Con il "Comandante" terminano le proiezioni del Bizzarri
Grottammare | Si conclude la mini-rassegna organizzata dall'Accademia Internazionale del documentario "Libero Bizzarri" sui grandi autori di cinema documentaristi d'eccezione.
Dopo Michael Moore e Jonathan Demme, l'Accademia del documentario propone Oliver Stone e il ritratto che l'autore di Nato il 4 luglio fa di Fidel Castro.
Un'intervista al padre della rivoluzione cubana per complessive trenta ore di registrazione sulle quali Fidel Castro, pur avendone facoltà, non ha richiesto alcun taglio: il risultato è Comandante, un documentario che traccia un ritratto a trecentosessanta gradi su uno degli statisti che più ha inciso sullo scenario politico internazionale negli ultimi cinquant'anni. Girato nel febbraio del 2002, il film è arrivato sugli schermi italiani successivamente al discusso Alexander, l'ultima fatica di Oliver Stone, e dopo essere stato presentato negli anni scorsi al Festival di Berlino ed al Sundance Film Festival: negli Stati Uniti il documentario dell'autore di JFK - Un caso ancora aperto e Ogni maledetta domenica non ha trovato invece alcuna distribuzione, e perfino l'emittente HBO ha dovuto rinunciare, dopo essersi trovata al centro di un vero e proprio affaire istituzionale all'annuncio della programmazione di Comandante.
Dall'intervista-fiume di Oliver Stone, caratterialmente affine a Castro, emerge un inedito ritratto del lider maximo operante su più livelli, intimo e complessivamente sincero, almeno quando non è penalizzante esserlo: le domande non sono mai concepite in modo accondiscendente al soggetto, che da consumato attore del palcoscenico politico internazionale sa ben dosare le risposte, infarcirle di intriganti aneddoti, confondere le acque per evitare imbarazzanti cadute di stile.
Nonostante questo da Comandante esce fuori un Fidel Castro molto umano a prescindere da una storia personale ormai entrata nella sfera del mito, e la testimonianza clou in tal senso si rivela forse il finale in cui dopo tre giorni, tre notti e trenta ore passate a rispondere a quesiti su se stesso e sulla grande rivoluzione della sua piccola isola, l'allora settantacinquenne statista cubano si alza per abbracciare con evidente trasporto Stone e la sua troupe.
Prima della fine grazie al regista americano scopriremo un gran numero di cose su Fidel: si controlla il polso di continuo, ha risparmiato cento ore della sua vita per non radersi, non è mai stato credente, non è mai andato dallo psichiatra, non va in vacanza da dieci anni (troppo occupato) né al cinema (ma ha amato Chaplin, Brigitte Bardot e Sophia Loren), si sente prigioniero del suo ruolo, non crede all'ipotesi del cecchino solitario riguardo all'omicidio di Kennedy, gli ultimi film che ha visto sono Il Gladiatore e Titanic, in videocassetta.
Fin troppo 'partigiano' come documentario - è decisamente evidente l'ammirazione di Stone per Castro domanda dopo domanda - Comandante si rivela un film indubbiamente intrigante, caratterizzato da uno stile di regia moderno ed energico.
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05/05/2009
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