Misure di rilancio, la Regione boccia l'operato del Governo
Roma | Il presidente Gian Mario Spacca al termine dellincontro odierno tenuto a Roma con il ministro Claudio Scajola ha parlato di debolezza e vacuità nella politica del Governo.
Gian mario Spacca Presidente Regione Marche
All'incontro erano presenti il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza dei presidenti delle Regioni Vasco Errani, il presidente del Molise e vicepresidente della Conferenza Michele Iorio , altri rappresentanti dell'esecutivo della Conferenza, il sottosegretario Adolfo Urso e l'assessore regionale alle attività produttive delle Marche Fabio Badiali. "Scajola - ha sottolineato ancora il presidente Spacca - si è presentato all'incontro con un documento generico e senza certezze nelle risorse. Le uniche che vengono utilizzate sono quelle riferite al Fas. La situazione già difficile peggiorerà nel 2010 quando il gettito fiscale, in linea con la diminuzione del Pil stimata nel 4 - 4,5%, sarà inferiore agli anni precedenti per effetto della crisi. Per questa ragione occorre fissare sin da subito risorse certe". Ad esempio della mancanza di ascolto il presidente ha poi ricordato l'Accordo di programma per i territori in crisi dell'A. Merloni presentato dalle Regioni ad ottobre e per cui il Governo deve ancora convocare un incontro.
Oltre alla definizione dell'agenda secondo le Regioni sarebbe poi necessario aprire immediatamente un tavolo di lavoro permanente con le Regioni stesse per definire le linee di intervento in base alle esigenze espresse dai territori e procedere anche generalizzando l'istituto delle "Intese" in Conferenza Stato-Regioni sulle questioni dello sviluppo economico.
Sul fronte delle risorse Fas le Regioni chiedono al Ministero di concordare un pacchetto di proposte relative ad interventi che possano essere approvati in tempi rapidi. Ciò in funzione della definizione di una sorta di accordo quadro Ministero-Regioni che individui con maggior certezza risorse, procedure e modalità di collaborazione per attuazione delle diverse misure, quali il programma delle Azioni connesse di Industria 2015, le bonifiche dei siti inquinati, le zone franche urbane e le azioni in materia di autoimprenditorialità e di autoimpiego. Infine il Presidente ha ricordato la riforma del sistema degli incentivi prevista dalla Finanziaria 2007 e non ancora attuata.
"Azioni connesse" del Programma Industria 2015
L'insufficienza delle risorse potrebbe non consentire di soddisfare adeguatamente le aspettative che stanno maturando sui singoli territori. Finora si è operato in assenza di una procedura certa relativamente a modalità, termini e criteri di selezione delle proposte progettuali. Le Regioni ritengono necessario che si proceda alla definizione congiunta di indirizzi comuni in base ai quali far proseguire utilmente i lavori in sede tecnica, quali: la formale intesa della Conferenza Stato-Regioni sul decreto attuativo delle Azioni connesse; la revisione della tempistica per la presentazione dei progetti e la riperimetrazione dei temi prioritari (Edilizia sostenibile, Automotive, Tecnologie marine, Energie rinnovabili, Filiera Agroalimentare e la Fabbrica delle fabbriche) sulla base delle risorse finanziarie effettivamente disponibili; la definizione delle caratteristiche dei progetti, privilegiando progetti di carattere interregionale per massimizzare l'efficacia degli interventi.
Problematiche in materia di autoimprenditorialità ed autoimpiego
Le Regioni hanno segnalato la necessità di discutere la proposta di delibera CIPE di assegnazione ad INVITALIA dei Fondi FAS, nella misura di 630 milioni di euro, per l'attuazione degli interventi, in quanto è necessario chiarire preliminarmente la questione relativa alla regionalizzazione degli strumenti. Con la riforma del Titolo V della Costituzione, infatti, le funzioni sono già di competenza regionale, indipendentemente da quanto possa essere disposto dalla norma di legge e/o dai provvedimenti attuativi. Conseguentemente le risorse finora destinate a tali interventi dovranno, d'ora in poi, essere gestite dalle Regioni che potranno evidentemente utilizzare a tal fine le acquisite società regionali di Invitalia o le proprie strutture regionali.
