alle banche.

La crisi la pagheranno i cittadini più deboli. Ma questo non interessa ai docenti dell'Università Politecnica delle Marche.

20/04/2009





        
  



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