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Oltre ai prezzi anche la stabilità finanziaria tra gli obiettivi della Bce?

San Benedetto del Tronto | I nuovi strumenti che dovranno essere varati dalla Commissione Ue, vigilanza di supervisori finanziari e istituzione di un consiglio sui rischi delle attività degli istituti finanziari, modificheranno anche gli indirizzi delle politiche monetarie?

di Felice Di Maro

Per Lorenzo Bini Smaghi membro del board della Banca centrale europea sembra di no.

Impegnarsi per superare la crisi è un imperativo per tutti. In che modo sembra però che non interessi molto. Certo è che accedere più facilmente ai mercati internazionali e definire un modello equilibrato di sviluppo sostenibile sarà all'attenzione del Vertice dei G8 di luglio a Roma sotto la presidenza italiana.

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti presenterà anche una sorta di "manifesto del diritto futuro". Il credito alle famiglie sarà all'attenzione oppure sarà solo un tema secondario? Ovviamente però dovranno anche spiegare come possono ripartire i consumi in assenza di liquidità e con i bilanci in rosso di non proprio pochissime famiglie.

Non sembra quindi proprio tutto Ok! Mentre si studia il malato muore. Le nuove regole della finanza e i comportamenti etici degli operatori economici e rilancio delle politiche economiche sono anche all'attenzione della Commissione Ue. Due le ipotesi di studio. L'Esrc, organismo che avrà il compito di analizzare la stabilità finanziaria, e un sistema di supervisori finanziari. In pratica una rete di nuove autorità. Ma a quanto pare siamo ancora in piena tempesta. Le nuove regole a quanto pare sono attese per il 2010.

In area euro si studia e si propongono analisi veramente raffinate. L'intervento di Lorenzo Bini Smaghi membro del board della Banca centrale europea al convegno "G8: Strategie per uscire dalla crisi" organizzato dall'Associazione Amici della Luiss di mercoledì 27 maggio a Roma ne è un esempio eloquente. Grazie alla sua liberalità che ha proposto il testo sul sito della Bce è possibile fare alcune osservazioni.

Bini Smaghi ritiene che la "politica dei tassi d'interesse molto bassi" operata dalla Fed negli Usa nel periodo 2002-2004 abbia alimentato gli incentivi per le istituzioni finanziarie, le famiglie e le imprese, ad indebitarsi e a prendere posizioni speculative ad alto rischio". Sarà anche vero però si voglia o no il costo del denaro negli Usa in relazione al potere di acquisto di stipendi e salari è stato più basso che in area euro. Al riguardo le esportazioni dall'area euro verso gli Usa hanno favorito un equilibrio economico che oggi non è neanche ipotizzabile. L'alto costo del denaro in area euro ha comunque penalizzato gli investimenti in generale e la vita stessa delle famiglie.

Pienamente d'accordo che il metodo seguito dell' inflation targetting non può prevedere quelli che sono i processi o se si preferisce le "turbolenze" dei mercati finanziari. Giusto è, che "se già è difficile prevedere l'inflazione, è ancor più arduo interpretare i prezzi delle attività finanziarie e trarne indicazioni per quel che riguarda i rischi di instabilità". Ovviamente sono questi gli assi che sono stati trattati con fonti e articolazioni di particolari e che per brevità si riassumono. Si invitano i leggere il testo in integrale sul sito citato.

Ma dove è che non ci siamo? Si ritiene che utilizzando i "vari indicatori di breve e medio periodo, inclusi gli aggregati e i prezzi delle attività finanziarie" si possa comprendere se le scelte di politica monetaria sarebbero coerenti oppure no. Purtroppo non si tiene conto che conoscere non significa decidere e che la funzione del conoscere implica che si è obbligati da parte della Bce di partecipare analisi e quant'altro.

Chiaramente questo significa anche offrire ai vari gruppi finanziari continui strumenti di verifica che i loro interessi siano sempre e comunque non solo noti ma continuamente garantiti. Il problema è che le decisioni dovrebbero essere prese in tempo reale e nell'interesse di tutti e non solo per i gruppi che operano nei mercati finanziari.

Altro tema è quello della stabilità dei prezzi. Bini Smaghi dice che "ci sono anche degli obiettivi secondari, da perseguire coerentemente con la stabilità dei prezzi". Bene! Come ipotesi di lavoro afferma che "la stabilità finanziaria" per la Bce dovrebbe essere sullo stesso piano della stabilità dei prezzi. Certo è "ragionevole attribuire alle banche centrali anche l'obiettivo della stabilità finanziaria".

Ma si è sicuri che le banche centrali possano veramente prendere "in maggior considerazione l'andamento dei mercati finanziari, domestici e globali, per prevedere eventuali squilibri e i loro effetti sulla stabilità monetaria e finanziaria".
Non si tiene conto che ad esempio la Banca d'Italia sa benissimo che banche e istituti finanziari offrono mediamente prestiti alle famiglie con interessi annui dell'11% appena sotto il 12% oltre il quale è usura.

I tassi d'interesse per le operazioni della Bce sono all'1%. Mi fermo qui. Altrimenti.....
Lorenzo Bini Smaghiha tenuto una lezione in Ancona presso la facoltà di economia dell'Università Politecnica delle Marche il 6 marzo 2009 su tema "Tre quesiti sulla politica monetaria espansiva". Con fonti e dati d'analisi ha posto molto bene il problema di quando la diminuzione dei Tassi Bce si dovrebbe fermare. Ma oggi penso che bisogna porre e naturalmente con analisi e studi mirati di come abbassare i tassi d'interesse per il credito al consumo delle famiglie e non per quelle che debbono acquistare casa ma per quelle che debbono finanziare la spesa alimentare.

Il Rettore dell'Università Politecnica delle Marche potrebbe invitare Bini Smaghi ad un confronto e quanto meno con un'altra lezione.

30/05/2009





        
  



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