Accesso al credito
In merito alle problematiche dell'accesso al credito si evidenzia che tutte le Regioni hanno predisposto interventi finalizzati ad assicurare condizioni di maggiore liquidità per le imprese.
Occorre, pertanto, fare il punto sulle misure attivate dai diversi livelli di governo e raccordare gli interventi. In particolare, poiché le Regioni avevano espresso l' Intesa sullo schema di decreto attuativo del Fondo per la Finanza d'impresa che non è stato ancora adottato, occorre conoscere le determinazioni del Ministero poiché si ritiene ancora utile l'adozione del provvedimento, non essendo sufficiente l'avvenuto rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia. A riguardo, pur apprezzando l'incremento del finanziamento di tale Fondo e l'estensione della sua operatività alle imprese artigiane si chiede di procedere in tempi brevi all'attuazione del comma 5, dell'articolo 11, che prevede la possibilità di far confluire nel Fondo risorse aggiuntive.
Imprenditoria femminile
Le Regioni chiedono l'abrogazione dell'articolo 2, comma 183 della legge 244/07 e la sua riformulazione nella stesura riportata in allegato, per rispondere all'esigenza di trattenere sul territorio le risorse derivanti da revoche e/o economie dei Bandi IV, V e VI della Legge 215/92, per poterle destinare ad interventi coerenti con le finalità della legge stessa, con particolare riferimento all'accesso al credito. Ciò si rende indispensabile vista l'evidente competenza regionale in materia. La proposta tiene conto delle necessarie compensazioni per quelle Amministrazioni che hanno già proceduto alla restituzione dei fondi. Vi è inoltre necessità di dare continuità agli interventi a favore dell'imprenditoria femminile: andrebbe ricercata, anche d'intesa con il Ministro per le pari opportunità, una soluzione per assicurare una adeguata copertura finanziaria pluriennale di tali politiche attualmente senza risorse.
Zone Franche Urbane
Sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse. Molte Regioni hanno espresso un dissenso in merito alle scelte effettuate con la delibera CIPE n. 5/2008 e con la successiva delibera di individuazione ed allocazione delle risorse. Occorre, pertanto, rivedere i criteri per l'individuazione delle ZFU, al fine di poter procedere alla seconda fase della sperimentazione con l'estensione di tale misura ad altre aree. Inoltre, affinché sia data continuità agli interventi già attivati, deve essere assicurata la necessaria copertura finanziaria per le 22 ZFU già individuate anche per le annualità successive al 2009.
Riforma ordinamento CCIAA (Camere di commercio)
In relazione all'attivazione al Ministero di un tavolo di confronto con le categorie per definire i contenuti del decreto delegato previsto dalla norma contenuta nel disegno di legge AS 1195, le Regioni avevano richiesto un chiarimento politico preliminare per individuare congiuntamente le linee della riforma entro cui il successivo confronto tecnico dovrà articolare i contenuti del provvedimento. Occorre poi conoscere i dettagli dell'annunciata proposta di intervento di incentivi semiautomatici con plafond legati alle certificazioni di processo e di prodotto di carattere ambientali che il Ministero sarebbe intenzionato ad introdurre per il settore moda, destinando circa 60 milioni di euro del fondo competitività a sostegno di investimenti delle PMI finalizzati ai seguenti temi: ambiente, efficienza energetica e salute.
Recupero economico produttivo di siti industriali inquinati
Le Regioni sottolineano la necessità di accelerare i tempi per la trasmissione formale in Conferenza Stato-Regioni dello schema di decreto di approvazione dell'elenco dei siti da ammettere a finanziamento, al fine di non vanificare il lodevole lavoro condotto con sollecitudine e massima collaborazione tra gli uffici ministeriali e le Regioni e per dare una risposta certa alle Istituzioni locali ed alle imprese.
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06/05/2009
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